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DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
AL NUOVO MINISTRO DEL BELGIO*

Mercoledì, 13 febbraio 1946

Signor Ambasciatore,

Dalle parole di alta elevazione che Vostra Altezza Serenissima ha testé espresse, rimettendoCi le Lettere con le quali Sua Altezza Reale Principe Reggente, in nome di Sua Maestà il Re dei Belgi, vi accredita presso di Noi come Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario, siamo stati felici di trovarvi, ancora una volta, la solenne testimonianza di fedeltà alle tradizioni religiose che costituiscono l’onore della Nazione Belga e di cui Essa è legittimamente orgogliosa.

La Nazione Belga! questa Nazione che, malgrado il suo amore appassionato per la pace, è stata – due volte in una stessa generazione – teatro di guerre sterminatrici; questa Nazione, la cui libertà e indipendenza fu, per qualche anno, non certo soppressa, ma martoriata dal giogo della dominazione straniera; questa Nazione che, nelle ore più tenebrose, ha saputo, sotto l’oppressione, rimanere fedele a se stessa e alla sua missione ed attendere, con eroica costanza, la sua liberazione; poi lavorare, dai primo momento della ricuperata libertà per far sorgere dalle rovine una novella vita; una tale Nazione, gravemente ferita da una avidità sfrenata di dominazione, si sente, per il fatto stesso della sua dolorosa esperienza, tanto più fermamente legata al suo nobile compito di favorire, in modo efficace e con spirito alto e profondo, la pace.

Noi supplichiamo il Signore di realizzare questa ardente aspirazione dei popoli. Ora, la prima ed indispensabile condizione è la sollecitudine leale di tutti gli Stati, in particolare delle grandi Potenze mondiali, a mettere le loro forze a servizio del diritto e non alla sua, più o meno palese, violazione.

Con la ferma speranza che la nobile Nazione Belga possa gustare i saporosi frutti di sì desiderabile evoluzione, Noi raccomandiamo fervorosamente alla protezione dell’Altissimo il Vostro Augusto Sovrano, Sua Altezza Reale il Principe Reggente, la Famiglia Reale, il governo e il popolo belga: questo popolo già tanto amato da Noi e tanto più amato in quanto le sue sofferenze sono state maggiori e il suo eroismo ammirabile. Degni il Signore benedire e fecondare la sua ardua opera di ricostruzione in uno spirito di giustizia e dì pace.

A Vostra Altezza, infine, abbiamo il piacere di assicurare che nel compimento della missione affidatale, troverà sempre da patte Nostra, il più benevolo appoggio, in pegno del quale, Noi Le accordiamo di gran cuore, secondo il Suo desiderio, la Paterna Benedizione.


*Atti e discorsi di Pio XII, vol.VIII, p.102-103.

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