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DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII
AI PARTECIPANTI ALLA SESSIONE DEL COMITATO EUROPEO DI COOPERAZIONE TRA INDUSTRIE DELLE MACCHINE UTENSILI*

 Mercoledì, 23 ottobre 1957

 

Per la prima volta il Comitato Europeo di Cooperazione tra le Industrie delle Macchine Utensili ha tenuto le sue adunanze in Roma, e con particolare compiacimento abbiamo accolto, Signori, il vostro desiderio di essere da Noi ricevuti.

Fondato nel 1951, allo scopo di coordinare lo studio dei problemi che interessano i costruttori di macchine utensili in Austria, nel Belgio, in Francia, in Germania, in Inghilterra, in Italia, in Olanda, in Svezia, in Svizzera, il vostro Comitato europeo rappresenta una delle prime manifestazioni concrete dello spirito che anima la costituzione di una federazione europea, e di cui i recenti accordi sul Mercato Comune sono stati una novella espressione.

I primi utensili dell'uomo, quei primitivi martelli di pietra, grazie ai quali egli giunse quasi istintivamente a concentrare sopra un punto preciso e nell'istante dell'urto lo sforzo del suo braccio, erano già l'applicazione empirica di una delle leggi fondamentali della meccanica. È commovente per lo storico delle scienze il ravvisare di tempo in tempo attraverso i secoli, nei documenti della preistoria o dell'antichità, l'apparizione di un nuovo strumento, umile scoperta dell'ingegno umano, che tuttavia segna una tappa nell'ascensione dello spirito, una pietra miliare nella conquista del mondo. Anche nel secolo passato, quando le condizioni della metallurgia non erano state ancora trasformate dall'utilizzazione della energia elettrica, le invenzioni della meccanica applicata si succedettero lentamente; ma oggi il ritmo delle scoperte si è accelerato a tal punto, che si assiste a una vera corsa nel rinnovamento delle macchine, specialmente delle macchine utensili destinate alla produzione in serie di pezzi di costruzione industriale.

Questo progresso tecnico, che abbaglia le persone comuni, è un segno della grandezza dell'uomo, e l'aprirsi della sua intelligenza nel dominio delle ricchezze della natura giustamente lo esalta, ma sarebbe a lui funesto di lasciarsi stordire da successi materiali, che non contribuissero a liberarlo dalle sue servitù e dalla tirannia delle passioni.

Ora, se è vero che in un primo stadio la macchina ha spesso asservito l'uomo, chiamato invece a dirigerla, si assiste oggi a un tale perfezionamento delle macchine utensili, che si può sperarne sempre più l'affrancamento di numerosi lavoratori, assoggettati finora ad uffici puramente materiali. L'automazione tende infatti a meccanizzare le funzioni di controllo e di adattamento necessarie al buon andamento di una produzione complessa, e le macchine elettroniche sorpassano ormai in rapidità, capacità e precisione gli organi dei sensi. Esse possono registrare, ritenere e utilizzare una somma d'informazioni ben superiore al potere di un uomo. Si può dunque attendere di vederle sostituirsi quasi dappertutto nella produzione industriale a quegli operai, il cui lavoro era ridotto a eseguire un certo numero di gesti meccanici o un controllo puramente materiale.

Ciò che le possibilità tecniche permettono al presente di effettuare, le circostanze economiche rendono il più spesso necessario, poichè non solo la semplice concorrenza industriale e commerciale, ma anche l'accrescimento continuo dei bisogni della società moderna obbligano ad aumentare incessantemente la produttività. Siccome, d'altra parte, il 95 della energia spesa oggidì nei paesi industrializzati è di origine meccanica, e non più umana o animale come nei secoli passati, ne risulta chiaramente quale importanza la costruzione e il perfezionamento delle macchine utensili, che sole possono utilizzare in condizioni economicamente proficue l'energia disponibile, hanno nel mondo moderno.

Purchè l'uomo sappia dominare i suoi istinti e profittare di tali più vaste risorse per sviluppare la sua vita intellettuale e spirituale, questa nulla ha da temere dal progresso materiale. Ma se l'uomo soccombesse alla tentazione di una vita sempre più facile e di piaceri sensibili sempre maggiori, ne deriverebbe una nuova schiavitù e una certa decadenza morale.

Noi Ci auguriamo invece che i bisogni più profondi dell'anima troveranno la loro soddisfazione nel maggior tempo libero e nei servigi che procurano le macchine moderne. Voi avrete in tal guisa, Signori, contribuito alle necessità del mondo presente e spianata la via ad un ordinamento che potrà mettere a vantaggio dei più le ricchezze comuni della umanità. Tale è la grazia che domandiamo a Dio per voi, e in pegno della Nostra benevolenza, impartiamo a voi qui presenti, alle vostre famiglie e a tutti quelli che avete nella mente e nel cuore, la Nostra paterna Apostolica Benedizione.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XIX,
 Diciannovesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1957-1° marzo 1958, pp. 521-523
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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