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CONFÉRENCE DE PRESSE DE PRÉSENTATION 
DU JUBILÉ DE
S HANDICAPÉS

 

  • INTERVENTION DU CARD. ROGER ETCHEGARAY
  • INTERVENTION DE S.E. MONS. CRESCENZIO SEPE
    [Italien]
  • INTERVENTION DE MONS. ELVIO DAMOLI  
    [Italien]
  • INTERVENTION DE DON MARIO CARRERA
    [Italien]

     

     

  • INTERVENTION DU CARD. ROGER ETCHEGARAY


    De tous les pèlerinages de l'Année Sainte, voici sans doute celui qui nous entraîne au plus profond du mystère de l'amour de Dieu que le Jubilé n'a cessé de célébrer à la manière lancinante d'un boléro. Certes, l'Eglise réserve toujours aux handicapés une place de choix dans ses rassemblements, mais on pourrait penser que c'est pour de simples raisons humanitaires. Dimanche prochain, toute la basilique Saint-Paul-hors-les-murs sera pour eux et pour ceux qui les accompagnent. Dès lors, on doit se demander quelle signification spirituelle revêt une telle célébration, pour nous aussi, car c'est surtout à travers ceux qui souffrent, comme à travers le Christ souffrant, que Dieu nous parle.

    Notre époque a beaucoup fait sur le plan social et professionnel à l'égard des handicapés; les familles ne cachent plus l'existence de certains handicapés comme un secret de souffrance et d'amour, voire une honte. Nous nous habituons à vivre parmi eux, mais les connaissons nous pour autant? Nous les croisons plus que nous les abordons. Le handicap physique et surtout mental masque souvent le handicapé:  il nous empêche de voir son vrai visage. La pitié peut être aussi blessante que le rejet, celle qui ravale le handicapé au rang d'assisté, comme s'il devait tout attendre de nous, comme si nous n'avions rien à attendre de lui.

    Déjà, pressés ou distraits, nous avons du mal à faire attention à la vie des autres, encore plus sommes-nous loin de connaître des vies pas comme les autres et qui renversent notre échelle des valeurs. Et pourtant, ce sont ces handicapés qui sont les meilleurs témoins de la vie, de la vraie vie:  leur désir de vivre est plus fort que leurs blessures ou leur handicap. Même si c'est pour eux un combat de chaque jour, ils témoignent que leur foi en la vie est un don, l'oeuvre de Dieu qui est Vie et qui est Amour. Et certains parmi eux parviennent à vivre, selon l'expression de Paul Claudel, avec "des âmes agrandies dans des corps entravés".

    Ce Jubilé n'est pas seulement celui des handicapés mais aussi de ceux qui les accompagnent. Nous ne mesurons pas les trésors de coeur accumulés autour des handicapés par des familles et des communautés. Je pense à ce papa dont je visitais l'enfant mongolien et qui me disait sereinement:  "Pour Dieu, il n'y a pas de déchet". Je pense à Don Guanella, à Don Orione, à Jean Vanier à qui Jean-Paul II a attribué en 1997 le Prix international Paul VI pour ses "Communautés de l'Arche" plantées dans les cinq continents, à caractère oecuménique et interreligieux, qui ne tiennent, selon le mot de son fondateur, que "par des handicapés et non seulement pour les handicapés".

    Oui, le Jubilé des handicapés nous renvoie à nous-mêmes, à notre propre Jubilé à raviver par leur contact:  c'est auprès de ces frères que nous pouvons le mieux comprendre que le prix de l'homme ne se compte pas en chiffres d'efficacité, que l'amour est une force de résurrection.


  • INTERVENTION DE S.E. MONS. CRESCENZIO SEPE

     

    Quando, molto tempo fa, i responsabili delle diverse categorie dei portatori di handicap domandarono di dedicare una giornata particolare a questi nostri fratelli, si accolse subito la loro richiesta, inserendola nel Calendario ufficiale del nostro Comitato Centrale.

    Due i problemi: la data e la motivazione.

    Circa la data del 3 dicembre, si ritenne opportuno conservarla in quanto, essendo la giornata dedicata dalle Nazioni Unite ai disabili, si volle rispettare una tradizione esistente in ogni Paese. Di fatto, oltre agli italiani, parteciperanno disabili provenienti dagli USA, Australia, Colombia, Brasile, Argentina, Corea, Togo, Etiopia, Francia, Inghilterra, Scozia, Polonia, ecc....

    Quanto alla motivazione, si convenne che la ragione fondamentale per dedicare una giornata speciale ai portatori di handicap consiste nel fatto che questo appuntamento riassume bene il valore spirituale di tutto il Giubileo perchè esso non riguarda solo un particolare gruppo di persone, distinto dagli altri per la professione o lo stato civile, ma tutte le componenti della società, chiamate a far sì che quanti sono colpiti dall'handicap (il che può accadere, ed accade, a tutte le categorie: giovani e anziani, lavoratori e studenti, celibi, sposati e consacrati) non debbano patire, oltre alla menomazione fisica, anche l'emarginazione sociale. Tutto questo entra a pieno titolo nello spirito e nella sostanza del Giubileo, come si chiede il Santo Padre: "Come non sottolineare più decisamente l'opzione preferenziale della Chiesa per i poveri e gli emarginati?" (T.M.A., 51). A questo interrogativo lo stesso Papa, durante tutti questi anni di preparazione e celebrazione dell'Anno Santo, ha sempre risposto in una maniera direi quasi perentoria: nessuno deve sentirsi escluso dalla festa del Giubileo! Suggerendoci un metodo: la penitenza e la conversione.

    L'Anno Santo del 2000 ha seguito questo metodo sin dall'inizio, riservando un'attenzione particolare proprio alle persone più deboli, presenti in varie celebrazioni o iniziative distribuite lungo tutto l'arco del calendario giubilare: dai bambini ai malati, dai poveri, ai migranti e ai profughi, dai giovani provenienti da paesi in guerra agli anziani soli...

    Questa Giornata dedicata ai disabili è, perciò, non solo la sintesi di tutto il grande percorso di carità e di condivisione compiuto dal Giubileo, ma ancora qualcosa in più: la giornata che più di ogni altra richiama tutti insieme i valori della nostra umanità e della nostra capacità di essere e sentirci fratelli nel nome di Cristo. E proprio nel volto di questi nostri fratelli, il Giubileo stesso rispecchia tutta la profondità e l'intensità di un grande evento autenticamente spirituale. E’ per questo quindi che, così come è iniziato ed è proseguito, il Grande Giubileo del 2000 si conclude (quella che presentiamo è una delle sue ultime giornate) con un nuovo abbraccio della Chiesa ai poveri e ai sofferenti.

     

  • INTERVENTION DE MONS. ELVIO DAMOLI

     

    Nella giornata mondiale delle persone con disabilità, stabilita dall’ONU per il 3 dicembre, la Chiesa celebra il Giubileo della Comunità con le persone disabili. Si rivolge a se stessa, a quanti condividono la sua fede nel Signore Gesù, morto e risorto, ai credenti di altre religioni, e a tutti gli uomini di buona volontà per sostenere, promuovere, integrare e valorizzare pienamente le persone con disabilità, quali membra vive sia del suo essere che della società civile.

    Vuole che questa giornata giubilare sia inoltre uno stimolo a crescere sempre di più, sia oggi e sia nel futuro, nella risposta d’amore al suo Sposo e Signore per promuovere la dignità delle persone con disabilità, dal primo momento della loro esistenza sino a quando esse vedranno Dio faccia a faccia.

    Il Comitato preparatorio di questa giornata, istituito da due anni e rappresentante dei maggiori Movimenti ecclesiali che sono a servizio delle persone con disabilità, ha pensato ad una celebrazione delle Comunità che hanno all’interno delle Persone disabili nell’intento di proporre non una giornata "dei diversi" ma piuttosto per provocare la comunità ecclesiale e anche quella civile, affinché il disabile sia accolto, per quanto possibile, nella normalità della vita e per una vera integrazione all’interno della comunità.

    E’ stato fatto un lavoro di sensibilizzazione e di preparazione inviando alle Conferenze Episcopali di tutto il mondo, ai Vescovi italiani e a tutti i Movimenti e le Associazioni sette schede preparatorie alla Giornata.

    I pellegrini che giungeranno a Roma per la Giornata Giubilare saranno circa 12.000:

    - 7500 circa saranno le persone con disabilità;

    - 4500 circa gli accompagnatori e i familiari.

    I Paesi rappresentati sono: Italia; Stati Uniti; Colombia; Togo; Francia; Corea; Belgio; Pakistan; Polonia; Argentina; Svizzera; Australia; Austria; Brasile; Etiopia.

    Il programma prevede per sabato 2 dicembre un momento di preghiera e di festa in alcune delle parrocchie romane.

    3000 pellegrini si recheranno in 20 parrocchie scelte tra quelle che hanno dato la disponibilità e che non hanno problemi di barriere architettoniche per un momento riflessione e di festa.

    Domenica mattina ci sarà la celebrazione della S. Messa nella Basilica di San Paolo presieduta dal Santo Padre.

    A partire dalle 8.00 i pellegrini saranno accolti nella Basilica dal Comitato preparatorio e dai volontari del Centro del Volontariato per il Giubileo.

    Alle ore 10.00 inizierà la S. Messa e subito dopo il Santo Padre reciterà la preghiera dell’Angelus.

    La celebrazione della S. Messa vedrà la partecipazione attiva dei disabili che saranno protagonisti dei momenti salienti della celebrazione:

    - La musica sarà eseguita dall’orchestra Esagramma di Milano che è formata da disabili e normodotati. La composizione dei canti per la celebrazione è stata ideata proprio per tale circostanza: sono infatti dei brani accessibili e fruibili dalle persone con disabilità.

    - Le letture e le preghiere dei fedeli saranno proclamate da persone disabili.

    - Anche la processione offertoriale sarà eseguita da persone disabili.

    - Tutta la celebrazione sarà tradotta utilizzando il linguaggio dei segni per consentire alle persone non udenti di vivere pienamente la celebrazione.

    Al termine della celebrazione il Santo Padre donerà ad ogni partecipante una coroncina del S. Rosario come ricordo della giornata e come segno dell’abbraccio che vuole offrire ad ogni pellegrino.

    Il pomeriggio sarà caratterizzato da un momento di festa nell’Aula Paolo VI.

    L’accesso all’Aula avrà inizio a partire dalle ore 15.00: i pellegrini dopo la sistemazione avranno un primo momento di intrattenimento "Per far festa insieme" condotto da Lorena Bianchetti e Claudio Farnetani, con la partecipazione della banda dei Carabinieri e di un gruppo di Clown della famiglia Colombaioni.

    Dalle 17.20 alle 18.55 (diretta RAITRE) si svolgerà la seconda parte della serata alla presenza del Santo Padre.

    Lo spettacolo condotto da Giovanna MILELLA, ALBANO e Annalisa MINETTI vedrà la partecipazione di alcuni personaggi dello sport e dello spettacolo e con alcune testimonianze significative di disabili e delle loro famiglie.

    Contemporaneamente alla celebrazione della giornata giubilare a Roma, in molte diocesi d’Italia e del mondo si celebrerà il giubileo delle comunità con persone disabili.

    Il Comitato Preparatorio pensando alla giornata giubilare come ad un punto di partenza nel cammino da fare con i disabili all’interno della comunità raccoglierà tutto il materiale prodotto

    per la giornata e gli interventi del Santo Padre e ne curerà un opuscolo che verrà offerto alle chiese per continuare il cammino intrapreso.

     

     

  • INTERVENTION DE DON MARIO CARRERA

     

    Cosa si intende per persona con disabilità?

    Proprio 25 anni fa il 9 dicembre 1975 l'ONU promulgava la Dichiarazione dei Diritti della persona handicappata in cui si elencavano i diritti riservati (ma troppe volte negati) alla dignità della persona che ha diritto a godere una vita decente.

    Ci sono anche il diritto alla vita sociale, alla salute, ai trattamenti medici, alle misure destinate ad una vita autonoma con il diritto ad una sicurezza economica che gli permetta una vita decente; il diritto ad una famiglia o ad un centro che la sostituisca. Inoltre la persona disabile deve essere protetta da qualsiasi tipo di sfruttamento.

    Le persone con disabilità hanno diritto che la propria famiglia e la comunità civile siano adeguatamente informati su quanto sancito dai diritti contenuti nella dichiarazione ONU.

    Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità il termine handicap si riferisce a limitazioni causate da una o più condizioni patologiche. Cioè una persona incapace di assicurarsi da sola a tutte o parte delle sue necessità.

    Queste limitazioni ad una vita individuale o sociale normale possono essere di ordine fisico o mentale nell'adempimento di ruoli o compiti socialmente definiti che un individuo normalmente è chiamato a svolgere.

    La definizione internazionale trova la sua chiave nell'espressione "socialmente definito"; questo aspetto della disabilità indica che la persona con handicap è il risultato di due realtà:

    - una soggettiva con i suoi limiti e i suoi pesi;

    - l'altra la società con le sue richieste e le sue aspettative.

    Nel nuovo linguaggio non si usa più il termine handicappato, viene usata l'espressione "persona con disabilità".

    La persona disabile non è una macchina rotta da aggiustare ma una creatura da aiutare a vivere; tuttavia la sua vita è immensamente più importante della sua disabilità.

    Giuseppe Pontiggia nel suo romanzo "Nato due volte" nella dedica del suo volume sul frontespizio scrive: "Ai disabili che lottano non per diventare normali, ma se stessi".

    L'essere se stessi porterà alla società dei benefici; il dialogare mescolando progetti diversi aiuterà tutta la società a sentirsi più ricca di qualità.

    E per far sì che le persone con disabilità siano se stesse è necessaria una lunga scuola fatta di pazienza e di attenzione per scoprire dei messaggi che tante volte arrivano con lentezza e sono mondi diversi, mondi nuovi. Lo scoprire l'altra persona è sempre un entrare in un mondo nuovo anche perché la disabilità, in fondo, non è altro che un manifestare un'abilità in modo diverso.

    Il nostro compito è segnare la nostra società con questa profezia vivente, in cui noi impariamo a scoprire il tutto in un frammento di bellezza.

    Nel linguaggio della Chiesa possiamo affidarci al Vaticano II che chiama i disabili "i visitati dai mille volti della sofferenza".

    Paolo VI "La presenza ferita di Dio".

    Se l'espressione è passabile possiamo dire anche "la presenza di un Dio ferito", ma forse Giovanni Paolo II ci aiuta a comprendere questa espressione quando afferma "Con voi cammina il Signore che ha voluto immedesimarsi in ogni persona bisognosa e sofferente".

    La Chiesa chiama i disabili ad essere maestri: il Santo Padre ha confidato alle persone disabili: "Contiamo su di voi per insegnare al mondo intero che cos'è l'amore".

    I tipi di disabilità

    Persone con disabilità:

    fisica: - mobilità ridotta

    sensoriale: - non vedenti o ipovedenti

    - non udenti o ipoudenti

    - sordo cieche

    psicofisica - persone subnormali a livello intellettivo

    mentale - disagio o disturbo psichico

    La presenza delle persone con disabilità in Italia

    Dalle stime Istat del 1999 in età superiore ai sei anni vivono in Italia circa 3.000.000 di persone con disabilità. Di questi:

    1.100.000 hanno difficoltà motorie;

    60.000 al di sotto dei 65 anni si muovono su sedie a ruote;

    800.000 persone hanno problema di udito;

    750.000 persone hanno disagio mentale.

    Nell'età scolare abbiamo circa 120.000 studenti con disabilità con una prevalenza di soggetti con insufficienza mentale; 4000 sono gli studenti universitari disabili.

    Dai quindici anni in su e nell'età adulta prevalgono le disabilità fisiche che hanno subito un forte aumento a causa degli incidenti sul lavoro, sulla strada, nella pratica sportiva o domestica.

    L'allungamento della vita comporta delle malattie involutive e degenerative che determinano negli anziani alte percentuali di grave insufficienza che cresce al 20% dopo gli ottant'anni.

    Il 15% delle famiglie italiane è direttamente coinvolto nel problema della disabilità.

    Ci sono in Italia ogni anno ben 2000 famiglie visitate dal dramma dell'handicap con la nascita di un figlio.

    Da una stima approssimativa, ma vicino alla realtà, possiamo dire che oltre mezzo miliardo di persone nel mondo vivono in condizione di disabilità.

    L'85% di queste persone con disabilità (donne, bambine, bambini, uomini) vivono nei paesi in via di sviluppo.

    Troppe volte il disagio psicofisico o mentale o fisico nasce da situazioni di estrema povertà, ma ci sono anche personaggi illustri che convivono o hanno convissuto con la disabilità.

    Trasformare la consapevolezza in azione

    Diceva il Vescovo Helder Camara "Se io sogno, il mio sogno è mio e di nessun altro, se riusciamo a sognare insieme i nostri sogni diventeranno realtà".

    Non è proibito sognare, del resto l'utopia cristiana consiste nel far sì che con il nostro apporto il sognare di Dio diventi gioiosa realtà per tutti.

    Al termine del Sinodo del Vescovi nel 1987 nell'appello dei vescovi a favore della categorie più tribolate della terra si diceva: ..."faremo tutto il possibile perché troviate il posto di cui avete diritto nella società e nella chiesa".

    Il grappolo di obiettivi, i personaggi dei sogni, da consegnare alle braccia e al cuore dei portatori della persona disabile descritta nell'icona evangelica sono:

    1- Sconfiggere le condizioni svantaggianti incrementando la ricerca scientifica per ridare luce a tanti occhi, suoni a tante orecchie, moto e manualità a tante gambe e mani.

    2- Permettere un accesso alla partecipazione della vita sociale attraverso l'abolizione delle barriere architettoniche fisiche e, soprattutto, antropologiche.

    Nelle casse dello Stato italiano sono giacenti ben 70 miliardi per l'abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici.

    3- Attivare tutti gli organismi affinché ci sia un accesso alla scolarizzazione delle persone disabili.

    4- Aumentare le opportunità di lavoro liberando il potenziale umano presente in ogni persona con disabilità e ridonando dignità e nobiltà attraverso il lavoro.

    Nella Centesimus annus il Papa a questo riguardo parla di "benessere spirituale e materiale" conquistato attraverso l'attività lavorativa.

    Su 451.000 persone disabili iscritte all'Ufficio di collocamento, 191.000 sono impegnati e 240.000 sono ancora in attesa di lavoro.

    Ci sono delle fabbriche in Italia anche di notevole dimensione che hanno la maggioranza dei dipendenti segnati dall'handicap.

    Associazioni nazionali ed al servizio delle persone con disabilità enti morali

    Una trentina sono le associazioni di categoria: subnormali, spastici, down, affetti da sclerosi multipla, sordi, ciechi, autistici, distrofici, epilettici.

    Accanto a queste associazioni esistono un centinaio di Enti morali e Fondazioni, quali le congregazioni religiose maschili e femminili che si interessano specificatamente di persone con disabilità (Cottolengo, i Servi della Carità di Don Guanella, Don Calabria, i Trinitari, Don Orione, La Nostra Famiglia, Le figlie di Santa Maria della Provvidenza, le Serve dei poveri di Siena, la Fondazione Pro Juventute di Don Gnocchi, Il MAC per i non vedenti).

    L'elenco sarebbe molto lungo.

    Ci sono poi le associazioni di volontariato: pensiamo all'Unitalsi, alle Misericordie, come altre associazioni locali (si parla di 4 milioni di volontari a servizio delle numerose disabilità).

 

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