Il soffio vitale dello Spirito Santo - Card. Roger Etchegaray
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EDITORIALE

IL SOFFIO VITALE DELLO SPIRITO SANTO
Card. Roger Etchegaray

Il secondo anno della preparazione immediata al Grande Giubilo dell'Anno 2000, ponendo al centro la figura dello Spirito Santo, ci ha fatto entrare nel cuore della dimensione trinitaria, nel nucleo, potremmo dire, di quell'insondabile ed ineffabile mistero dal quale proviene - attraverso l'Incarnazione di Gesù Cristo, Figlio unigenito - la nascita della Chiesa e l'inizio della missione apostolica.

La più misteriosa e nascosta delle tre Persone divine: così molti teologi hanno definito lo Spirito Santo, rappresentato attraverso simboli e immagini: come il fuoco, la colomba, la luce, l'acqua e l'olio. Ma lo Spirito, raffigurato attraverso i simboli, è invece rappresentato dalla pienezza della sua azione, visibile su tutte le cose e rintracciabile nella vita che ogni giorno sorregge la Chiesa.

Campo d'azione dello Spirito è l'universo intero, in uno spazio che abbraccia e annulla la dimensione del tempo. Lo Spirito è il soffio di vita, l'anima che sorregge il mondo, e che dà un senso a tutto ciò che è visibile e concreto, riscattandolo dal caos e dal vuoto di un attivismo puramente meccanico. Riflettere e approfondire l'azione dello Spirito, così come il Santo Padre ha indicato sulla strada del Grande Giubileo, significa, allora, scrutare a fondo l'animo nostro e, allo stesso tempo, aprire gli occhi alle realtà che ci circondano poichè proprio in queste realtà è possibile rintracciare lo Spirito all'opera.

Aprire gli occhi alla realtà e scorgervi lo Spirito, vedere i suoi segni, scrutare i suoi insondabili disegni: è da questo «percorso» dell'anima, sorretto di speranza, che è possibile venire a capo contrastandoli - di altri percorsi costruiti invece sul terreno infido della non-speranza e che apparentemente trovano nel mondo vie spiegate. Non è difficile vedere nel mondo i segni di contraddizione: la mancanza di pace in troppe regioni della terra, la sete di giustizia, le sempre più intollerabili sperequazioni tra i poveri e tra chi ostenta le proprie ricchezze, l'assenza di fraternità e di solidarietà, sono scandali dei quali dovremo dar conto. Ma un'altra consapevolezza va tenuta presente: nessuna forma di buon governo umano potrà mai far fronte a problemi di questo tipo. Non si tratta semplicemente di mettere a posto i parametri dell'economia. Ma di graduare al meglio i parametri della coscienza. Di fare in mondo che lo Spirito trovi le strade spianate nel cuore di ogni uomo.

E qui viene il grande compito che il Santo Padre ha assegnato in maniera particolare in questo secondo anno di preparazione immediata, ossia «la riscoperta della presenza dello Spirito, che agisce nella Chiesa» (TMA n, 45). Nella immediata vigilia del II incontro, in Vaticano, dei rappresentanti delle Chiese locali con il Comitato Centrale del Grande Giubileo del 2000, il primo pensiero non può essere altro se non quello di una verifica tutti insieme non solo - e non tanto - delle attività svolte o programmate, ma di come lo Spirito è posto a guida di tutto il cammino verso la Porta Santa, particolarmente in questo anno liturgico.

Nella grande carta di spiritualità che il Santo Padre ci ha consegnato come bussola di tutto il pellegrinaggio giubilare, lo Spirito Santo viene indicato come «l'agente principale della nuova evangelizzazione». Per un rinnovato annuncio del Vangelo ad un mondo sempre più assetato - anche in maniera inconsapevole - di Cristo, Giovanni Paolo II continua a dedicare tutta la sua inestinguibile ansia missionaria e apostolica che lo porta a ogni angolo della terra. Lo storico pellegrinaggio nell'isola di Cuba, ha aperto un capitolo di grande suggestione in una nuova serie di viaggi una volta ritenuti impossibili. Vengono in mente Sarajevo, il Libano.Viene in mente, guardando avanti, e nella prospettiva del Grande Giubileo del 2000, Gerusalemme e la Terra Santa.

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