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L'ANNO DELLO SPIRITO SANTO
I segni della speranza: la pace

Messaggio di Giovanni Paolo II per la Celebrazione della Giornata Mondiale della Pace, 1/1/98

La persona è per natura dotata di diritti universali, inviolabili, inalienabili. Questi, tuttavia, non sussistono da soli. Al riguardo, il mio venerato Predecessore, Papa Giovanni XXIII, insegnava che la persona «possiede sia diritti che doveri derivanti immediatamente e simultaneamente dalla sua stessa natura» 1. Sul corretto fondamento antropologico di tali diritti e doveri, nonché sulla loro intrinseca correlazione, poggia l’autentico bastione della pace

E che dire delle gravi ineguaglianze esistenti all’interno delle Nazioni? Situazioni di povertà estrema, dovunque si manifestino, costituiscono la prima ingiustizia. Eliminarle deve rappresentare per tutti una priorità sia a livello nazionale che internazionale. Non si può, poi, sottacere il vizio della corruzione, che mina lo sviluppo sociale e politico di tanti popoli. È un fenomeno crescente, che si insinua insidiosamente in molti settori della società, beffandosi della legge ed ignorando le norme di giustizia e di verità. La corruzione è difficile da contrastare, perché assume molteplici forme: soffocata in un’area, rinasce talora in un’altra. Occorre coraggio anche solo per denunciarla. Per stroncarla poi si richiede, insieme con la volontà tenace delle Autorità, il sostegno generoso di tutti i cittadini, sorretti da una forte coscienza morale.

S’avvicina a grandi passi il Giubileo dell’Anno 2000, un tempo per i credenti dedicato in modo speciale a Dio, Signore della Storia, un richiamo per tutti circa la radicale dipendenza della creatura dal Creatore. Ma nella tradizione della Bibbia, esso era anche il tempo della liberazione degli schiavi, della restituzione della terra al legittimo proprietario, del condono dei debiti e della conseguente restaurazione di forme di uguaglianza tra tutti i membri del popolo. È pertanto un tempo privilegiato per perseguire quella giustizia che conduce alla pace. In forza della fede in Dio-amore e della partecipazione all’universale redenzione di Cristo, i cristiani sono chiamati a comportarsi secondo giustizia e a vivere in pace con tutti, perché «Gesù non ci ha dato semplicemente la pace. Ci ha dato la sua pace, accompagnata dalla sua giustizia. Poiché Egli è pace e giustizia, può divenire nostra pace e nostra giustizia» 2. Ho pronunciato queste parole quasi vent’anni fa, ma nell’orizzonte dei cambiamenti radicali in atto, esse acquistano ora un senso ancora più concreto e vivo.

NOTE

1) Lett. enc. Pacem in terris (11 aprile 1963), I: AAS 55 (1963), 259.

2) Giovanni Paolo II, Omelia allo Yankee Stadium di New York (2 ottobre 1979), 1: AAS 71 (1979), 1169.

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