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IL GIUBILEO NEL MONDO
Europa

RICOSTRUIRE NELLA SOLIDARIETÀ LE RADICI CRISTIANE DEL CONTINENTE
+ Virgil Bercea

«Il Regno di Dio» è il luogo della grazia: «la Chiesa non può prepararsi alla scadenza bimillenaria "in nessun altro modo, se non nello Spirito Santo"» (TMA, 44). L’Europa, la «vecchia» Europa, dovrebbe attendete il terzo millennio soltanto «nello Spirito Santo», perché è stato Lui, lo Spirito, a guidare la sua «arca» lungo questi due millenni che stanno per chiudersi. È ben nota la travagliata storia della Chiesa dagli albori della sua nascita sul vecchio continente fino ad oggi; guardando indietro chi avrebbe il coraggio di affermare che quest’arca della Chiesa europea è stata guidata solo dagli uomini e non dal «Paraclito» mandato dal «Padre» (cfr. Gv 15,27).

Il tempo passato non ci appartiene più: è storia. Guardiamo con serenità alla storia della Chiesa, alla storia dei popoli Europei: è nostra, qualche volta è stata bella ma altre volte triste; ci insegna, ci spinge a spalancare le porte delle nostre anime e dei nostri cuori e a guardare con realtà e coraggio verso il «domani» che ci aspetta. La storia del nostro continente fa un accurato appello alle nostre coscienze alla solidarietà fra i nostri popoli. Sono cadute le cortine, sono stati abbattuti i muri: «È urgente organizzare la pace del dopo guerra –fredda e la libertà del dopo 1989, basandosi sui valori morali» (Discorso al Corpo diplomatico, 13.1.1997). Con quanta speranza guardano i popoli dell’Est europea verso l’ovest, ma quanta sfiducia si ritrova negli occidentali quando si parla dell’Est… Un’Europa del 2000 la dobbiamo pensare come un «paese dei popoli e delle nazioni» liberi prima di tutto in Cristo nella forza dello Spirito Santo, ma liberi da pregiudizi e da opposizioni fra l’est e l’ovest, fra nord e sud: sarebbe, questa si, un’Europa dei popoli che cammina «sulla via della pace», della verità e dell’amore. «Il nuovo millennio ormai alle porte si apre con la decisa determinazione di costruire un’era di civile crescita nella concordia» (Regina Coeli, Sarajevo, 13.4.1997).

Il nuovo millennio ci interpella tutti a far cadere le barriere e le incomprensioni, a rivivere il senso religioso della vita, i valori umani, i valori cristiani che portano ad un donarsi reciprocamente di questi popoli del continente per il bene comune d’Europa e della Chiesa. Per vivere questa solidarietà dobbiamo rimarginare le coscienze ferite dei nostri popoli, lungo la storia anche recente, iniziando con i perdono e la riconciliazione: «Spirito di Dio infondi la Tua luce e il tuo amore nei cuori…, Spirito di Dio la tua forza riunisca tutti i figli» d’Europa, prega il Papa. E’ una grande attesa, una grandissima speranza per un domani di pace.

«È giunta l’ora storica e pressante di operare un passo decisivo…il passo necessario per rivendicare la piena dignità umana e il diritto alla vita di ogni essere umano… La Chiesa oggi avverte la necessità storica di tutelare la vita per la salvezza dell’uomo e della civiltà» (14.11.1997, Accademia per la Vita). Risuona l’ammonimento del Papa a nome della Chiesa per il vecchio continente, il quale veramente sta "invecchiando" sempre di più. «È giunta l’ora storica» per rinunciare alla «cultura della morte» (Angelus, 2.11.1997): un continente «che uccide i propri figli è un "continente" senza futuro» (cfr. Angelus, 20.10.1997), «la vita è il più grande dono di Dio» (Angelus, 2.11.1997).

«Mai più la guerra» fratricida fra i popoli europei, mai più l’aborto nei paesi del continente, mai più l’eutanasia, mai più gli ismi nazionalistici e comunisti, mai più i lagher, i ghetti e i gulag, mai più egoismo e odio, vendetta e rapine: «in nome di ideologie totalitarie e menzognere, questo secolo ha sacrificato milioni di vite umane» (Bologna, 20.9.1997). Il «vecchio» continente ha bisogno di ripristinare con la fede una «cultura della vita», di amore e pace, di serenità e di rispetto: «Attorno alla famiglia e alla vita si svolge oggi la lotta fondamentale della dignità dell’uomo» (Rio de Janeiro, 3.10.1997). Guardiamo invece con fiducia e amore, con certezza e speranza verso i giovani d’Europa. In essi si ritrovano tutte le espressioni di un futuro del continente e della Chiesa. Essi hanno un cuore ed un animo grandi, cercano la fede e l’Amore, la Verità e la sincerità, cercano ardentemente la Vita e la pace, sono solidali fra di loro, sanno condividere le speranze e le angosce: facciamoli volare verso un cielo sereno, verso un’Europa cristiana.

«Andate in tutto il mondo...Cristo è esigente» (20.III.1997) spinge il Papa i giovani, «la vocazione all’amore è la vostra vocazione fondamentale» (26.IV 1997), Praga), «lo Spirito vi invia come una lettera di Cristo nella presente Chiesa» (8.IX.1997, Roma), «Gesù vi propone una strada in salita, che è fatica a percorrere, ma che consente all’occhio del cuore di spaziare su orizzonti sempre più vasti» (27.IX.1997, Bologna) perché, il Papa crede nel valore dei giovani, nella forza che essi rappresentano per l’Europa e per la Chiesa.

Giovani d’Europa, ascoltate le parole del Signore: «Voi siete la luce del mondo, voi siete il sale della terra», «lo Spirito di Dio vi invia, perché diventiate con tutti i fratelli e le sorelle dell’Europa costruttori di una civiltà riconciliata» (23.VIII.1997, Parigi). Voi siete la luce, voi siete le candele che trasmetteranno la luce, in voi hanno riposto tanta fiducia i vostri genitori, in voi ha riposto tanta fiducia la Chiesa, il Papa, Voi siete la speranza della nuova Europa: prendete le responsabilità per un futuro che sarà vostro. Costruiremo una nuova Europa nel tertio millennio adveniente se saremo capaci di radicarci con fedeltà in Cristo: uno solo è il Maestro, il Cristo. Gesù Cristo venuto in una stalla, incontrato sulle rive del gioradano delle nostre anime, che ha preso su di sé tutti i peccati degli uomini del «vecchio continente»; Cristo che ha steso e stende ogni giorno le braccia sulla croce, ma Cristo che risorge dalla tomba e ci ridà la Vita: è Lui il modello, il maetro.

La rievangelizzazione urge su tutte le coordinate del continente: l’ovest vive un benessere che lo allontana da Cristo? Forse. Ma, l’Est che vive ancora con un profondo senso cristiano avrà da dare qualcosa all’occidente? Con l’avvicinarsi del 2000 si diventa sempre più coscienti del valore della preghiera di Gesù «affinché tutti siano una cosa sola» (Gv 17,21). Il Continente mostra al mondo una «camicia di Cristo» tutta spezzata: «il secondo millennio Cristiano che ora sta volgendo al termine, è stato testimone di divisioni, e persino di ostilità e di conflitti tra i Cristiani» (Dichiarazione comune 5.XII.1996). Quale cammino per domani? Proseguire sul «solco dell’ecumenismo», sulla «vitale importanza del dialogo sincero» negli «ambiti teologici e pastorali, ... nelle altre dimensioni della vita e della testimonianza dei fedeli» (25.I.1997), rinsaldando «il dialogo della carità» (Angelus 22.VI.1997), abbandonandoci in Cristo: «l’Europa ha bisogno di noi tutti riuniti solidali intorno alla Croce e al Vangelo» (Wroclaw, 31.V.1997).

Ecco le attese e le speranze del continente europeo per il grande Giubileo. «Signore Gesù, pienezza del tempo e signore della storia, disponi l’animo nostro a celebrare con fede il Grande Giubileo, Spirito Santo, ospite dolcissimo dei cuori svela a noi il senso profondo del Grande Giubileo».
«A Te, Spirito d’amore, con il Padre onnipotente e il Figlio unigenito, sia lode, onore e gloria nei secoli senza fine».

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