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Giubileo - la parola del Papa

Il Vangelo rende il lavoro pienamente umano

«Per predisporre i Romani a rinnovare la loro fede in preparazione dell'Anno Santo, ho indetto la missione cittadina, che si sta svolgendo con frutti positivi. Essa intende portare l'annuncio di Gesù Cristo in ogni casa, raggiungere ogni abitante di Roma e penetrare in ogni ambiente di lavoro e di vita...

Cari lavoratori, docenti, professionisti, operatori economici, artigiani e commercianti, la missione cittadina è una grande occasione di verifica dei molteplici aspetti del vostro servizio professionale e lavorativo. Essa interpella tutti, ma sollecita in particolare i credenti in Cristo, il cui impegno nell'ambiente di lavoro e nell'attività professionale non può limitarsi ai problemi ed alle esigenze economiche, sociali ed organizzative, ma deve farsi carico di testimoniare a livello personale e pubblico il Vangelo come via privilegiata per rendere il lavoro pienamente umano ed occasione di salvezza per la persona e la società...

Non abbiate timore di proporre Cristo ai vostri colleghi e di collocare la Croce nei luoghi dove svolgete la vostra attività e nelle vostre case. Essa ricorderà a tutti il dono di amore del Figlio di Dio, che ha redento il mondo e ha riscattato dal peccato ogni condizione di vita e di lavoro.

La Chiesa ha bisogno di laici che siano autentici operai della nuova evangelizzazione, nei contesti secolarizzati del nostro tempo».

(Dalla Lettera ai lavoratori della Città di Roma, 7 dicembre 1998)

Maria, insegnaci a camminare uniti verso la casa del Padre

«O Maria!

Eccoci nuovamente ai tuoi piedi,

nel giorno in cui celebriamo la tua Immacolata Concezione,

e ti supplichiamo, quale figlia prediletta del Padre,

perché, durante quest'ultimo anno di preparazione

al Grande Giubileo del Duemila,

ci insegni a camminare uniti verso la casa paterna,

per formare dell'intera umanità una sola famiglia».

(Dalla Preghiera in Piazza di Spagna a Roma per la Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria , 8 dicembre 1998)

L’ecumenismo delle opere è la via “più urgente e meno ardua”

«La prossima Giornata Mondiale del Malato deve allora iscriversi nel quadro di una sensibilità particolare per il dovere della carità, che l'incontro di riflessione, di studio e di preghiera presso il santuario di Nostra Signora di Harissa  - meta di pellegrinaggi di tutte le comunità libanesi cristiane delle varie Chiese ed anche di devoti musulmani - non mancherà di sottolineare. Ne risulterà acuito il bisogno di unità attraverso quell'"ecumenismo delle opere" che, nell'attenzione ai malati, ai sofferenti, agli emarginati, ai poveri e privi di tutto, è la più urgente, e insieme la meno ardua, delle vie ecumeniche, come l'esperienza ormai dimostra. Su questa via sarà possibile non soltanto ricercare la "piena unità" tra quanti professano il nome cristiano, ma anche aprirsi al dialogo interreligioso in un luogo come il Libano, dove credenze religiose diverse "hanno in comune un certo numero di valori umani e spirituali incontestabili", che possono spingere, anche "al di là delle divergenze importanti tra le religioni", a discernere innanzitutto ciò che unisce (Esort. ap. post-sinod. Una nuova speranza per il Libano, 13-14)…

Possa il nuovo millennio che sta per aprirsi inaugurare un'era di rinnovata fiducia nell'uomo, creatura altissima dell'amore di Dio, che solo nell'amore potrà ritrovare il senso della propria vita e del proprio destino».

(Dal Messaggio in occasione dell’annuale Giornata Mondiale del Malato che si celebra l’11 febbraio, Memoria della Beata Vergine di Lourdes. Il messaggio reca la data dell’8 dicembre 1998)

Un clima di attesa e fervore spirituale

«L'imminente evento giubilare deve trovare in tutta la Chiesa, ed in maniera speciale nella Curia Romana, un clima di attesa e di fervore spirituale. La terza ed ultima tappa di preparazione immediata, nel 1999, ci invita a penetrare con lo sguardo nel mistero di Dio Padre, che "ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito" (Gv 3,16). Negli anni trascorsi - grazie al generoso impegno del Comitato Centrale, dei Dicasteri della Curia Romana, dei Comitati nazionali e delle Comunità diocesane - la celebrazione del Giubileo e la sua dimensione spirituale sono venute sempre più definendosi e caratterizzandosi.

Questo lavoro ha avuto il suo momento culminante nella pubblicazione della Bolla "Incarnationis Mysterium", con la quale ho indetto ufficialmente l'Anno Santo. Nello sfondo, poi, hanno avuto la loro rilevanza alcuni momenti di riflessione come i Simposi sulla Shoah e sull’Inquisizione, durante i quali è stato possibile riflettere su alcuni fatti dolorosi del passato, al fine di offrire una testimonianza ecclesiale sempre più libera e coerente. Altre iniziative sono poi fiorite in tutte le Comunità ecclesiali del mondo. Nella Diocesi di Roma, ad esempio, la Missione cittadina, che si svolge sotto la guida del Cardinale Vicario e dei Vescovi ausiliari, va producendo numerosi e significativi frutti apostolici e missionari. Si tratta di un fervore spirituale, che auspico cresca sempre più, perché la Chiesa possa offrire al mondo una corale testimonianza evangelica, proclamando Cristo ieri, oggi, sempre (cfr Eb 13,8) unico Salvatore del mondo».

(Dal Discorso alla Curia Romana per la presentazione degli auguri natalizi, 22 dicembre 1998)

Il 2000 sarà occasione di progetti di pace in Terra Santa

«Sì, il Natale è entrato nel cuore dei popoli,

che guardano a Betlemme con condivisa ammirazione.

All'unanimità anche l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite

ha riconosciuto il piccolo capoluogo di Giuda (cfr Mt 2,6)

come terra dove la celebrazione della nascita di Gesù

sarà nel 2000 singolare occasione

per progetti di speranza e di pace…

 (Dal Messaggio natalizio del Santo Padre e benedizione “Urbi et         Orbi”, 25 dicembre 1998)

 Una Chiesa viva e generosa accolga milioni di pellegrini

«Stasera desidero rendere grazie al Signore in particolare per le migliaia di missionari che, all'opera ormai da due anni, costituiscono una provvidenziale risorsa per imprimere alla pastorale diocesana una crescente spinta apostolica, anche in vista del Grande Giubileo del Duemila.

Tra un anno saremo già nell'Anno Santo e cominceranno ad arrivare numerosi pellegrini da ogni angolo della terra. Mi auguro di cuore che ad accoglierli ci sia una Chiesa viva e ricca di fervore religioso; una Chiesa generosa e sensibile alle esigenze dei fratelli, specialmente dei più poveri e bisognosi».

(Dall’Omelia durante la Celebrazione dei Vespri e il canto del “Te Deum, 31 dicembre 1998)

Il segreto della pace vera

«Alle porte di un nuovo anno, l'ultimo prima del Grande Giubileo, vorrei soffermarmi ancora una volta su questo tema di capitale importanza con tutti voi, uomini e donne di ogni parte del mondo, con voi, responsabili politici e guide religiose dei popoli, con voi, che amate la pace e volete consolidarla nel mondo.

Ecco la convinzione che, in vista della Giornata Mondiale della Pace, mi sta a cuore condividere con voi: quando la promozione della dignità della persona è il principio-guida a cui ci si ispira, quando la ricerca del bene comune costituisce l'impegno predominante, allora vengono posti solidi e durevoli fondamenti all'edificazione della pace. Quando invece i diritti umani sono ignorati o disprezzati, quando il perseguimento di interessi particolari prevale ingiustamente sul bene comune, allora vengono inevitabilmente seminati i germi dell'instabilità, della ribellione e della violenza...

Il nuovo millennio è alle porte ed il suo avvicinarsi ha alimentato nei cuori di molti la speranza di un mondo più giusto e solidale. E un'aspirazione che può, anzi, che deve essere realizzata!…

Il terzo e ultimo anno di preparazione al Giubileo è segnato da un pellegrinaggio spirituale verso il Padre: ciascuno è invitato ad un cammino di autentica conversione, che comporta l'abbandono del male e la positiva scelta del bene. Alla soglia ormai dell'Anno 2000, è nostro dovere tutelare con impegno rinnovato la dignità dei poveri e degli emarginati e riconoscere concretamente i diritti di coloro che non hanno diritti. Eleviamo insieme la voce per loro, vivendo in pienezza la missione che Cristo ha affidato ai suoi discepoli! È questo lo spirito del Giubileo ormai imminente(15)».

(Dal Messaggio per la celebrazione della Giornata Mondiale Della Pace, 1° Gennaio 1999. Il documento reca la data dell’8 dicembre 1998)

Cari giovani amici, “il Padre vi ama”!

«Nella prospettiva dell'ormai prossimo Giubileo, il 1999 assume la funzione di "dilatare gli orizzonti del credente secondo la prospettiva stessa di Cristo: la prospettiva del “Padre che è nei cieli” dal quale è stato mandato ed al quale è ritornato" (Lett. ap. Tertio millennio adveniente, 49). Non è possibile, infatti, celebrare Cristo ed il suo giubileo senza volgersi, con lui, verso Dio, Padre suo e Padre nostro (cfr Gv 20,17). Anche lo Spirito Santo rimanda al Padre e a Gesù: se lo Spirito ci insegna a dire “Gesù è il Signore” (cfr 1 Cor 12,3), è per renderci capaci di parlare con Dio chiamandolo “Abbà, Padre!” (cfr Gal 4,6).

Vi invito, dunque, insieme con tutta la Chiesa a rivolgervi verso Dio Padre e ad ascoltare con gratitudine e meraviglia la sorprendente rivelazione di Gesù: “Il Padre vi ama!” (cfr Gv 16,27). Sono queste le parole che vi affido come tema della XIV Giornata Mondiale della Gioventù. Cari giovani, accogliete l’amore che Dio per primo vi dona (cfr 1 Gv 4,19). Rimanete ancorati a questa certezza, la sola capace di dare senso, forza e gioia alla vita: non si allontanerà mai da voi il suo amore, non verrà mai meno la sua alleanza di pace con voi (cfr Is 54,10). Egli ha impresso il vostro nome sulle palme delle sue mani (cfr Is 49,16)...

L’uomo contemporaneo, purtroppo, quanto più smarrisce il senso del peccato tanto meno ricorre al perdono di Dio: da questo dipendono molti dei problemi e delle difficoltà del nostro tempo. In questo anno, vi invito a riscoprire la bellezza e la ricchezza di grazia del sacramento della Penitenza ripercorrendo attentamente la parabola del figlio prodigo, dove viene sottolineato non tanto il peccato, quanto la tenerezza di Dio e la sua misericordia. Ascoltando la Parola in atteggiamento di preghiera, di contemplazione, di meraviglia, di certezza, dite a Dio: "Ho bisogno di te, conto su di te per esistere e per vivere. Tu sei più forte del mio peccato. Credo nella tua potenza sulla mia vita, credo nella tua capacità di salvarmi così come sono adesso. Ricordati di me. Perdonami!"…

Nella Lettera Apostolica Tertio millennio adveniente ho esortato i cristiani a "sottolineare più decisamente l’opzione preferenziale della Chiesa per i poveri e gli emarginati" (n. 51). Si tratta di un'opzione “preferenziale”, non esclusiva. Gesù ci invita ad amare i poveri, perché ad essi si deve un'attenzione particolare in ragione proprio della loro vulnerabilità. Essi - è noto - sono sempre più numerosi, anche nei paesi cosiddetti ricchi, nonostante che i beni di questo mondo siano destinati a tutti!...

La XIV Giornata Mondiale della Gioventù, che si svolgerà quest’anno nelle Chiese locali, è l’ultima prima del grande appuntamento giubilare. Essa assume, pertanto, una particolare rilevanza nella preparazione all'Anno Santo del 2000. Prego affinché divenga per ciascuno di voi occasione per un rinnovato incontro con il Signore della vita e con la sua Chiesa.

A Maria affido il vostro cammino e le chiedo di preparare i vostri cuori ad accogliere la grazia del Padre, per diventare testimoni del suo amore».

(Dal Messaggio di Giovanni Paolo II in occasione della XIV Giornata Mondiale della Gioventù. Il documento reca la data del 6 gennaio 1999)

L’impegno per un evento epocale

«Il mio augurio è che l'ordine esteriore, da voi mantenuto con attenta vigilanza, sia immagine di un armonico ordine interiore: ordine di pensieri, di scelte e di convinzioni; ordine di orientamenti di vita, di ideali umani, di impegno morale e religioso, specialmente in vista del Grande Giubileo dell'anno 2000, che domanda un'intensa preparazione spirituale.

Com'è noto, esso avrà inizio con l'apertura della Porta Santa in San Pietro, nella Notte del prossimo Natale. Siamo ben consapevoli di doverci predisporre ad accogliere, in occasione di questo evento epocale, una folla considerevole di pellegrini e turisti provenienti da ogni parte del mondo. Assicurare loro serenità e protezione toccherà anche al vostro Ispettorato, in collaborazione con le altre forze di sicurezza al servizio dei cittadini, specialmente in occasione delle principali celebrazioni programmate nella Basilica ed in Piazza San Pietro, lungo tutto l'anno giubilare. So che vi state organizzando per rispondere in modo adeguato alle esigenze che l'Anno Santo comporterà, con uno sforzo concertato di mezzi tecnici e di risorse umane. Di questo vi sono profondamente grato».

(Dal Discorso ai Dirigenti, Funzionari e Agenti dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano, 14 gennaio 1999)

 

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