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Comunicatori intrepidi e creativi del messaggio giubilare

Il tema della Giornata Mondiale per il 2000: annunciare Cristo nei mezzi di comunicazione all’alba del nuovo millennio

Suor Antonietta Luccitti

Nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, nel corso della Conferenza Stampa voluta, quest’anno, in coincidenza con la festa di S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e degli operatori della co-municazione (24 gennaio), è stato presentato il Messaggio del Santo Padre, per la XXXIV Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali per l’anno 2000, da Mons. John P. Foley, unitamente al programma dei pellegrinaggi giubilari dei giornalisti e del mondo dello spettacolo, presentato da Mons. Pier Franco Pastore, rispetti-vamente presidente e segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Nell’intervento di Mons. John P. Foley è stata ben evidenziata la particolare attenzione della Chiesa, soprattutto a partire dal Concilio Ecumenico Vaticano II, ai mezzi di comunicazione sociale. È, infatti, del dicembre 1963 il decreto “Inter Mirifica” con il quale si chiedeva, da parte dei Padri Conciliari, l’istituzione dei una Commissione, ora divenuto Consiglio, per le Comunicazioni Sociali, una Istruzione Pastorale sulle Comunicazioni Sociali, pubblicata appunto nel 1971 col titolo di “Communio et Progressio”, successivamente integrata con l’ “Aetatis Novae” del 1992, e l’istituzione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, l’unica giornata mondiale - del resto - voluta espressamente dai Padri Conciliari, presenti a Roma da tutte le parti del mondo. La prima venne celebrata nel 1967. A partire da tale data, ogni anno, il giorno della festa di S. Francesco di Sales, il Santo Padre ha reso noto il Messaggio per la GM, in risposta alla richiesta dei Vescovi e delle Commissioni episcopali per le Comunicazioni Sociali di tutto il mondo, in tempo perché si potessero organizzare celebrazioni e iniziative locali in sintonia con il tema. Il tema della GM di quest’anno è “Annunciare Cristo nei mezzi di comunicazione sociale all’alba del Nuovo Millennio”. “Esso pone l’accento - ha commentato Mons. Foley - sulla necessità di utilizzare i mezzi di comunicazione sociale per proclamare la Buona Novella di Gesù Cristo all’inizio del Nuovo Millennio”. Una provocazione salutare per il mondo dei media chiamato a interrogarsi su “la fede nella comunicazione”. Ne nasce un preciso e serio impegno a conoscere e far valere le leggi della comunicazione moderna per “integrare, come si suol dire, il messaggio cristiano nella cultura creata dai media”. Anno per anno i Messaggi hanno indicato piste di riflessione e di orientamento operativo perché si prendesse sempre più viva coscienza della rivoluzione tecnologica e telematica vissuta dalla società nell’attuale svolta epocale. Anche quest’anno il Santo Padre, nel Suo messaggio, ha rivolto un preciso monito: “Nell’annunciare Cristo la Chiesa deve usare con vigore ed abilità i propri mezzi di comunicazione sociale ed i comunicatori cattolici devono essere intrepidi e creativi per sviluppare nuovi mezzi di comunicazione sociale e nuovi metodi di proclamazione”. Del resto l’evento del Grande Giubileo 2000, il primo dell’era telematica, ha già mobilitato “l’intero villaggio della comunicazione globale” e continua a farsi “proposta” nonché a interpellare la nuova cultura dei media, su scala mondiale, non escludendo quindi le opportunità  che possono essere offerte anche nei ‘media’ secolari. Basta un solo esempio dell’inizio di quest’anno giubilare. Grazie alla cooperazione della RAI, di Telespazio e del Centro Televisivo Vaticano la cerimonia di Apertura della Porta Santa e la Messa di Mezzanotte di Natale nella Basilica di S. Pietro sono state seguite da un pubblico di circa due miliardi di persone, il più numeroso che un evento religioso possa ricordare nella storia. Ma perché il Giubileo dei giornalisti e degli operatori della comunicazione?  Persone, in fondo, “impegnate - per così dire - 24 ore su 24 a raccontare l’evento giubilare”? Il Giubileo, programmato dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali in collaborazione con l’Ufficio Comunicazione e documentazione del Comitato Centrale del Grande Giubileo 2000, vuole parlare, usando un’espressione di Mons. Pierfranco Pastore, segretario di detto CPCS, “all’anima e al cuore dei giornalisti prima e più che alla loro penna e alla loro professionalità”.  “Per annunciare e testimoniare Cristo, scrive il Papa nel suo Messaggio, Ë necessario incontrarlo personalmente”. La Giornata giubilare prevista a Roma per il 4 giugno, preceduta da una tre giorni di intensa preparazione, con arrivo il pomeriggio del 1 giugno, intende offrire, nell’articolazione del programma, opportunità per un incontro personale con Cristo, e ad esso accompagnare, perché il giornalista possa assolvere a quella funzione che il Papa Paolo VI descrisse come molto affine alla funzione dei vescovi e dei profeti. Quella, cioè, di “far pensare la gente, di far riflettere”. I giornalisti cristiani - ricordava Mons. Pastore - non possono non sentire come propri, assumendoli in prima persona, ´l’impegno e la responsabilità di “predicare” (laddove predicare è comunicare), con la propria vita e con la propria professionalità l’anno del giubileo come anno di grazia del Signore (cfr TMA, 14). Ufficiale ormai il programma, sia pure presentato nelle sue linee di massima, ma già abbastanza definito e concordato. Particolarmente significativi  alcuni momenti: dalla “sosta di silenzio e di contemplazione personale”, nella Cappella Sistina, preceduta da un breve indirizzo di accoglienza e di preghiera, nel pomeriggio stesso dell’arrivo; al break nel quadriportico della Basilica di San Paolo Fuori le Mura, dopo la Celebrazione Ecumenica della “Festa della Parola”, pensato proprio per facilitare il dialogo tra “le varie presenze cristiane”; alla tanto auspicata dai giornalisti “Udienza del Santo Padre”. “Un grande gesto di stima e di amicizia, ha commentato Mons. Pastore, da parte del Santo Padre nei confronti dei giornalisti, lui che è stato definito “il più grande comunicatore del nostro tempo”. Anche “Il Giubileo del mondo dello spettacolo”, previsto per il 15-17 dicembre, ha ormai il suo programma abbastanza definito. Dalla celebrazione mariana a quella penitenziale in Santa Croce in Gerusalemme; dal momento di Rievocazione dei due millenni della vita cristiana, nella Basilica di San Pietro in Vaticano, ad una Celebrazione dei martiri, in un ampio spazio della capitale, dove gli operatori del mondo dello spettacolo potranno anche esprimere, attraverso la loro arte, i motivi che li hanno spinti a rispondere all’invito del Santo Padre per il Giubileo. E’ prevista e oltremodo attesa l’Udienza del Santo Padre. Uno spettacolo conclusivo contribuirà senz’altro a dare un tocco particolare di festa alle Celebrazioni giubilari dei tre giorni.

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