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Giubileo nel mondo

Asia

Graziano Motta

Terra Santa

L’attesa per il pellegrinaggio di Giovanni Paolo II

Ora che ne è stata fissata la data – dal 20 al 26 marzo - si contano i giorni che separano la Terra Santa dall’arrivo di Giovanni Paolo II per il pellegrinaggio da lungo tempo atteso, senz’altro il più atteso. “Il Papa ci rafforzerà nella fede” dice il patriarca Michel Sabbah guardando alla chiesa di Gerusalemme, ri-masta misteriosamente piccola, come ai tempi di Gesù. “Il Papa porterà un messaggio di pace, di giustizia e di riconciliazione” prosegue riflettendo sul negoziato in corso che tenta comporre il lun-go conflitto israelo-palestinese. E aggiunge “sarà un messaggio di fratellanza per i fedeli delle tre religioni monoteistiche”. Ebraismo, Cristianesi-mo e l’Islam che si richiamano ad Abramo, comune padre nella fede, e convivono nella stessa terra. Il Papa pensava di porsi sui passi di Abramo, cominciando il pellegrinaggio da Ur, nell’attuale Iraq, da dove si mosse per la terra indicatagli da Dio; le circostanze attuali non gliel’hanno consentito e quindi visiterà per prima la Gior-dania: vorrà vedere Gerusalemme dal Monte Nebo, come Mosè che qui morì senza poter condurre il popolo ebraico alla Terra Promessa; sosterà sulla riva del fiume Giordano là dove la tradizione vuole che Giovanni battezzasse e celebrerà la messa nello stadio di Amman. Passerà in Palestina, a Betlemme, per venerare la grotta della Natività e celebrare la messa nel piazzale antistante la Basilica. A Gerusalemme due celebrazioni eucaristiche: nella basilica del Santo Sepol-cro e al Cenacolo. Un evento eccezionale quest’ultimo, perché edifico dove Gesù istituì l’Eucaristia e dove il Santo Spirito alitò sulla prima Chiesa, il culto cristiano da quasi cinque secoli è stato interdetto (da quando cioè, proprio a metà del 1500, le autorità ottomane e-spulsero i Frati Minori dall’edificio di cui erano proprietari e trasformarono il salone principale in moschea). Altre due giornate saranno in Galilea, a Nazaret – con la celebrazione il 25 marzo della festa dell’Annunciazione nell’omonima Basilica – e sul monte delle Beatitudini dove almeno 50 mila giovani, locali e venuti da ogni parte del mondo, si stringeranno attorno al Papa. A Gerusalemme sono previsti parecchi incontri importanti; uno ecumenico con Patriarchi e Capi delle Chiese cristiane, cioè ortodosse e protestanti, che con quelle cattoliche dei vari riti sono impegnate a ricomporre l’antica unità e hanno cominciato un programma di celebrazioni comuni del Grande Giubileo. Altri due incontri sono di carattere interreligioso: presso il muro occidentale dell’antico Tempio ebraico (il cosiddetto “muro del pianto) con i due Gran Rabbini d’Israele, l’askenazita Meir Lau e il sefardita Mordechai Bakshi-Doron, e sulla spianata delle Moschee con il Gran Muftì musulmano Ikrima Sabri. Un in-contro infine di carattere civile con il capo dello stato d’Israele Ezer Weiz-man, come quello che avrà a Betlemme con il presidente palestinese Yasser Arafat. E infine due visite molto significative: a un campo di profughi palestinesi e al museo dell’Olocausto che ricorda i sei milioni di ebrei morti nei campi di sterminio nazisti.

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