Sul Golgota ha unito il cielo e la terra
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SUL GOLGOTA HA UNITO IL CIELO E LA TERRA

Card. Vinko Puljic

«Per me vivere è Cristo» (Fil 1,21). Facendo proprie queste parole dell'Apostolo delle Genti, vorrei manifestare la mia ferma adesione al Credo della Chiesa Cattolica, che confessa Gesù Cristo vero Dio e vero uomo.... concepito per opera dello Spirito Santo e nato dalla Vergine Maria.

L'Anno Liturgico in corso, che fa parte del triennio della preparazione al Grande Giubileo, è un vero e proprio momento di grazia; è l'occasione propizia per approfondire la nostra fede in Dio e la fede della Chiesa, Corpo mistico di Cristo, di cui facciamo parte attraverso il Battesimo, e per rafforzare la propria coscienza circa la possibilità di partecipazione attiva di ogni persona e dell'umanità intera alla mirabile storia della salvezza di Dio. Gesù Cristo, infatti, con il Mistero dell'Incarnazione, duemila anni orsono, è entrato a far parte della storia dell'umanità e di ogni singola persona.

Proprio per questo mi è caro menzionare a i ricordi ancora oggi molto vivi della mia esperienza di Gesù Cristo durante l'infanzia trascorsa in una famiglia che si basava sulla fede cattolica vissuta quotidianamente e sostenuta dai sacramenti e dalla preghiera. In tale ambiente ho potuto conoscere Gesù Cristo unitamente a sua Madre, Maria. E la devozione per Gesù Cristo è cresciuta in me inseparabile dalla devozione verso la Beata vergine, Madre di Dio.

Da bambino, tutto mi sembrava chiaro, e non mi ponevo alcuna domanda al riguardo. Più tardi, però, durante la preparazione al sacerdozio, spinto dall'entusiasmo giovanile di diventare sacerdote al più presto possibile, ho cominciato ad interrogarmi sulla persona e sulle opere di Gesù. Tra l'altro, non mi è stato chiaro per quale motivo si deve studiare tanti anni per poter diventare sacerdote e mi sono posto anche la domanda perché Gesù stesso ha atteso ben trent'anni per iniziare l'annuncio del Regno di Dio. Nella preghiera e nella meditazione della Parola di Dio ho scoperto che tutto ciò che cresce ha bisogno di tempo e di silenzio. Infatti tutte le cose grandi crescono e si sviluppano in silenzio, senza chiasso.

Il regime comunista ateo, che fino a pochi anni fa regnava nella mia Patria, mi ha causato non poche difficoltà lungo la strada verso il sacerdozio. In tale ambiente ho avuto la possibilità di scoprire il volto del Cristo sofferente, Figura in cui ho trovato sorgente di consolazione e di pace interiore. Ho potuto, proprio nella Figura del Cristo sofferente, intravedere la vicinanza di Dio ad ogni persona che si trova in mezzo alle sofferenze e alle difficoltà della vita quotidiana.

Vorrei sottolineare che non mi sono mai occupato molto della natura della sofferenza. Per me era sempre più importante saper conservare la luce, la perseveranza e la fedeltà in mezzo alle tribolazioni e alle avversità della vita. Il Cristo sofferente mi infondeva coraggio per andare avanti; soprattutto il Cristo della via crucis lungo le strade di Gerusalemme e del mondo. E ogni volta accanto a Cristo trovavo anche Sua Madre: Ella sta sempre accanto all'umanità sofferente che si rispecchia nel volto di suo Figlio per infondere sul mondo intero i raggi di luce e di speranza.. L'ho potuto sperimentare tante volte e in modo particolare negli ultimi anni, nel corso della sanguinosa guerra che ha colpito la Croazia e la Bosnia ed Erzegovina.

Nel contemplare il Cristo sofferente, mi ha colpito sempre la scena in cui Gesù consola le donne di Gerusalemme. Mentre Egli stesso stava sopportando un'immensa sofferenza, ha potuto trovare forza per consolare gli altri, addirittura meno sofferenti di Lui. Pensare agli altri nella propria sofferenza, in mezzo alle tribolazioni, è veramente qualche cosa insieme di grande e di profondamente umano: non ci si deve mai chiudere nel proprio dolore, ma si deve avere a cuore pure la sorte degli altri.

La sofferenza nella vita terrena di Gesù ha raggiunto il culmine sul Golgota. Proprio in quel luogo in cui fu innalzato sulla croce per "unire" per sempre il cielo con la terra e riconciliare definitivamente l'uomo con Dio, Gesù mostra tutto il suo amore verso l'umanità: li Egli prega per i nemici ed offre il perdono al buon ladrone, promettendogli addirittura di essere con Lui in Cielo in quello stesso giorno. Nessuno può rimanere indifferente di fronte ad un simile gesto di generosità e di amore gratuito, che nel buio del male sa accendere la lampada della fede ed indicare che il perdono sta alla base di un mondo nuovo verso il quale anela l'umanità ferita dal peccato: un mondo che ha inizio nella profondità del cuore umano.

Il Cristo sofferente, vero Samaritano e Cireneo dell'umanità, mi ha colpito in modo particolare quando dalla Croce ha donato Sua Madre a Giovanni, il discepolo che ha amato, e, attraverso lui, all'intera umanità. Si tratta di un mistero che proviene dalle profondità insondabili del Cuore Divino e non può che riempirci di gioia la realtà di avere una Madre celeste piena di amore verso ciascuno di noi.

Nel corso degli anni ho avuto l'occasione di incontrare varie persone che si lamentavano di soffrire per non sentirsi amate. Ogni volta indicavo loro l'amore che Dio Padre ha manifestato a Suo Figlio, Gesù Cristo, diventato nostro Fratello e Redentore: Fratello e Redentore dell'uomo. Attraverso Lui, infatti, è avvenuta l'irruzione della grazia di Dio nella storia dell'umanità segnata dal peccato. Proprio in Gesù Cristo ogni uomo e donna possono sperimentare quanto sono amati da Dio, che li ha creati a sua immagine e somiglianza.

Da parte mia, sono immensamente grato a Dio per il dono di sapere che ogni essere umano è amato da Lui e di aver potuto sperimentare tante volte, alla luce del Vangelo di Cristo, che cosa vuol dire la carità divina. Ancora una volta ripeto: «Per me vivere è Cristo»: Egli è veramente la Via, la Verità e la Vita (Cf Gv 14,6). E vorrei condividere la mia gioia di fede con tutti i miei fratelli e sorelle in Gesù Cristo, con l'umanità intera redenta da Cristo, affinché il Grande Giubileo del 2000 a cui ci prepariamo, diventi Giubileo della fede, della speranza e della carità.

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