Orientare l'arte e la cultura all'evento giubilare
Jubilee 2000 Search
back
riga


L'ANNO DI GESÙ CRISTO
Commissione Artistico-culturale

ORIENTARE L'ARTE E LA CULTURA ALL'EVENTO GIUBILARE

+Francesco Marchisano

La Commissione Artistico-Culturale si continua ad adoperare con alacrità per districarsi tra gli innumerevoli progetti che pervengono in Dicastero. I proponenti spediscono o arrivano a presentare direttamente le loro intuizioni, le loro attese, i loro desideri per cui, sia il Presidente Marchisano, sia il Segretario dei Beni Culturali, Chenis, sono fatti segno di richieste senza tregua al fine di far prendere in considerazione quanto proposto. La Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, che ospita la sede della Commissione Artistico-Culturale del Giubileo, si è trovata nel mezzo di una ressa di avventori che offrono i loro prodotti. Sono molti infatti coloro che auspicano di partecipare a questo memorabile evento offrendo il pegno di una propria iniziativa. E non sempre arrivano i progetti migliori.

Dovendo fare, di tanto in tanto, il punto sulla situazione si devono notare le opposte tendenze nelle intenzioni di fondo che muovono la preparazione dell'Anno Santo. Da una parte vi è l'eccedenza di motivazioni di interesse, dall'altra le nobili ragioni di disinteresse. Su un versante si nota l'estrema soggettività delle proposte dovuta al calo della conoscenza e della coscienza ecclesiale, sull'altro si respira il vento conciliare, l'ecumenismo, il dialogo interreligioso. Purtroppo v'è del profano nel tentativo di commercializzazione di questa tappa significativa della cultura cristiana e nel contempo ci sono le rationes seminales di una ripresa di vigore spirituale. Emerge spesso l'essenza eminentemente pastorale di questo triennio in preparazione del Giubileo, che si manifesta attraverso l'arma povera della preghiera, il cammino umile della conversione, l'arte austera della santità. In tal senso le arti con la connaturale liberalità, apertura al sacro e al bello sono idonee ad evidenziare la realtà nei suoi connotati più profondi, possono giovare, se autentiche, al cammino di catarsi dello spirito onde dirigere il cuore e la mente verso Dio.

Dell'abbondante materiale pervenuto e studiato dagli esperti della Commissione, alcuni progetti si sono particolarmente distinti nell'ottemperare ai criteri precedentemente segnalati, per cui si è provveduto a trasmettere al Comitato Centrale "il giudizio di idoneità" al fine del conferimento del logo. Sono proposte che si modulano sui parametri della lectio divina per presentare Gesù Cristo, ieri, oggi e sempre; che sfogliano la storia della Chiesa ripresentando i vari Giubilei; che percorrono, con fascino discreto, le strade dei pellegrini "ad limina Sancti Petri"; che offrono spunti sull'evangelizzazione delle genti, lungo i secoli, ed in particolare sulla nuova evangelizzazione, attraverso messe in scena sulle piaghe della modernità e sui grandi testimoni della fede. Tali progetti si valgono dei moderni aeropaghi - arte visuale, teatro, cinema, televisione, musica, editoria - per indirizzarsi ad uomini, donne, bambini, affinché coloro che sono accecati dalla cultura dell'indifferenza possano aprire gli occhi, per stupirsi dinanzi alla grandezza del mistero del Verbo incarnato.

1. Dall'interesse al disinteresse

L'avvicinarsi del Giubileo stimola ad un itinerario di conversione. Questo significa ammettere che ci sono cose che non vanno nell'attuale assetto sociale ed ecclesiale. Per convertirsi poi occorre resistere alle tentazioni al fine di immettersi su una strada diversa con nuove frequentazioni. Il successo non è garantito ed il cammino è tormentato. L'insidia più frequente è quella della commercializzazione per cui l'approssimarsi del Giubileo anziché essere un'occasione di rinascita spirituale, diventa il motivo per procacciarsi nuove forme di guadagno. Le arti sono in tal senso una profetica divinità bifronte. Da una parte evidenziano il mercimonio che porta a presentare al pubblico ciò che esso chiede secondo gusti quanto mai massificati e per questo fonte abbondante di rendita economica. E' il fronte del falso profeta. Dall'altra parte risvegliano la coscienza critica per far guardare il mondo con occhi diversi ritrovando il vero; per indurre a desiderare il bene del prossimo configurando la civiltà dell'amore; per imparare a compiacersi della purezza del bello inoltrandosi nel recinto del sacro. E' il fronte del vero profeta. la Chiesa è chiamata a favorire le arti nella loro autentica bellezza così che esse possano risvegliare l'uomo dal torpore dell'indifferenza rivelandogli attraverso lo splendore delle forme la "religione in spirito e verità" annunciata dal Cristo. Le arti per loro natura sono disinteressate, ovvero iniziano solo quando terminano i bisogni materiali, ideologici, e soprattutto economici al fine di soddisfare con liberalità alle necessità dello spirito. L'Anno Santo vuole il commento delle arti onde esprimere il cammino dell'uomo verso Dio lungo le strade del mondo e lo scorrere del tempo. In questo esordio del triennio in preparazione al Giubileo occorre tutelare la società da chi intende strumentalizzare questo importante momento ecclesiale con la stessa fermezza usata da Gesù nello scacciare i venditori del tempio.

2. Dal soggettivo all'oggettivo

L'appello del Concilio Ecumenico Vaticano II a rinnovare l'alleanza tra Chiesa e mondo dell'arte non sempre ha riscosso il dovuto successo. L'odierno pluralismo culturale, le ideologie avverse alla religione e talvolta il basso profilo della committenza ecclesiastica, hanno allontanato l'arte dalla Chiesa. In questi anni è riemersa, accanto ad altre esigenze, quella del sacro. Vari artisti stanno tentando un'esperienza religiosa attraverso le loro opere, ma in modo molto soggettivo. Lo sguardo al divino è attraverso una sorta di panteismo; il disegno della pace tra i popoli assume contorni sincretisti; la sublimità del sacro si esprime attraverso una concettualizzazione artistica sempre più astratta. L'Anno Santo offre l'occasione di iniziative nel campo dell'arte e nel contempo apre numerose problematiche a cagione dello scollamento tra percezione soggettiva e visione ecclesiale della religione. Lo documentano vari progetti in cui la tormentata ed avvincente avventura interiore non sboccia in un linguaggio comprensibile e in contenuti congrui al percorso cristiano.

Occorre ripresentare al pubblico i contenuti della fede e sollecitare gli artisti a sentire cum ecclesia onde tradurre la propria intuizione del sacro nella lingua dei popoli. Il Giubileo è una sfida indiretta per ritrovare la via della bellezza da percorrere in comunione con i popoli del mondo, superando le solitudini narcisistiche, affinché l'arte sia dialogo e dono gratuito alla società in cui si vive della personale esperienza di Dio. Gli artisti sono chiamati ad un atteggiamento di apertura a quanto Dio ha rivelato agli uomini nelle Scritture e a quanto la Chiesa ha interpretato lungo i secoli. Le arti a servizio dell'Anno Santo devono poter indicare il passo affrettato o lento dell'uomo verso Dio con narrazioni che tutti siano in grado di ascoltare con diletto dell'animo.

3. Dal profano al sacro

Ci sono due opposte concezioni tra l'impostazione cristianamente ispirata e quella di matrice pagana. Mentre nel mondo classico la divinità era inaccessibile e pertanto separata dagli uomini, in quello cristiano il Verbo si fa carne dimorando in mezzo a noi. Cade dunque la distinzione tipologica tra sacro e profano secondo cui la cella della divinità era negata agli adepti, che solo potevano sostare davanti ad essa, ovvero nel luogo pro-fano. Nel mens della Chiesa l'unica cosa profana è il peccato, tutto il resto concorre alla piena ricapitolazione della realtà in Dio: Il Giubileo chiama dunque a riconsacrare il mondo a Dio attraverso una via di purificazione interiore, il cui riscontro esteriore è dato dalla carità e dall'arte. Entrambi fanno diventare buono e bello il mondo dell'uomo così da ricordare l'ora primigenia della creazione, l'ora attesa della redenzione, l'ora ultima della resurrezione. Bellezza e santità, fruizione estetica ed estasi mistica costituiscono i poli irriducibili di un'unica realtà che concorre a far desiderare il sommo bene individuato nella contemplazione della "gloria di Dio".

Ma il mondo è attentato da profanazioni che portano lontano da Dio e pertanto rallentano la celebrazione della salvezza. Il Giubileo può essere profanato da chi inopinatamente utilizza quest'occasione per inoculare germi contrari alla fede, o chi si disinteressa perché preso dalla cura del proprio "particulare". Anche le arti dissacrano quando, anziché essere finalizzate all'ascesi, curano la fama degli artisti, si liberano dai vincoli della morale, non comunicano la forza della creazione e la presenza del sacro.

Accogliendo la teoria della formatività secondo la quale l'arte si va facendo attraverso il travaglio dell'incarnazione delle forme nella materia, possiamo concludere che il Giubileo può condizionare favorevolmente le arti dal momento che stimola gli artisti ad esprimere il volto di un'umanità la quale vuole affacciarsi al terzo millennio con cuore rinnovato. Forse abbiamo superato la fase delle pure intuizioni per iniziare quella progettuale. Stiamo guardando i primi abbozzi non ancora contestualizzati per cui tutto appare ancora immerso nel caos. Ma dialetticamente al caos si oppone il cosmo. Il passaggio comporta un'ulteriore elaborazione del progetto globale, dove le opere artistiche si collocano a riscontro del mondo dell'anima. Il triennio rappresenta pertanto un cammino di purificazione interiore ed esteriore, di superamento degli interessi privati e delle preclusioni ideologiche, così da varcare le porte del 2000 con un'arte davvero liberale. La Commissione artistico culturale si propone di servire le arti stimolando progetti che aprano realmente al sacro attraverso la bellezza. Essa, pur non rifiutando gli artisti in erba, vorrebbe accogliere le proposte dei grandi, specie di coloro che nutrono ancora riserve, o guardano con diffidenza la religione. La Chiesa è infatti convinta che attraverso l'arte, come conferma GiovanniPaolo II, si possa intessere un dialogo con i lontani, siano essi artisti o fruitori, e si possono, camminando insieme con tutti gli uomini di buona volontà, varcare le soglie della speranza.

top