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Il Convegno sull’attuazione del Concilio Vaticano II

Il grande dono dello Spirito Santo alla Chiesa del Giubileo

+ Crescenzio Sepe

Nella Lettera Tertio Millennio Adveniente, Giovanni Paolo II fa esplicito riferimento a uno tema di decisiva importanza per la vita della Chiesa: il Concilio Ecumenico Vaticano II. Si legge, infatti, nel testo: “L’esame di coscienza non può non riguardare anche la “ricezione del Concilio”, questo grande dono dello Spirito alla Chiesa sul finire del secondo millennio. In che misura la Parola di Dio è divenuta più pienamente anima della teologia e ispiratrice di tutta l’esistenza cristiana, come chiedeva la “Dei Verbum?” È vissuta la liturgia come “fonte e culmine” della vita ecclesiale, secondo l’insegnamento della “Sacrosanctum Concilium?” Si consolida, nella Chiesa universale e in quelle particolari, l’ecclesiologia di comunione della “Lumen gentium”, dando spazio ai carismi, ai ministeri, alle varie forme di partecipazione del Popolo di Dio, pur senza indulgere a un democraticismo e a un sociologismo che non rispecchiano la visione cattolica della Chiesa e l’autentico spirito del Vaticano II? Una domanda vitale deve riguardare anche lo stile dei rapporti tra Chiesa e mondo. Le direttive conciliari - offerte nella “Gaudium et spes” e in altri documenti - di un dialogo aperto, rispettoso e cordiale, accompagnato tuttavia da un attento discernimento e dalla coraggiosa testimonianza della verità, restano valide e ci chiamano a un impegno ulteriore” (TMA, 36). Dal testo della Tertio Millennio Adveniente si possono scoprire facilmente due piste: la prima, indica il percorso strutturale del Convegno; la seconda, mostra l’analisi che si deve compiere per verificare l’attuazione dell’insegnamento conciliare. Per quanto concerne il primo aspetto, il presente Convegno ha lo scopo di dare una prima risposta attraverso la sua stessa strutturazione. Le quattro relazioni fondamentali prendono in considerazione, infatti, le quattro costituzioni del Vaticano II. è su questi pilastri, come si sa, che si è costruito l’intero rinnovamento conciliare. Il primato della Parola di Dio e la liturgia sono i due momenti attraverso i quali la Chiesa comprende sempre più intimamente la sua natura e la sua missione. Mentre la Dei Verbum consente di scoprire la novità perenne della rivelazione di Dio all’umanità, la Sacrosanctum concilium ne permette di celebrare il mistero attraverso il culto, la preghiera e l’evocazione. La Chiesa, in questo modo, si scopre sempre più mistero di comunione con la missione perenne di un annuncio di verità nelle diverse e mutevoli situazioni del mondo contemporaneo. Emerge così che Lumen gentium mostra il mistero della Sposa di Cristo come sacramento di unità e di riconciliazione, mentre Gaudium et spes si fa carico di individuare gli spazi e le sempre nuove sfide che provocano i figli di Dio a dare ragione della speranza cristiana. In questo contesto si è voluto che il presente Convegno prendesse le mosse certamente dal Concilio, ma facendo stretto riferimento a questi ultimi quindici anni successivi alla scadenza sinodale, perché non si ripetesse ciò che è già frutto di analisi condotte nei decenni scorsi e perché si procedesse verso una più dettagliata forma di acquisizione dell’insegnamento conciliare. La prima relazione, pertanto, con la quale saremo introdotti nei lavori del Convegno, è dedicata al tema del Concilio tra il Sinodo dell’85 e l’evento giubilare. Una seconda pista, inoltre, viene fornita da Giovanni Paolo II nella Tertio Millennio Adveniente. Questa consiste più direttamente nel verificare le modalità nella “ricezione” dell’insegnamento conciliare. Si è cercato di rispondere a questa richiesta attraverso l’organizzazione di circa quaranta comunicazioni, che prendono in considerazione i temi principali del Concilio in riferimento alla vita della Chiesa. Dietro la titolazione, che può sembrare generica, si nascondono temi nodali del Vaticano II. Così, ad esempio, sotto la voce “Trasmissione della fede” sono compresi i grandi temi della catechesi e del suo rinnovamento, dell’apporto del laicato e della maturazione del popolo di Dio nelle questioni riguardanti i contenuti centrali del proprio credere. Nell’ascolto di questi interventi, che saranno articolati per tematiche e gruppi linguistici nelle sedute pomeridiane, in modo da consentire un coinvolgimento più diretto dei partecipanti, si potrà verificare quanto dell’insegnamento conciliare è stato recepito e quanto ancora necessità di ulteriore applicazione.

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