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  Il Convegno sull’attuazione del Concilio -Sintesi delle relazioni

Dal Sinodo del 1985 al Grande Giubileo

Hermann J. Pottmeyer

La prima relazione del simposizio si è articolata attraverso un ricco e approfondito confronto fra la Tertio Millennio Adveniente e il messaggio dei Padri sinodali al termine dell’assise del 1985. nella lettera apostolica del 10 novembre 1994 il Papa sottolinea il valore del Concilio come “evento provvidenziale, attraverso il quale la Chiesa ha avviato la preparazione prossima al Giubileo del secondo millennio”. Di questo itinerario Pottmeyer ha sottolineato alcuni degli aspetti centrali. Anzitutto quello “pneumatologico”, incentrato su un’attenzione particolare all’azione dello Spirito che avvicina i credenti al mistero di Cristo e moltiplica i segni di speranza dinanzi al futuro. Poi, quello dell’opzione preferenziale verso i poveri e gli emarginati, espresso con particolare eloquenza dall’appello all’azzeramento del debito dei paesi poveri. Quindi la dimensione del martirio, con la sua profonda valenza ecumenica; infine l’esortazione ad un coraggioso esame di coscienza che comprenda anche la ricezione del Concilio Vaticano II. Aspetto centrale della Tertio Millennio Adveniente è la sottolineatura della vocazione di tutti i membri del popolo di Dio, chiamati ad approfondire la fede per raggiungere una maggiore responsabilità riguardo alla missione della Chiesa. “Solo se i suoi membri accettano la vocazione cristiana - ha sottolineato Pottmeyer - e diventano soggetti responsabili della sua missione con disponibilità, dedizione e competenza, la Chiesa diviene una vera “communio””. E proprio la “communio” è il concetto-guida del Messag-gio dei Padri Sinodali al termine dell’Assemblea straordinaria del 1985.

La Parola di Dio nella teologia e nella vita          

Albert Vanhoye S. J.

Perché le Scritture ritornino attualmente vive e attive nella Chiesa, perché facciano effettivamente “risuonare la voce dello Spirito Santo”, bisogna che esse siano trasportate dalla corrente di vita della Tradizione, corrente che proviene direttamente dallo Spirito Santo. Come ha scritto A. Franzini, “privata dalla Tradizione ecclesiale, la Scrittura sarebbe un corpo morto e l’unica funzione alla quale potrebbe aspirare sarebbe di ordine documentario”, come i testi degli storici antichi. Dopo il periodo della fondazione,la Tradizione non produce più Testi ispirati dallo Spirito Santo ma gode dell’assistenza dello Spirito Santo per rendere attuali le scritture, in un doppio senso, sia di una attualizzazione di conoscenza e di efficacia, sia per far comprendere il senso delle Scritture oggi e renderli operanti nel mondo presente. L’esegesi cattolica non può ignorare questo ruolo della Tradizione. Nel suo documento del 1993 su “L’interpretazione della Bibbia nella Chiesa” la Commissione Biblica l’ha esplicitamente riconosciuto. Essa dichiara che ciò che caratterizza l’esegesi cattolica, “è che essa si situa coscientemente nella tradizione viva della Chiesa, di cui la prima preoccupazione è la fedeltà alla rivelazione attestata dalla Bibbia” (Cap. III, Introduzione).

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