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  Testimonianze

Una vita in comunione

Gerard Sars, musicista, coniugato con 8 figli, diacono dal ’94, della diocesi di Roermond, Paesi Bassi.

Che rapporto ha con i sacerdoti della sua parrocchia?

Il giorno della mia ordinazione, dopo essere stato presentato alla comunità parrocchiale , mentre ci recavamo al presbiterio il parroco osservò:  “Oggi il numero dei figli del nostro clero parrocchiale è aumentato di una media di due unità”. Eravamo una sorta di unità e ci sentivamo responsabili gli uni degli altri. Il rapporto tra i sacerdoti e la nostra famiglia va oltre  il lavorare insieme. Sono i benvenuti nella nostra famiglia movimentata ed io sono il benvenuto nella loro quiete, fatta di silenzio e studio, cosicché la stima reciproca cresce. Al parroco fa piacere visitare una famiglia con dei bambini, specialmente quando nascono delle difficoltà. Partecipando alla vita familiare, mettono a fuoco i loro limiti e possono andare avanti”. La piccola comunione, l’ecclesiola, è in grado di tradurre i problemi del grande mondo su proporzioni comprensibili. Anche ai bambini viceversa piace ascoltare le storie che raccontano i sacerdoti, la loro saggezza, la pace che traspare dal loro stile di vita e dal loro modesto ma sincero riferirsi alle cose di Dio. Nella nostra parrocchia i diaconi svolgono gratuitamente la loro missione. Spesso i parrocchiani sono colpiti dalla nostra testimonianza di volontariato, ma non si rendono conto che, nella parrocchia, il primo volontario è il parroco. Come Cristo stesso, egli offre ciò che “tiene uniti al Signore senza distrazioni”, come dice San Paolo nella prima lettera ai Corinzi. Come diacono vedo i sacerdoti stessi acquisire una nuova coscienza del loro essere volontari.

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