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Giubileo degli Artisti

Testimonianze

Valori morali e bellezza sensibile

Krysztof Zanussi - Regista

Per secoli la Chiesa ha considerato l’arte come un valido strumento di evangelizzazione. Nella promozione della cultura in Europa la Chiesa, durante il Medioevo, ha avuto una parte insostituibile, culminata in epoca barocca. L’invenzione di Gutenberg è stata accolta con entusiasmo dalla Chiesa. La rottura dei buoni rapporti tra il Cristianesimo e la cultura ha inizio all’epoca dell’Illuminismo, ma la vera crisi coincide con la caduta dello Stato Pontificio e il conseguente periodo di chiusura dei cattolici al mondo moderno, considerato ostile alla Religione. La riapertura, nel primo Novecento, avviene in un momento in cui nella cultura europea si conclude il lungo periodo del predominio della parola stampata e si apre l’epoca moderna caratterizzata dalla prevalenza dell’audiovisivo – che avendo avuto inizio con la stampa illustrata, e passando attraverso il cinema, è sfociato in Internet. L’ostilità iniziale della Chiesa nei confronti dell’audiovisivo (rappresentato al principio del secolo passato dal cinema) sembra dipendere da due fattori. Il primo è legato al fatto che il cinema, come linguaggio, più che la parola stampata sollecita maggiormente i sensi. La seconda ragione è la vicinanza del cinema con la cultura degli strati più bassi della società. La rottura, una volta avvenuta, continua a nostri giorni, malgrado gli sforzi di riavvicinamento da parte della Chiesa gerarchica e dei pochi artisti dell’audiovisivo di ispirazione cristiana. Malgrado questa rottura (forse però è meglio dire diffidenza), ci sembra che molti lavori cinematografici siano orientati secondo una prospettiva spirituale. Ai nostri giorni la spiritualità torna di moda, ma di solito essa è più vicino allo spirito della New Age che a quello del Vangelo. I grandi autori del cinema indubbiamente cristiani: Dreyer, Bergman, Pasolini, Fellini e Tarkowski, sono scomparsi. Fra i film recenti più significativi per il nostro argomento, l’americano “Matrix” tocca il Mistero in modo intuitivo, ma senza riferimenti cristiani. L’aspetto più caratteristico di questa difficoltà mi sembra la separazione dell’aspetto etico dalla metafisica. Nella cultura dominante di oggi questi due elementi della spiritualità sono divisi. Nella sua azione pastorale la Chiesa cattolica può fare lo sforzo di una nuova apertura verso gli ambienti creativi dall’audiovisivo, come ha fatto Giovanni Paolo II durante sua visita a Los Angeles. E’ necessario soprattutto sensibilizzare i pastori, sacerdoti e vescovi, al linguaggio dell’audiovisivo. Questo linguaggio è diventato comune per una grande massa di credenti e rimane spesso sconosciuto al clero. Mi sembra necessario creare un ponte tra la teologia moderna e l’estetica orientata verso il bello e la verità.

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