All'inizio dell'udienza, il card. Roger Etchegaray, presidente del Comitato Centrale del Grande Giubileo dell'Anno 2000, ha rivolto il segiente indirizzo di omaggio al Santo Padre:

Padre Santo,

è proprio dall'inizio del Suo pontificato che Ella ci ha invitati a fare il conto alla rovescia per l'Anno 2000. Con il Suo itinerario tracciato nella "Tertio Millennio Adveniente" non possiamo nè sbagliare nè perdere il fiato.

Ormai, il Grande Giubileo batte alle nostre porte e, sotto il vento dello Spirito Santo, ci sospinge ad aprire la vera porta, quella che simboleggia la porta santa, quella del cuore che dà accesso alla grazia della conversione e della riconciliazione. L'orizzonte del Millennio è così prossimo che cammino di avvicinamento e traguardo si confondono sempre più, tanto che in questi giorni i nostri sguardi sono rivolti innanzitutto alla preparazione di un Calendario da sottoporLe e allo studio di una accoglienza la cui complessità tecnica non può mascherare la limpidezza spirituale dell'Evento.

Ma Roma non sarà il solo polo del Giubileo. Lei ha voluto che "simultaneamente", è Sua l'espressione, anche la Terra del Cristo e l'insieme delle Chiese locali, nella varietà delle loro culture, siano pure i luoghi dello stesso rinnovamento evangelico, stimolati, ispirati senza dubbio da quello che si svolgerà nella Chiesa di Pietro e Paolo.

Al termine dei nostri lavori, posso testimoniare che ovunque le comunità cristiane camminano verso il Giubileo con giovanile allegria, ravvivando il loro triplice impegno missionario, ecumenico e sociale, consapevoli che questo Giubileo mette in evidenza e alla prova, allo stesso tempo, la sfida che la logica del Vangelo non cessa di lanciare alla logica del mondo.

Sì, oggi questa sfida è gigantesca. Dobbiamo accettarla con Lei come il piccolo Davide, con le mani nude, tese verso Dio nostro Padre e verso tutti i nostri fratelli. Padre Santo, ormai il Giubileo è vicinissimo anche per Lei. Che Nostra Signora di Lourdes, celebrata ieri, ci dia la gioia di viverlo insieme.