Difficoltà del discorso
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DIFFICOLTA’ DEL DISCORSO

Abbiamo assolutamente bisogno della grazia spirituale per dissertare intorno allo Spirito Santo, non per parlarne in modo conveniente - perché è impossibile- , ma per esporre con sicurezza quello che si dice nelle Sacre Scritture. Nei Vangeli è stato descritto come un grande timore quanto ha detto Gesù: "A chiunque avrà parlato contro lo Spirito santo, non sarà perdonato né in questa vita né in quella futura" (Mt. 12,32). Bisogna sempre temere affinché uno non sia sottoposto a condanna per aver detto di lui ciò che non conviene, o per ignoranza o per tradizionale devozione. Gesù Cristo, il giudice dei vivi e dei morti, ha dichiarato che non c’è perdono; quale speranza ha chi ha peccato?

E’ opera della grazia di Gesù Cristo concedere a noi di parlare perfettamente e a voi di ascoltare con intelligenza. Occorre intelligenza non solo a chi parla, ma anche a chi ascolta, perché ascoltando non fraintenda. Dello Spirito santo vi diremo soltanto quello che è stato scritto, e se qualcosa non è stata scritta non indagheremo per curiosità. E’ stato lo Spirito santo stesso a parlare nelle Scritture : di se stesso ha detto quello che ha voluto e quello di cui siamo capaci. Diciamo dunque quello che ha detto; non azzardiamoci a dire quello che non ha detto.

Cirillo di Gerusalemme

UNICITA’ DELLO SPIRITO

C’è un solo Spirito santo, il Paraclito. Come uno è Dio, il Padre e non esiste un secondo padre; come uno è il Figlio unigenito, il Verbo, e non ha un fratello; così uno è lo Spirito santo e non esiste un secondo spirito che abbia un eguale onore (cfr. 1Cor. 8,6). Lo Spirito santo è una forza grandissima, qualcosa di divino e di inscrutabile. Egli vive ed è razionale, è il santificatore di tutti gli esseri creati da Dio per mezzo di Cristo. Egli illumina le anime dei giusti ed era nei profeti e anche negli apostoli del Nuovo Testamento. Bisogna aborrire coloro che osano separare la virtù operativa dello Spirito santo. Uno è Dio, il Padre, Signore dell’Antico e del Nuovo Testamento. Uno è il Signore Gesù Cristo, profetizzato nell’Antico Testamento e venuto nel Nuovo. Uno è lo Spirito santo: egli ha annunciato Cristo per mezzo dei profeti e, dopo la venuta di Cristo (cfr. Mt 3,16), è sceso e lo ha manifestato.

Cirillo di Gerusalemme

LA CHIESA E’ IL LUOGO PRIVILEGIATO
PER PARLARE DELLO SPIRITO

Nessuno dunque separi l’Antico dal Nuovo Testamento; nessuno dica che lì c’era uno Spirito e qui un altro: offenderebbe lo Spirito santo, il quale è onorato con il Padre e con il Figlio ed è annoverato nella Santa Trinità al momento del battesimo. L’unigenito Figlio di Dio disse esplicitamente agli apostoli : " Andate, ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo " ( Mt 28 ,19). La nostra speranza è riposta nel Padre, nel Figlio e nello Spirito santo. Non annunciamo tre dèi; ammutoliscano i Marcioniti perché con lo Spirito santo annunciamo un unico Dio, per mezzo di un unico Figlio. Indivisibile è la fede, inseparabile la pietà. Noi non dividiamo la Trinità, come fanno alcuni, e non facciamo confusione come Sabellio; sappiamo bene invece che l’unico Padre ha inviato a noi il Figlio come Salvatore; sappiamo che l’unico Figlio ha mandato dal Padre il Paraclito promesso (cfr. Gv 15,26). Sappiamo che lo Spirito santo ha parlato nei profeti, e nella pentecoste è disceso sugli apostoli in figura di lingue di fuoco (cfr. At 1,1-3), qui a Gerusalemme , nella chiesa superiore degli apostoli. Abbiamo tutti i privilegi: qui Cristo discese dal cielo e qui discese dal cielo anche lo Spirito santo. In verità sarebbe molto più conveniente che, come nel Golgota abbiamo parlato di Cristo e del Golgota, così parlassimo dello Spirito santo nella Chiesa superiore. Poiché colui che colà discese è partecipe della medesima gloria di colui che qui è stato crocefisso, parliamo qui di colui che là è disceso: infatti, la pietà è indivisibile.

Cirillo di Gerusalemme

PROVE SCRITTURISTICHE

…Ritorniamo ormai alle divine Scritture e beviamo acqua dai nostri vasi e dalla sorgente dei nostri pozzi (cfr. Pr 5,15). Beviamo acqua viva " che zampilla per la vita eterna" (Gv 4,14; 7,38). "Questo disse il salvatore riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui" (Gv 7,39). Considera che cosa dice: "Chi crede in me", non semplicemente, ma "come dice la Scrittura – ti rimanda all’Antico Testamento- fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno" (Gv 7,38). Non fiumi che cadono sotto i sensi, che irrigano semplicemente una terra che produce spine e alberi, ma che illuminano l’anima. Altrove dice: " L’acqua che gli darò diventerà in lui sorgente di acqua, che zampilla per la vita eterna" (Gv4,14). Un’acqua nuova nel suo genere, che vive e zampilla; zampilla sopra coloro che ne sono degni.

Cirillo di Gerusalemme

PENTECOSTE, DONO DELLO SPIRITO

Carissimi, il cuore di tutti i cattolici sa che bisogna venerare l’odierna solennità tra le feste particolari: non c’è dubbio quanta riverenza sia dovuta a questo giorno, che lo Spirito santo ha consacrato col prodigio incomparabile del suo dono. Infatti, dal giorno in cui il Signore ascese sopra le altezze del cielo per assidersi alla destra del Padre questo è il decimo e il cinquantesimo dalla sua risurrezione; è brillato per noi in colui dal quale ha avuto inizio, contenendo in sé i grandi misteri degli antichi e dei nuovi sacramenti: in essi viene chiaramente dichiarato che la grazia è stata preannunciata mediante la legge e la legge è stata portata a compimento tramite la grazia. Infatti, come un tempo al popolo ebraico liberato dagli egiziani è stata data la legge sul monte Sinai cinquanta giorni dopo l’immolazione dell’agnello (cfr. Es 19,17), così dopo la passione di Cristo, nella quale è stato ucciso il vero Agnello di Dio, cinquanta giorni dopo la sua risurrezione lo Spirito santo è disceso sugli apostoli e sulla moltitudine dei credenti: affinché il cristiano diligente riconosca che gli inizi dell’Antico testamento sono stati al servizio dei principi evangelici, e che la seconda alleanza è stata fondata dal medesimo Spirito che ha istituito la prima.

Infatti, come testimonia la storia apostolica, "mentre stava per concludersi il giorno di pentecoste e tutti i discepoli si trovavano insieme in uno stesso luogo, all’improvviso dal cielo si udì un suono come un vento che si abbatte violento, e riempì tutta la casa dove erano seduti. Apparvero loro come delle distinte lingue di fuoco, e si posò sopra ciascuno di loro. Tutti furono ripieni di Spirito santo e cominciarono a parlare altre lingue a seconda che lo Spirito santo dava loro di esprimersi" (At 2,1-4).Come è veloce il discorso della sapienza, e dove Dio è maestro come si impara presto ciò che viene insegnato! Non si fa ricorso alla traduzione per ascoltare, né all’esercizio per la pratica, né al tempo per lo studio, ma quando lo Spirito di verità soffia dove vuole (cfr. Gv 3,8) le voci proprie di ciascuna nazione diventano comuni nella bocca della Chiesa. Da quel giorno le piogge dei carismi e i fiumi delle benedizioni hanno irrigato ogni deserto e ogni luogo arido (cfr. Is 35,6): perché, per rinnovare la faccia della terra (cfr. Sal 103,30), " lo Spirito di Dio si librava sulle acque" (Gen 1,2), e per scacciare le tenebre antiche balenavano i bagliori di una nuova luce, mentre dallo splendore delle lingue scintillanti nascevano la parola ardente del signore e il suo destino infuocato (cfr. Sal 18,9), in cui si trovano l’efficacia di illuminare e la forza di bruciare per creare l’intelletto e consumare il peccato.

Leone Magno

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