Biblioteca
Jubilee 2000 Search
back
riga


Nell’anno dedicato allo Spirito Santo, cerchiamo di mettere meglio a fuoco la Terza persona della Trinità, con alcuni libri che ci aiutano a pregarla ed a seguirne le impronte sulle strade del mondo.

Ci sono molti modi per parlare dello Spirito Santo mettendolo in relazione con il prossimo Giubileo. Il noto Predicatore pontificio cappuccino Padre Raniero Cantalamessa ne ha scelto uno dei più suggestivi ed efficaci, commentando strofa per strofa l’antico inno liturgico del "Veni Creator". Il solenne canto latino attribuito a Rabano Mauro che, dal principio del secondo millennio in poi, la Chiesa intona all’inizio di ogni nuovo anno e di ogni evento particolarmente significativo della sua vita: dai concili ecumenici e dai sinodi, fino alle ordinazioni.

"Il canto dello Spirito. Meditazioni sul Veni Creator" ( Ed. Àncora, 1997, pp. 434, Lit. 55.000 comprensive di un’audiocassetta con canti gregoriani ) non è però un’opera riservata agli esperti di teologia. Anche se in qualche punto l’autore chiede a chi legge un piccolo sforzo d’attenzione in più, rispetto a quello che riceve abitualmente dai telespettatori.

Padre Cantalamessa infatti non utilizza i versi del "Veni Creator" per fare accademia, ma per spiegare, passo dopo passo e attributo per attributo, la realtà dello Spirito Santo anche ai non specialisti di "pneumatologia". Da una parte, rifacendosi alle testimonianze di tanti santi che ne sono stati particolarmente testimoni, dall’altra collegandosi alla realtà contemporanea di oggi. Per dimostrarci come anche il nostro mondo, sebbene così arido, sia, a ben vedere, un campo molto più fecondo per la semina dei carismi dello Spirito di quanto saremmo portati a credere. Non a caso, proprio le pagine e gli esempi riferiti ai "carismi" e ai "carismatici" risultano tra le più riuscite ed interessanti dell’opera.

Tra i meriti del Concilio Vaticano II, come hanno detto diversi commentatori, c’è stato anche quello di aver riportato all’attenzione della teologia ufficiale lo Spirito Santo. Di per sé, la Chiesa non se ne era mai dimenticata, ma spesso i sacerdoti e i fedeli del passato erano portati ad occuparsi dei doni dello Spirito solo in occasione delle Cresime. Finendo, perciò, col dimenticarsi di Lui, nella preghiera e nella vita quotidiana.

"Un pensiero al giorno sullo Spirito", a cura di Mario Poli ( Ed. Àncora, 1998, pp. 367, Lit. 17.000 ) contribuisce a sanare ulteriormente tale dimenticanza guidando il lettore, giorno per giorno, alla riscoperta della costante presenza dello Spirito nella vita della Chiesa di ieri e di oggi.

Per farlo, il curatore ha raccolto una pagina al giorno di autori antichi e moderni, classici o meno conosciuti. Da Agostino a Basilio Magno, da Guglielmo di Saint Thierry a Maria Maddalena de’ Pazzi, fino a Bonhoeffer, Paolo VI, i documenti del Concilio e Giovanni Paolo II. Non la solita compilazione di aforismi, quindi, ma una vera antologia dello Spirito la cui lettura diventa un utile mezzo per meditare sullo Spirito Santo e portare avanti, in maniera piacevole, la propria personale preparazione all’anno santo del 2.000 rispettando la scansione dei tempi voluta dal Santo Padre.

Ed è un’antologia sullo Spirito Santo, sebbene di carattere più monografico e più approfondito rispetto alla precedente, pure "Lo Spirito fantasia di Dio nel pensiero dei Padri della Chiesa", a cura di Mauro Todde ( Ed. Paoline, 1998, pp. 232, Lit. 9.900 ). Una riedizione ridotta e riveduta, ma non priva di opportune note a piè di pagina, del fortunato libro "Lo spirito di Dio" del medesimo autore.

La scelta di trattare lo Spirito Santo con la voce dei Padri della Chiesa risulta quanto mai opportuna ed attuale. Come si è detto, mentre nella teologia occidentale lo Spirito Santo è stato spesso sottovalutato, la tradizione patristica e quella dei cristiani d’oriente gli hanno riservato uno spazio molto maggiore, considerandolo sempre come il motore di ogni dinamismo esistente tanto nella vita della Chiesa che in quella di ciascun credente.

Dopo un’introduzione storica sulle vicende e le caratteristiche della riflessione teologica sullo Spirito dei Padri e un breve ma interessante capitolo sulla "preghiera nello Spirito", il curatore presenta una selezione di scritti sullo Spirito Santo di dieci Padri della Chiesa che sono altrettante pietre miliari della sua storia: Origene, Atanasio di Alessandria, Ilario di Poitiers, Basilio di Cesarea, Cirillo di Gerusalemme, Ambrogio di Milano, Girolamo di Stridone, Agostino di Ippona, Leone e Gregorio Magno. Preceduti da un breve profilo storico di ciascun autore.

Leggendo, si comprende quanto sia vera l’espressione del S. Padre che definiva la spiritualità orientale e patristica come il secondo polmone della Chiesa, senza il quale veramente il nostro cristianesimo mancherebbe di ossigeno.

E dopo avere riflettuto e meditato sullo Spirito Santo, non ci resta che pregarlo, in maniera personale o con le parole lasciateci dalla tradizione della Chiesa. In questo secondo caso, se le avessimo dimenticate, ci soccorre un libretto di don Luigi Guglielmoni: "Ospite dolce dell’anima. Preghiere e invocazioni allo Spirito Santo" ( Ed. Paoline, 1998, pp. 206, Lit. 12.000 ).

Comprende una miriade di preghiere, gran parte in forma litanica, rivolte dalla Chiesa allo Spirito Santo. Alcune sono anonime, altre portano la firma di santi o di rinomati autori, altre ancora ci arrivano direttamente dalla liturgia. Abbiamo così a dispozione una riserva di espressioni "spirituali" per eccellenza, adatte sia alla preghiera personale che a quella comunitaria. Da usare a piacimento, ricordando comunque che, nella preghiera, è proprio lo Spirito Santo che si rivolge al Padre attraverso di noi "con gemiti inesprimibili", al di là della povertà o ricchezza delle nostre parole.

"Soltanto la docilità allo Spirito consente di edificare l’unica Chiesa di Cristo", scrive don Oreste Benzi nella prefazione. "C’è da benedire il Signore perché il secondo anno di preparazione al Giubileo del 2.000 stimola i cristiani a una maggiore attenzione alla seconda persona della Trinità, che è il lievito di tutta la vita cristiana".

Infine, è ispirato allo Spirito Santo ma non tratta "solo" di questo argomento "E soffia dove vuole" del sacerdote milanese Luigi Pozzoli ( Ed. Paoline, 1997, pp. 150, Lit. 14.000 ).

Un libro che prende spunto dal fatto che lo Spirito Santo soffia, appunto, dove e come vuole, per guidare il lettore attraverso un viaggio alla riscoperta del senso della propria fede e del significato di essere un cristiano all’alba del 2.000. Pregevole il linguaggio adoperato da don Pozzoli, semplice ed umanissimo, ma nello stesso tempo profondo e meditato parola per parola, lontano da ogni luogo comune "ecclesialese". Scelto per trasformare il lettore in ascoltatore delle "risonanze" dello Spirito Santo nell’intimo del suo cuore, che lo invitano ad accettare l’invito a portare avanti la revisione di vita proposta dall’autore.

Articolato in due parti, il libro nella prima aiuta a ridefinire il significato della fede cristiana attraverso la riscoperta dell’azione dello spirito, e nella seconda a ritrovare il ruolo dell’uomo di fede oggi per mezzo dei segni dei doni dello Spirito Santo che costui può e deve lasciare intorno a sé, fuori e dentro la Chiesa. L’autore pone domande che potrebbero occupare da sole lo spazio di un intero volume: perché si crede? perché dobbiamo amare Cristo? perché stiamo diventando opinionisti del Vangelo anziché suoi testimoni... riuscendo però a dare delle risposte chiare e comprensibili. Incoraggiando alla costanza nell’apostolato, alla calma nel rapporto con Dio, alla forza nella denuncia e a cogliere quanto sia straordinaria la "normalità" di ogni persona. Specialmente quando ha l’umiltà di farsi piccola davanti a Dio.

top