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Dossier - Giubileo e cultura

Un momento di dialogo tra fede cristiana e cultura dell'uomo

Card. Pio Card. Laghi
(Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica)

«Con lo sguardo fisso al mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio, la Chiesa si appresta a varcare la soglia del terzo millennio» (Incarnationis Mysterium, 1) e a celebrare il Grande Giubileo dell’Anno 2000. Il Giubileo è sempre un tempo di particolare grazia, “un giorno benedetto dal Signore”, e, come tale, esso ha un carattere gioioso. Così, quello dell’Anno 2000, assume il colore della grande preghiera di lode e di ringraziamento, soprattutto per il dono dell’Incarnazione del Figlio di Dio e della Redenzione da Lui operata (cfr. Tertio Millennio Adveniente, 32).

La gioia di ogni Giubileo è in particolare modo una gioia per la remissione delle colpe, la gioia della conversione. Così tutta la Chiesa è invitata a mettersi in stato di penitenza e di riconciliazione, nella prospettiva della conversione, che è la condizione preliminare per la riconciliazione con Dio tanto delle singole persone quanto della comunità intera (cfr. Tertio Millennio Adveniente, 32).

All’interno dunque di questo duplice orizzonte, di gioia e di penitenza, di lode e di riconciliazione, di ringraziamento e di conversione, bene si inserisce l’evento giubilare per i docenti universitari (Studiorum Universitatum Docentium Congressus), che si svolgerà dal 4 al 10 settembre dell’Anno 2000 e che avrà per tema: “L’università per un nuovo umanesimo”.

Tale evento, infatti, è occasione perché tutti – l’invito è rivolto non solo ai docenti cattolici, ma anche a quanti nel mondo coltivano il sapere ponendo al centro la dignità dell’uomo e il bene dell’umanità – possano incontrare in una maniera più autentica e personale Gesù Cristo. E’ Lui che, con la sua croce e risurrezione, ha ridato definitivamente all’uomo la dignità e il senso della sua esistenza nel mondo (cfr. Redemptor Hominis, 10).

Questa consapevolezza, unita all’incoraggiamento che viene alla comunità cristiana dall’ingresso nel nuovo millennio ad allargare il proprio sguardo di fede su orizzonti nuovi nell’annuncio del Regno di Dio, fonda l’impegno per un’ampia e qualificata riflessione circa l’apporto che il mondo universitario può dare a una rinnovata, autentica e integrale cultura dell’uomo e circa il confronto che la prospettiva della fede cristiana deve avere con le questioni che interrogano la vita dell’uomo di oggi e che ne costituiscono la sfida culturale, quali, ad esempio, la ricerca relativa alle problematiche connesse all’origine della vita e della sua sacralità; l’interpretazione del reale e l’investigazione delle leggi che lo governano; la visione delle scienze nell’orizzonte della responsabilità etica e sociale; la dignità della persona umana; il significato e lo spessore delle questioni economiche e delle prospettive dello sviluppo della vita dei popoli.

«Il passo dei credenti verso il terzo millennio non risente affatto della stanchezza che il peso di duemila anni di storia potrebbe portare con sé; i cristiani si sentono piuttosto rinfrancati a motivo della consapevolezza di recare al mondo la luce vera, Cristo Signore. La Chiesa annunciando Gesù di Nazareth, vero Dio e Uomo perfetto, apre davanti ad ogni essere umano la prospettiva di essere “divinizzato” e così diventare più uomo. E’ questa l’unica via mediante la quale il mondo può scoprire l’alta vocazione a cui è chiamato e realizzarla nella salvezza operata da Dio» (Incarnationis Mysterium, 2).

E’ importante evidenziare che la forma celebrativa di questo evento giubilare ha due momenti: quello locale e quello romano; ciò al fine di sottolineare l’inscindibile legame nella Chiesa tra la sua dimensione particolare e quella universale.

L’evento giubilare deve tendere a far comprendere sempre al professore universitario la sua responsabilità per quanto concerne la sua specifica missione di docenza e di ricerca. Esso esige una revisione di vita e una conversione del cuore che deve pervadere anche il docente universitario cosicché egli comprenda sempre più adeguatamente la relazione che deve esistere tra il suo essere cristiano e il suo essere professore. Non si tratta di perdere di vista il metodo specifico della disciplina che egli è chiamato a insegnare e ad approfondire con la sua ricerca, ma piuttosto di quello sforzo che egli è tenuto a compiere affinché cooperi a promuovere l’armonia tra fede e ragione, che «sono come le due ali con le quali lo spirito umano s'innalza verso la contemplazione della verità. E’ Dio ad aver posto nel cuore dell'uomo il desiderio di conoscere la verità e, in definitiva, di conoscere Lui perché, conoscendolo e amandolo, possa giungere anche alla piena verità su se stesso» (Fides et Ratio, Introduzione).

In questa prospettiva si delinea la figura del docente cristiano quale testimone della fede, non solo nella sua vita personale, ma anche nella sua specifica missione.

La celebrazione a Roma del Giubileo per i docenti universitari sarà, dunque, segno visibile e persuasivo che la Chiesa è promotrice della cultura universitaria, nella convinzione che la verità, che l’uomo consegue con il continuo e faticoso sforzo della sua intelligenza, è sua alleata. Ciò tutto a vantaggio del vero bene dell’uomo.

La celebrazione locale di questo evento giubilare dei docenti dovrà essere occasione privilegiata perché le singole chiese riscoprano come autentico luogo pastorale anche il mondo universitario e perché di esso se ne prendano amorevole e premurosa cura, coltivando, ad esempio, un fecondo dialogo con le istituzioni universitarie e culturali presenti nel territorio, istituendo una cappellania universitaria, mettendo a disposizione di tutti coloro che vivono nell’università dei sacerdoti come cappellani, organizzando opportune attività di animazione e di sensibilizzazione e intrattenendo correlazioni significative con le parrocchie e con l’intero ambiente giovanile.

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