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Pasqua

La gioia della Risurrezione

Emma Cavallaro

“Questa è la notte che salva su tutta la terra i credenti nel Cristo dall’oscurità del peccato e dalla corruzione del mondo, li consacra all’amore del Padre e li unisce nella comunione dei santi”. Questa grande verità ci è stata ancora annunciata nella Veglia pasquale: il Cristo risorto ha vinto la morte. E’ questa la gioia di Pasqua che le donne sperimentarono per prime “di buon mattino”, dopo lo sconcerto e la paura, quando scoprirono di non dover cercare tra i morti “colui che è vivo” e di doverlo annunziare ai fratelli. E’ la gioia di una donna peccatrice perdonata che ascoltando il suo nome pronunciato dal Maestro lo riconobbe e scoprì di non doverlo trattenere, ma annunciarlo. “Ho visto il Signore ed ecco ciò che mi ha detto” è stato il suo grido di gioia. E’ la gioia di due discepoli che tristi andavano da Gerusalemme ad Emmaus e che dopo aver riconosciuto Gesù allo spezzare del pane e aver sentito il cuore ardergli nel petto mentre ascoltavano la spiegazione delle Scritture tornarono senza indugio a Gerusalemme dai fratelli. Ed è questa la gioia che nasce sempre dall’incontro con il Risorto ma che da Lui parte per andare ai fratelli, a quelli che ancora attendono di incontrarlo, o che, pur avendolo incontrato, non lo hanno riconosciuto. E’ la gioia di ogni vero credente, quella che nasce solo dall’abbandono al Padre, di cui la Croce è il momento supremo.  Ed è la gioia di tanti “martiri” antichi e nuovi, e di tutti coloro che,  pur immersi nella sofferenza e nel dolore,  anche nella Pasqua di questo Anno Santo del 2000, canteranno l’Alleluia nella certezza  di “un nuovo cielo ed una nuova terra”, quando Dio “tergerà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate”.

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