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Verso le giornate giubilari - Incontro mondiale delle Famiglie I figli, primavera della famiglia e della società Card. Alfonso Lopez Trujillo - Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia
Il Pontificio Consiglio per la Famiglia sta organizzando il Terzo Incontro Mondiale del Santo Padre con le famiglie, che si terrà a Roma il 14 e 15 ottobre dellÂanno 2000, nel contesto del Grande Giubileo. La preparazione si incentra sul motto ispiratore: I figli, primavera della famiglia e della societàÂ. Kiko Arguello, fondatore delle comunità neocatecumenali, ha appositamente dipinto una splendida icona che è stata utilizzata per la grafica del manifesto. LÂicona, che riproduciamo in queste pagine, rappresenta la Natività e lÂadorazione dei pastori; si coglie a prima vista il sentimento di soave stupore che Maria e Giuseppe avvertono di fronte alla nascita di Gesù, come risposta al dono inestimabile di Dio, ma anche allÂomaggio gioioso dei primi visitatori del Bambino Gesù. La dimensione estetica dellÂarte riesce a cogliere le verità profonde del Mistero dell'Incarnazione e le traduce in immagini cariche di suggestioni evocative. Il Bambino Gesù è al centro e tutta la scena e i personaggi sono protesi verso di Lui. Così, nella quotidianità della vita familiare, il figlio rappresenta questa attenzione privilegiata, questa primavera di speranza. Ha detto il Santo Padre (Angelus del 27.12.1998) che la realtà della Santa Famiglia Âirradia una luce di speranza anche sulla realtà della famiglia di oggiÂ. Duemila anni fa Âè sbocciata la primavera della vita umana del Figlio di Dio, nellÂistante in cui Egli è stato concepito ad opera dello Spirito Santo nel grembo verginale di MariaÂ. Nel mistero del Natale, questo sorriso di Dio al mondo, si manifesta nel Bambino Gesù, nato nella povertà per la salvezza dellÂuomo. Il mistero di Nazaret Se al centro dellÂevento giubilare sta il grande mistero dellÂIncarnazione, lÂingresso di Dio nella storia, lÂirrompere dell'eternità nel tempo degli uomini, la famiglia nel suo itinerario di preparazione deve ripartire da Nazaret, punto di riferimento essenziale, icona mirabile sulla quale soffermarsi per una riflessione profonda e densa di significati operativi. Nazaret ci dice subito la missione del Figlio di Dio: Dio ha voluto incarnarsi in una famiglia pienamente umana, con tutte le sue gioie ma anche tutte le sue fatiche, le sue contraddizioni: è dunque questo il modello di ogni coppia di sposi di fronte a tanti dubbi, alle paure che possono assalire chiunque. Le parole dellÂangelo: ÂNon temere Dio è con te Â- di profondissima risonanza biblica - sono rivolte a tutti gli sposi cristiani. A Nazaret viene indicato il cammino vocazionale di Maria e Giuseppe verso il matrimonio; a Nazaret la nascita del figlio cela una dimensione misteriosa, come nella nascita di ogni nostro bambino; a Nazaret il figlio è minacciato dal pericolo di vita (vedi strage degli innocenti); a Nazaret Maria e Giuseppe educano il loro figlio a scoprire la propria vocazione. La famiglia di Nazaret non è santa perché così la chiamiamo: è santa perché ha risposto con coraggio ad una richiesta di Dio. Come a Nazaret ogni famiglia è chiamata ad una risposta di santità. Già Paolo VI, nel suo discorso tenuto a Nazaret il 5 gennaio 1964, evidenziò in modo mirabile quel modello di famiglia affermando:ÂLa casa di Nazaret è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo. Qui si impara ad osservare, ad ascoltare, a meditare, a penetrare il significato così profondo e così misterioso di questa manifestazione del Figlio di Dio tanto semplice, umile e bella...Â. E ancora, continuando il suo discorso, Paolo VI mise in luce questa importante realtà con queste significative parole:ÂQui comprendiamo il modo di vivere in famiglia. Nazaret ci ricorda cosÂè la famiglia, cosÂè la comunione dÂamore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro e inviolabile; ci fa vedere come è importante e insostituibile lÂeducazione in famiglia e la sua funzione naturale inserita nellÂordine socialeÂ. Il 25 marzo Giovanni Paolo Il, pellegrino in Terra Santa, ha avuto la possibilità di visitare Nazaret e i luoghi dellÂinfanzia di Cristo. Il viaggio in Terra Santa è stato di grande portata storica, perché interpella lÂintera comunità cristiana sul significato del mistero dell'Incarnazione e del suo valore nel disegno salvifico di Dio. Nello stesso tempo, ci ha riproposto lÂumile e sublime famiglia di Gesù, come Âbuona notizia per tutto il mondo e per ogni famiglia della Terra. Ma questo vale soprattutto per ogni famiglia cristiana che, attraverso il Sacramento del Matrimonio, diventa testimonianza e profezia ed essa stessa Âgrande misteroÂ, rappresentando lÂunione di Cristo con la Chiesa e il simbolo reale della nuova ed eterna alleanza, sanata nel sangue di Cristo (EV. 5). Questo evento è stato, per il Pontificio Consiglio della Famiglia, di particolare significato perché in quella occasione il Santo Padre ha benedetto la prima pietra del Centro della famiglia (foto a pag. 37). La famiglia è il cuore della nuova evangelizzazione. Questa nuova evangelizzazione, animata e realizzata dalla famiglia, è frutto di una ben intesa spiritualità, che deve avere un luogo adeguato che aiuti non soltanto le Comunità in Terra Santa, ma la Chiesa nellÂampia realtà del pianeta. Il Centro della famiglia non sarà una casa di ritiri propriamente detta: esistono a Nazaret numerose strutture per questo e per lÂaccoglienza dei pellegrini. Il Centro sarà essenzialmente una struttura comoda e funzionale, per gruppi non molto numerosi, dove organizzare seminari, congressi e anche momenti di spiritualità coniugale e familiare, come risposta alle grandi sfide del momento attuale e con una visione universale, profondamente radicata nel magistero di Giovanni Paolo II. Il Centro di Nazaret avrà a disposizione una banca - dati e informazioni riguardo a studi teologici e pastorali sul matrimonio, la famiglia e la vita, usufruendo delle più moderne tecnologie informatiche e multimediali. Conversione giubilare Le famiglie hanno, per il loro cammino giubilare, nel modello di Nazaret un punto di riferimento straordinariamente efficace e semplice. Quello che conta è mettersi in condizioni di una ricerca profonda di conversione giubilare. Le piste da percorrere potrebbero essere essenzialmente tre: la ricerca di senso, lÂeducazione, la comunicazione. La nostra società ci presenta molti significati in ordine alla vita familiare: la ricerca di senso ci aiuta a recuperare lÂessenziale, anche se non è facile uscire da un sistema così diffuso e radicato in senso negativo. La costruzione, infatti, di una mentalità autonoma e libera rispetto alla cultura dominante, non si realizza in poco tempo. Esige un cammino graduale, illuminato dalla Parola di Dio e dallÂinsegnamento del Magistero, verso uno stile di vita familiare autentico. LÂeducazione può essere la seconda pista. E un tempo questo in cui allÂeducazione si rinuncia facilmente. Si dice che dobbiamo acquisire abilità, competenze, ma non educarci. Così facilmente si perdono di vista gli elementi essenziali dellÂeducazione che in famiglia avviene sempre in maniera vicendevole. Padri e figli si misurano in questo vicendevole scambio, in cui devono imparare a rapportarsi fra loro con lÂobiettivo di condurre ciascuno alla scoperta della propria umanità. Questa rinnovata scoperta di dignità si addice particolarmente allÂanno giubilare: si tratta di restituire lÂuomo a se stesso, alla propria unicità, ma anche alla comunanza di storia e ancora di più alla fratellanza universale. Siamo tutti uguali perché figli di un unico Padre. Il tema della comunicazione ci interpella sulla necessità di ricostruire quel tessuto relazionale che è lÂelemento unitivo della famiglia e che comincia già nel grembo della madre, in quella simbiosi intensa con il proprio bambino. Certamente la mamma trasmette al figlio tante cose, ma anche il figlio influenza la vita della madre che cambia ogni giorno con il crescere della nuova vita che ha in grembo. Questa è la dimensione vera della vita familiare: uno stupendo relazionarsi e contemporaneamente cambiare, adattarsi, crescere insieme, rendendosi conto che ciascuno, anche non volendo, è partecipe e responsabile di questa appassionante sfida educativa che ha come obiettivo finale il diventare adulti. Alle famiglie cristiane che si preparano a vivere il Giubileo è affidato un compito particolare per i doni che hanno ricevuto e che devono essere messi in circolazione a favore di tutti. |