I quattro giubilei del XX° secolo. Da Leone XIII a Paolo VI.
Jubilee 2000 Search
back
riga


I QUATTRO GIUBILEI DEL XX SECOLO. DA LEONE XIII A PAOLO VI

Questo articolo è stato scritto da mons. Tiziano Scalzotto pochi giorni prima della sua improvvisa scomparsa, avvenuta giovedì 20 marzo 1997.

Si tratta della rievocazione storica del primo dei quattro giubilei del XX secolo. Mons. Scalzotto stava lavorando a una rivisitazione complessiva degli Anni Santi. Nel ricordarne le doti di appassionato studioso e di incisivo comunicatore, pubblichiamo, anche come segno di omaggio, questo suo ultimo contributo.

Tiziano Scalzotto

In continuità con la tradizione della Chiesa Cattolica, risalente al 1300, si sono svolti, nel corso di questo Ventesimo secolo, i quattro classici Giubilei secondo le scadenze tradizionali: il Giubileo del 1900, indetto da Papa Leone XIII; il Giubileo del 1925, indetto da Papa Pio XI; il Giubileo del 1950, indetto da Papa Pio XII, e infine il Giubileo del 1975, indetto da Papa Paolo VI.

Con la Bolla Pontificia "Properante ad exitum saeculum", nell'anno XXII del suo Pontificato, Sua Santità Leone XIII indiceva l'Anno Santo del 1900, che apriva il nuovo secolo: il XX.

E' anzitutto da rilevare per l'esattezza storica, che, sotto il pontificato del suo grande Predecessore, il Servo di Dio Pio IX, non furono celebrati né il Giubileo del 1850, né quello del 1875, a motivo del permanere in quegli anni di una perturbata situazione politica dell'Italia. Per cui, l'annuncio dell'Anno Santo del 1900 suscitò enorme esultanza e determinò una serie di iniziative volte a risvegliare la sensibilità cristiana non solo in Italia, ma nell'intero modo cattolico.

Un effetto significativo si ebbe anche all'interno del mondo politico italiano e, addirittura, presso la Casa Reale al punto che, come ha precisato lo scrittore fiorentino Piero Bargellini in una sua preziosa pubblicazione, a seguito dell'indizione della Bolla, il 15 settembre 1899 il Re Umberto annunciò nel Discorso della Corona tenuto dinanzi al rinnovato Parlamento Italiano, il grande Giubileo con queste significative dichiarazioni:

«La prossima ricorrenza di un Anno - il 1900 - che segna un epoca nel mondo cattolico, sarà per noi occasione di dimostrare, ancora una volta, come sappiamo far rispettare gli impegni da noi assunti quando, compiendo la nostra unità, abbiamo affermato in Roma la capitale del Regno»(1).

I Senatori e i Deputati, riuniti in Assemblea Plenaria, come ha rilevato il nostro Bargellini, applaudirono l'intervento del Re, non solo e non tanto per sentimento religioso, quanto piuttosto perché il Giubileo avrebbe offerto l'occasione per dimostrare al mondo la tolleranza del Governo Italiano.

Ci fu un tentativo, allora, di svolgere un congresso anticlericale nel 1900, ma la Roma liberale non permise che ci fossero al riguardo pubbliche manifestazioni. Avvenne comunque, un episodio di scarsa sensibilità da parte dell'autorità cittadina, allorquando dal Colosseo fu tolta la Croce di San Lorenzo da Porto Maurizio. L'iniziativa no turbò, tuttavia, l'avviamento e lo sviluppo solenne del Giubileo, indetto da un Papa che si imponeva ovunque per saggezza, cultura ed età.

A tale riguardo è uscita recentemente una Storia dei Papi assai ben documentata, dovuta alla penna fervida ed incisiva del Rev.do P. Battista Mondin, della Congregazione dei Missionari Saveriani, e che ha suscitato larghi e autorevoli consensi in campo ecclesiastico e laico. Nell'esposizione delle biografie, le figure di Papa Leone XIII e, prima ancora, di Papa Pio IX, sono lumeggiate in maniera impareggiabile e con dovizia di riferimenti storici riguardanti quell'epoca.

In particolare l'autore definisce con molta convinzione Leone XIII un grande Papa che ebbe un pontificato assai travagliato, come il suo venerato precursore in quanto la questione romana continuava ancora a pesare enormemente su di lui. Il suo pontificato dovette affrontare non poche difficoltà, culturali e sociali.

In particolare fu turbato dall'avanzata di un anticlericalismo esasperato, sia in Italia che in Europa, ed insieme contrassegnato da confortanti bagliori in campo religioso, di cui furono chiari indizi il sorgere tra l'altro di vari Istituti Missionari che diedero rilancio all'espansione del Vangelo nel mondo, rivelando una sensibilità profetica e lodevole dei cattolici italiani. Tra questi meritano di essere ricordati l'Istituto della Consolata, quello dei Saveriani e dei Comboniani.

In quel periodo crescono i germi per porre le basi di una rinnovata cultura cristiana, con un'iniziativa che fece epoca, il ritorno, cioè, alla valorizzazione ed allo studio negli Istituti ecclesiastici per la formazione del clero e dei religiosi, di San Tommaso D'Aquino; nonché ad un impegno deciso, per risolvere la complessa questione sociale. A tal fine Papa Leone XIII offrirà nel 1891, con l'enciclica Rerum Novarum, idee e metodi per suscitare un liberalismo dal volto umano e, in pari tempo, modelli di socialismo sensibili alle richieste dei fondamentali diritti e doveri dell'umanità.

Inoltre, sotto il suo Pontificato, mosse i primi passi L'Azione Cattolica e furono poste le basi in quel clima tutto laicista della politica del movimento della Democrazia Cristiana, quale spazio di operatività per i cattolici che avvertivano l'urgenza di una presenza nella vita politica. Si tratta davvero di passi salienti, compiuti sotto quel Pontificato nell'evoluzione del pensiero e dell'operare dei cattolici.

Si voglia qui ricordare per inciso il grande merito e l'intuito ispirato di Papa Leone XIII nello scegliere personalmente l'allora Vescovo di Mantova, Mons. Giuseppe Sarto, a Patriarca di Venezia, che gli succederà, poi, sulla Cattedra di Pietro, con il nome di Papa Pio X.

A Papa Leone XIII rese omaggio a quell'epoca il poeta Giovanni Pascoli, ammirato per la ricchezza dei suoi carmi nei certami internazionali di lingua latina; tant'è che gli dedicò, in occasione dell'apertura della Porta Santa, un'affettuosa poesia, non priva di delicatezza spirituale, omaggio alla figura gracile di persona e di salute, ma dallo sguardo lucido e penetrante, dell'illustre Pontefice.

Nella sua citata Bolla, promulgata nel maggio del 1899, il Papa puntualizza che la sua massima preoccupazione è quella che l'Anno Santo costituisca un provvidenziale risveglio nella fede del popolo cristiano, esprimendo altresì l'auspicio che diventi il vestigio finale del suo lungo Pontificato.

Inoltre - con delicato richiamo alla sua adolescenza vissuta sotto il Pontefice Leone XII, di cui egli assunse poi il nome - ricorda l'impressione che ebbe dei numerosi pellegrini giunti nell'urbe e le esortazioni pronunciate a quell'epoca da illustri oratori in varie parti della città - soprattutto presso le quattro Basiliche patriarcali: S.Pietro, S. Maria Maggiore, S. Giovanni in Laterano e S. Paolo fuori le mura - nonché l'edificante impegno di pietà e di carità offerto dalle famiglie romane.

Successivamente il Papa rivolge un appello sia ai pellegrini provenienti da ogni parte del mondo che affluiranno nell'urbe, come pure a tutti i cristiani sparsi nell'universo, affinché, nel corso dell'anno giubilare, rendano esplicito omaggio alla persona, alla figura, alla missione di Gesù Cristo, Salvatore del mondo, che egli addita quale "Salus vita et resurrectio nostra".

Nel documento ci sono riflessioni ed esortazioni precipuamente rivolte a suscitare un maggior interesse attorno al Divino Redentore, al quale va reso un culto sincero e solenne che dovrebbe impegnare tutti: sacerdoti, religiosi e laici.

A tale augusto documento per l'incipiente anno giubilare, può essere idealmente collegato - nella coerente continuità della missione evangelizzatrice della Chiesa - il messaggio dell'attuale Pontefice Giovanni Paolo II che, proprio nella Lettera apostolica Tertio Millennio Adveniente, ha rivolto un solenne invito a tutta la Chiesa, che si prepara al Giubileo del 2000, a ricercare ed approfondire la conoscenza e la missione del Divino Redentore, il Signore Nostro Gesù Cristo.

Sulla Porta Santa, che Papa Leone XII aveva aperto e chiuso al termine del Giubileo del 1825, l'ultimo celebrato in tutto il XIX secolo, Papa Leone XIII fece opporre al termine dell'anno giubilare 1900 il seguente testo:

LEONE XIII PONT.MAX. - PORTAM SANCTAM A LEONE XII PONT.MAX. - ANNO JUBILAEI MDCCCXXV RESERATAM ET CLAUSAM - APERUIT ET CLAUSIT ANNO JUBILAEI MDCM.

Tale testo rimase a memoria di quanti visitarono la Basilica di San Pietro sino all'Anno Santo 1925, indetto da Papa Pio XI.

top