Concilio e Giubileo: un legame vitale
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CONCILIO E GIUBILEO: UN LEGAME VITALE

Rino Fisichella

«L'esame di coscienza non può non riguardare anche la ricezione del Concilio, questo grande dono dello Spirito alla Chiesa sul finire del secondo millennio». Sono queste parole di Giovanni Paolo II in Tertio Millennio Adveniente che hanno provocato a riflettere più direttamente sul Concilio Vaticano II e a comporre le pagine che seguiranno. Chi oggi ha trent'anni non ha sperimentato di persona cosa sia stato l'evento del Concilio e quale significato abbia avuto per generazioni di persone che hanno visto in esso un tempo di forte rinnovamento per la vita personale e dell'intera comunità cristiana. In qualche modo, era obbligatorio cercare di partecipare soprattutto a questi giovani il significato del Concilio. Certamente è stato come una primavera. E, come per ogni stagione, si corre il rischio che passato l'entusiasmo del primo momento tutto si risolva in un riferimento sfuggevole o, peggio, si concluda con il dimenticare.

L'insegnamento che emerge da quei documenti esprime una tale ricchezza che solo progressivamente potrà essere acquisita in pienezza e sperimentata nella sua profondità. Ritornare in modo particolare alle quattro costituzioni fondamentali del Concilio: Dei Verbum, Lumen Gentium, Sacrosanctum Concilium e Gaudium et Spes, non significa compiere un'operazione archeologica o meramente interpretativa quanto, piuttosto, guardare al futuro e cercare di comprendere in che modo sia possibile comunicare a chi ci seguirà quei tesori di grazia e sapienza che hanno segnato questa nostra epoca.

Il Vaticano II si inserisce in quella storia di tradizione che da duemila anni la Chiesa vive e trasmette in obbedienza al comando del suo Signore. Nessuna divisione con il passato che lo ha preceduto, come nessun tentativo di modificare quanto apparteneva alla fede di sempre, solo il desiderio di riproporre Cristo e la sua Chiesa in modo da non lasciare indifferente il nostro contemporaneo. Il Messaggio ai giovani a conclusione del Concilio può gettare ancora oggi un fascio di luce sul suo significato: «La chiesa, durante quattro anni, ha lavorato per ringiovanire il proprio volto, per meglio corrispondere al disegno del proprio fondatore, il grande Vivente, il Cristo eternamente giovane. E al termine di questa imponente "revisione di vita" essa si volge a voi: è per voi giovani, per voi soprattutto, che essa con il suo Concilio ha acceso una luce, quella che rischiara l'avvenire».

TMA n.18

... Si può affermare che il Concilio Vaticano II costituisce un evento provvidenziale, attraverso il quale la Chiesa ha avviato la preparazione prossima al Giubileo del secondo Millennio. si tratta infatti di un Concilio simile ai precedenti, eppure tanto diverso; un Concilio concentrato sul mistero di Cristo e della sua Chiesa ed insieme aperto al mondo. Questa apertura è stata la risposta evangelica all'evoluzione recente del mondo con le sconvolgenti esperienze del XX secolo, travagliato da una prima e da una seconda guerra mondiale, dall'esperienza dei campi di concentramento e da orrendi eccidi. Quanto è successo mostra più che mai che il mondo ha bisogno di purificazione; ha bisogno di conversione.

(...) La miglior preparazione alla scadenza bimillenaria, pertanto, non potrà che esprimersi nel rinnovato impegno di applicazione, per quanto possibile fedele, dell'insegnamento del Vaticano II e alla vita di ciascuno e di tutta la Chiesa. Con il Concilio è stata inaugurata l'immediata preparazione al Grande Giubileo del 2000, nel senso più ampio della parola. Se cerchiamo qualcosa di analogo nella liturgia, si potrebbe dire che l'annualeliturgia dell'Avvento è il tempo più vicino allo spirito del Concilio. L'Avvento ci prepara, infatti, all'incontro con Colui che era, che è e che costantemente viene (cf Ap 4,8).

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