20 febbraio 1959. Il Card. Tardini annota: "Udienza importante"
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20 febbraio 1959. Il Card. Tardini annota: "Udienza importante"

Mons. Loris F. Capovilla

A tre mesi dalla sua elezione alla cattedra di Pietro, dopo aver pregato e riflettuto sul consuntivo dei suoi trent'anni di servizio della Santa Sede in Oriente e in Francia e del sessennio di episcopato veneziano, dato ascolto alle voci che da varie parti del mondo gli giungevano, Giovanni XXIII riprese il filo della tradizione più recente dei Papi di questo secolo e lo riannodò a quello della tradizione più antica richiamante "alcune forme di affermazione dottrinale e di saggi ordinamenti di ecclesiastica disciplina, che nella storia della Chiesa, in epoca di rinnovamento, diedero frutti di straordinaria efficacia, per la chiarezza del pensiero, per la compattezza dell'unità religiosa, per la fiamma più viva del fervore cristiano".

Questo dev'essere stato il senso del colloquio di Giovanni XXIII col suo Segretario di Stato, se il cardinale alla data del 20 gennaio poté scrivere nella sua agenda il commento che lo onora e rende giustizia al Papa: "Udienza importante. Sua Santità ieri pomeriggio ha riflettuto e concretato sul programma del suo pontificato. Ha ideato tre cose: Sinodo romano, Concilio ecumenico, aggiornamento del Codice di diritto canonico. Vuole annunciare questi tre punti Domenica prossima ai signori cardinali, dopo la cerimonia di San Paolo. Dico al Santo Padre (che mi interrogò): A me piacciono le cose belle e nuove. Ora questi tre punti sono bellissimi e il modo di dare il primo annuncio ai cardinali è nuovo (ma si riallaccia alle antiche tradizioni papali), ed è opportunissimo". Chi conobbe il cardinale Tardini sa che era prelato non facile agli entusiasmi e non incline alla cortigianeria. Sulla sua agenda 1959 la pagina del 20 gennaio è la sola che rechi traccia di inchiostro!...

Il 25 gennaio 1959 il Papa si alzò all'alba avviando la sua preghiera mattutina con l'Angelus recitato sopra il solenne abbraccio del colonnato berniniano. Celebrò la Messa nella sua cappella domestica e assistette alla mia. Rimase in ginocchio più a lungo del solito. Sostò al tavolo di lavoro per una rapida scorsa ai quotidiani e ad alcune pratiche della Segreteria di Stato. Risonava nell'aria il suo interrogativo: "Come ripresentare nella sua interezza il messaggio cristiano alla gente del nostro tempo? L'uomo moderno non è insensibile alla parola di Cristo, non è contrario ad afferrare l'àncora di salvezza che gli viene offerta"

In macchina verso San Paolo proferì poche parole. Presiedette la Messa celebrata dall'Abate e tenne omelia. Il rito si prolungò più del previsto. Il Papa varcò la soglia dell'aula capitolare poco dopo mezzogiorno, l'ora in cui cessava l'embargo dell'annuncio. Così accadde che la notizia del Concilio venisse divulgata dai mass media prima che il Pontefice l'avesse comunicata ai cardinali.

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