La parola del Papa
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LA PAROLA DEL PAPA

Ai fedeli del Brasile per la Campagna di Fraternità per la Quaresima 1997. 13 febbraio 1997

«Per una felice coincidenza il 1997, dedicato alla riflessione su Gesù Cristo, segna l'inizio della fase preparatoria del Grande Giubileo della Redenzione dell'anno 2000. Il motivo che mi ha portato a scrivere la Lettera Apostolica Tertio Millennio Adveniente esortava a suscitare "in ogni fedele un vero anelito alla santità, un desiderio forte di conversione e di rinnovamento personale in un clima di sempre più intensa preghiera e di solidale accoglienza del prossimo, specialmente quello più bisognoso (n.42). In tal senso, la fratellanza, illuminata dall' "amore" che "è di Dio" (1Gv 4,7), vi esorta a collaborare con il divino proposito di unire ciò che è diviso, di indirizzare ciò che è sviato, di ristabilire la divina concordia in tutto il creato. Tutti i nostri fratelli sottoposti alle più diverse forme di prigionia , in particolare dal giogo del peccato, attendono un gesto di pace e di solidarietà, ma soprattutto di giustizia cristiana, che possa ricondurli al cammino del bene e della speranza».

Ai partecipanti all'Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali. 28 febbraio 1997

«Il vostro incontro quest'anno si svolge all'inizio del triennio di preparazione al Grande Giubileo dell'anno 2000, verso il quale l'intera Chiesa sta avanzando come se stesse compiendo un pellegrinaggio di fede intensamente spirituale. Questa preparazione è infatti il centro dei vostri dibattiti, in particolare quando si riferisce a "comunicare Gesù Cristo: via, verità e vita", tema della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del 1997. Nel contesto della preparazione per il Grande Giubileo, incoraggio il vostro Consiglio a continuare a promuovere più alti livelli, un miglior coordinamento e una maggiore efficacia nei mezzi di comunicazione specificatamente cattolici.

In questo momento rivestite un'importanza particolare nel rendere tutta la Chiesa consapevole del ruolo positivo che i mezzi di comunicazione sociale svolgono nell'assicurare una celebrazione corretta del Giubileo. La sfida è costituita dal vedere il mondo propriamente informato sul vero significato dell'Anno 2000, anniversario della nascita di Gesù Cristo. Il Giubileo non può essere solo un ricordo di un evento passato, per quanto straordinario. Deve essere la celebrazione di una presenza viva e un invito a guardare al secondo avvento del nostro Salvatore, momento in cui istallerà una volta per sempre il suo Regno di giustizia, di amore e di pace. Che Maria, che duemila anni fa ha offerto al mondo il Verbo Incarnato, guidi gli uomini e le donne che operano nell'ambito dei mezzi di comunicazione sociale verso Colui che è "La luce vera, quella che illumina ogni uomo" (Gv 1,9; cf Tertio Millennio Adveniente, n.59). Che i doni illuminanti dello Spirito Santo possano sostenervi e incoraggiarvi nella vostra opera».

Ai Presuli della Conferenza Episcopale dello Zaire, nell'Udienza del 3 marzo 1997.

«Mentre ci prepariamo alla celebrazione del Grande Giubileo dell'Anno 2000, meditando quest'anno sulla persona di Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo, con tutta la Chiesa dello Zaire, siate i testimoni ardenti della speranza che egli porta alla nostra umanità, poiché "la speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato" (Rm 5,5)».

All'Angelus di Domenica 16 marzo 1997

«Non ignoriamo che la storia cristiana, pur così ricca di santità, registra anche tanta umana fragilità. Il Concilio ha osservato che spesso è proprio l'incoerenza dei credenti a costituire un ostacolo sulla via di quanti cercano il Signore (cf Gaudium et Spes, 19). Per questo il cammino della Chiesa verso il Terzo Millennio non può che essere un serio itinerario di conversione, uno sforzo di rinnovamento personale e comunitario alla luce del Vangelo. Deve essere questo, unicamente questo, il Grande Giubileo del 2000».

Ai fedeli della Parrocchia di San Salvatore in Lauro. 16 marzo 1997

«In occasione del Grande Giubileo del 2000, il centro di Roma sarà visitato da molti pellegrini. Avere la possibilità di visitare chiese accoglienti e pronte ad offrire momenti spirituali e culturali qualificati, costituirà un'importante occasione di incontro con la Chiesa che in Roma, e per i credenti della Città sarà stimolo a creare nuove forme di annuncio del Vangelo, impegnandosi in quell'opera missionaria a tutto campo che sempre più deve essere la Missione cittadina.

So che anche nella vostra Parrocchia vi state muovendo in questo senso. La Missione cittadina, che già stimola a lavorare insieme per zone pastorali, aiuti e favorisca gli sforzi che state compiendo per una sempre maggiore e più incisiva presenza evangelizzatrice in Roma».

Dalla Lettera ai Sacerdoti per il Giovedì Santo 1997. 22 marzo 1997

«Vi scrivo questa lettera, cari Fratelli, durante il primo anno di preparazione immediata all'inizio del terzo millennio: Tertio Millennio Adveniente. Nella Lettera Apostolica che inizia con queste parole, ho messo in rilievo il significato del passaggio dal secondo al terzo millennio dopo la nascita di Cristo ed ho stabilito che gli ultimi tre anni prima del 2000 siano dedicati alla Santissima Trinità. Il primo anno, inaugurato solennemente nella scorsa prima Domenica d'Avvento, è centrato su Cristo. E' Lui infatti l'eterno Figlio di Dio, fatto uomo e nato da Maria Vergine, che ci conduce al Padre. L'anno prossimo sarà dedicato allo Spirito Santo Paraclito, promesso da Cristo agli Apostoli al momento del suo passaggio da questo mondo al Padre. Infine, l'anno 1999 sarà dedicato al Padre, al quale il Figlio vuole condurci nello Spirito Santo, il Consolatore. Vogliamo così terminare il secondo millennio con una corale lode alla Santissima Trinità».

All'Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano. 29 marzo 1997

«La vostra dedizione fa si che queste occasioni di dialogo e la visita alle preziose testimonianze di cultura e di fede, custodite nella Città del Vaticano, avvengano in un clima di serenità e di ordine. Questo vostro servizio diventerà sempre più importante nei prossimi anni, in vista dello storico evento che segnerà l'inizio del terzo Millennio. La vostra competenza ed i progetti che avete in animo di promuovere per rendere più funzionale la vostra attività costituiscono un indubbio sostegno per la soluzione dei numerosi problemi organizzativi che porrà la celebrazione del Grande Giubileo».

Ai pellegrini Croati riuniti in Piazza San Pietro nel corso dell'Udienza Generale. 9 aprile 1997

«Con l'aiuto di Dio, Sabato prossimo mi recherò in Visita Pastorale a Sarajevo. Si tratta di una delle tappe del mio pellegrinaggio nelle Chiese locali nel quadro della preparazione al Grande Giubileo dell'Anno 2000 (cf Tertio Millennio Adveniente, n.24). Come successore di Pietro, vado a confermare nella fede i nostri fratelli e sorelle di quella città diventata, in certo senso, un triste simbolo delle tragedie che hanno colpito l'Europa nel XX secolo. Questo viaggio apostolico diventa anche un viaggio di pace, nel quale è testimoniata la solidarietà della Chiesa con gli uomini e i popoli sofferenti».

Ai Vescovi della Regione apostolica lle-de-France. 5 aprile 1997

«Nella prospettiva del Grande Giubileo della Redenzione, un evento per tutta la Chiesa, desidero oggi sottolineare alcuni aspetti che caratterizzeranno il vostro ministero, facendo eco ai diversi orientamenti prposti nella Lettera Apostolica Tertio Millennio Adveniente. Il primo dei tre anni di preparazione è in corso. A Parigi e nelle altre Diocesi della regione il suo momento culminante sarà la Giornata Mondiale della Gioventù che io vi ringrazio di aver accolto e di stare preparando con entusiasmo. Esprimete la mia gratitudine ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, ai laici e soprattutto ai giovani di tutto il vostro Paese che si stanno adoperando senza riserve per il buon svolgimento di questo incontro mondiale della gioventù; conosco gli sforzi che stanno attualmente compiendo per la riuscita di questo forte tempo spirituale. Trasmettere loro la fiducia del Papa, che è lieto di venire a Parigi a incoraggiare coloro che sono chiamati a edificare la Chiesa del prossimo millennio.

Questo incontro, come ho già detto nel Messaggio ai giovani del mondo in occasione della XII Giornata Mondiale, formerà "un'icona vivente della Chiesa". Sotto il segno della Croce dell'Anno Santo, che sarà stata ricevuta dai giovani delle Diocesi di tutta la Francia, gli sguardi convergeranno verso Cristo. Di fatto, uno degli appelli del Grande Giubileo al quale ci stiamo preparando è proprio l'appello al dialogo fra i fedeli di diverse nazioni, di diverse spiritualità e di diverse culture. In questo mondo in cui si sviluppano tante comunicazioni, non è forse necessario che i membri della Chiesa universale si conoscano meglio e progrediscano nelle coesione, poiché "tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo"? E san Paolo aggiunge "così anche Cristo" (1 Cor 12,12). Sappiamo che l'Apostolo delle Nazioni sostiene la sua esortazione all'unità nella diversità con l'esaltazione della carità, il più grande dei doni di Dio (cf 1 Cor 13,13).

Le Giornate Mondiali, così come la preparazione del Giubileo, potranno essere delle vere pietre miliari lungo il cammino dei giovani che prendono in consegna la missione ecclesiale. Il Giubileo sarà un tempo privilegiato di conversione. Noi dovremo far comprendere meglio ai nostri fratelli e alle nostre sorelle cristiani, e a tutti i nostri contemporanei, che il messaggio cristiano è una Buona Novella di liberazione dal peccato e dal male, e al contempo forte a ritornare alla scelta del bene.

La riscoperta dell'amore benevolo di Dio, nel più intimo delle coscienze, assumerà tutto il suo significato se il Giubileo sarà anche il tempo dell'amore per i poveri e per i più bisognosi, di un rinnovamento profondo dei vincoli sociali. il significato tradizionale dell'anno giubilare comporta una rimessa a nuovo delle relazioni tra le persone in tutta la società; bisogrebbe far comprendere a tutti che questa tappa della nostra storia è un occasione privilegiata di riconciliazione e ci fa volgere verso un futuro più conviviale. La memoria comune deve essere chiarita e purificata, vale a dire che, riconoscendo le debolezze e le mancanze degli uni e degli altri con lucidità , liberati dagli antichi germi di divisione o anche dai rancori, potremo rispondere meglio alle sfide del nostro tempo».

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