Nella basilica della risurrezione un grande evento ecumenico
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ATTIVITÀ DI COMMISSIONI E COMITATI
Comitato Gerosolimitano

NELLA BASILICA DELLA RISURREZIONE UN GRANDE EVENTO ECUMENICO

Graziano Motta

E' stata definita un'anticipazione di come la Chiesa Madre potrebbe celebrare i duemila anni di Cristo; certo la cerimonia inaugurale della restaurata cupola dell'Anastasis all'inizio del triennio di preparazione al Grande Giubileo, è stata un evento di grande importanza ecumenica, con significativi risvolti locali di ordine socio-politico e altri di rilevanza internazionale. Infatti nella Basilica della Resurrezione, per la prima volta intorno al sepolcro di Gesù, si sono riuniti Patriarchi e Capi di tutte le confessioni cristiane, cattoliche, ortodosse e protestanti, alcune con numerosi loro dignitari e ognuna nelle varietà degli abiti e delle insegne tradizionali; il Custode di Terra Santa con moltissimi francescani suoi confratelli; il Nunzio Apostolico in rappresentanza della Santa Sede. Si è cantato e pregato nella liturgia bizantina, armena e latina; i discorsi in varie lingue, dal compiacimento della straordinaria circostanza si sono dischiusi alla visione della desiderata ricomposizione dell'unità delle Chiese.

E vicine si sono trovate autorità politiche israeliane e palestinesi - il sindaco, ministri e deputati del regime autonomo - dunque esponenti ebrei, musulmani e cristiani, segno dell'auspicata pacifica convivenza fra le tre religioni che a Gerusalemme adorano lo stesso Dio di Abramo. La presenza infine di diplomatici, ovvero dei Consoli Generali, ha testimoniato l'interesse per la Città Santa della comunità internazionale.

"Evento inimmaginabile ancora giorni prima e certamente voluto più da Dio che dagli uomini", dice senza esitazioni il vescovo Kamal-Hanna Bathish, presidente del Comitato Gerosolimitano del Grande Giubileo. In effetti una serie di circostanze provvidenziali lo hanno preparato: si pensi soltanto che per ben più di trent'anni la Rotonda dell'Anastasis è rimasta oscurata dal ponteggio tubolare che doveva servire al restauro della cupola, ma i lavori non cominciavano mai; per difficoltà ora tecniche, ora finanziarie, ora giuridiche oltre che di intesa sul progetto fra le comunità comproprietarie. Un groviglio che non sembrava sbloccarsi quando improvvisamente due anni fa la "Pontifical Mission" - organismo caritativo diretto da cattolici statunitensi - riusciva a far accettare sia l'offerta generosa di un finanziatore dei lavori (George Doty, già capo della luogotenenza di New York dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro, rimasto avvolto nell'anonimato fino al giorno dell'inaugurazione ) sia il progetto di restauro, dell'artista californiano Ara Normart. Singolare poi una concomitanza: alla vigilia dell'altro Natale il contratto per l'inizio dei lavori con l'impegno di concluderli in un anno, veniva firmato nel Patriarcato greco-ortodosso pochi minuti prima che tutti i Capi delle Chiese di Gerusalemme ivi riuniti annunciassero, in una storica conferenza stampa, la loro decisione di celebrare insieme il Giubileo.

Finalmente lontane dunque le divisioni secolari nel luogo - ha rilevato il Patriarca greco-ortodosso Diodoros I - "che insegna il perdono, la riconciliazione, l'amore e l'unità dato che Colui nel quale crediamo e che proclamiamo Signore qui 'stese le braccia e riunì ciò che era stato diviso' richiamandoci tutti a ' essere una cosa sola'. Preghiamo dunque perché questa sia la scintilla del nostro avvicinamento spirituale". Concludendo con due pensieri di impegno ecumenico: "Possiamo essere introdotti nel Terzo Millennio alla luce della verità che è Cristo.... Preghiamo il Signore di riunirci ancora per celebrare altri di questi benedetti eventi".

Diodoros I era uno dei tre "padroni di casa" che hanno promosso la storica riunione; gli altri sono stati, per la Chiesa latina, il Custode di Terra Santa, Padre Giuseppe Nazzaro ofm - anch'egli ha parlato esaltando il significato dell'evento - e, per la Chiesa armeno-ortodossa, il Patriarca Torkom Manougian. Al quale va il merito di aver rimediato a una grave lacuna, che c'è stata, nella cerimonia ufficiale. E' successo cioè che dopo i tre loro discorsi le Chiese hanno pregato una dopo l'altra, non sono state capaci di dire insieme una medesima preghiera. Ed allora in serata, a conclusione di un pranzo, Sua Beatitudine Manougian ha proposto ai convitati di recitare insieme, ognuno nella propria lingua, il Padre Nostro. Un piccolo evento anche questo, perché a Gerusalemme, come si è constatato ancora quest'anno nell'Ottavario per l'unità, permangono le esistenze di alcune Chiese dell'ortodossia bizantina a unirsi alla preghiera comune, considerata da esse come manifestazione di unità già realizzata.

La nuova decorazione della cupola dell'Anastasis consiste in 12 raggi dorati su un fondo color perla che accentua la luminosità naturale proveniente dalla lanterna (i cui vetri sono stati rinnovati) e quella artificiale che si sprigiona da lampade invisibili nascoste dai raggi. Questi simbolizzano i dodici Apostoli e la diffusione della Chiesa nel mondo. Ogni raggio è tripartito a significare il mistero di Dio uno e trino.

Così pellegrini, e anche visitatori di altre fedi che ogni giorno affollano la Basilica della Resurrezione, ammirano finalmente splendente il Luogo Santo in cui, come dice la liturgia di Pasqua, "la luce del Re eterno ha vinto le tenebre del mondo". Ora c'è in programma il delicato restauro delle pareti dell'Edicola che custodisce il Sepolcro vuoto di Gesù, un lavoro che si auspica possa essere completato prima del Duemila.

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