Nel 2000: volgere insieme lo sguardo a Cristo - Eleuterio F. Fortino
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Nel 2000: volgere insieme lo sguardo a Cristo - Eleuterio F. Fortino

"Proprio sotto il profilo ecumenico il 2000 sarà un anno molto importante per volgere insieme lo sguardo a Cristo, unico Signore, nell'impegno di diventare in Lui una cosa sola, secondo la sua preghiera al Padre". Questa affermazione della lettera apostolica Tertio Millennio Adveniente (n. 41) è stata assunta nella "premessa" al calendario del Grande Giubileo per introdurre gli aspetti ecumenici, tanto quelli già esplicitamente segnalati nel calendario quanto quelli che saranno precisati nel prossimo futuro.Nel calendario romano per il 2000, elaborato dal Comitato Centrale ed approvato dal Santo Padre, infatti "sono già previsti alcuni importanti incontri a sfondo ecumenico". Inoltre vi si aggiunge nella stessa premessa : "altri, come l'auspicato incontro pancristiano, se ne potrebbero aggiungere. Vi sono contatti con le altre Chiese e Comunità ecclesiali". La sottolineatura della centralità di Cristo e del perdono che ci proviene dalla sua morte e risurrezione, del ruolo della Santa Trinità nell'economia di salvezza, il fondamento della Parola di Dio e della fede comune nei dogmi trinitari e cristologici rendono possibile una partecipazione ecumenica, anche se le varie Comunità cristiane non hanno gli stessi atteggiamenti e prassi nei confronti del giubileo. Ma per quello che si conosce fino ad oggi tutte le Comunioni Cristiane intendono celebrare in una forma o nell'altra il Giubileo dell'anno 2000. Anche la prospettiva di celebrazioni comuni fra i cristiani prende sempre maggiore consistenza. Il calendario romano è positivamente aperto a questa prospettiva.

1. Apertura della Porta Santa e settimana di preghiere per l'unione dei cristiani

Il primo evento ecumenico indicato dal calendario è la "settimana di preghiere per l'unità dei cristiani" (18 -25 gennaio). E' previsto che nel 2000 questa "settimana" sia celebrata con una maggiore intensità nelle basiliche e nelle chiese di Roma. La particolare accentuazione è condivisa dal Comitato Misto Internazionale composto da rappresentanti della Chiesa cattolica e del Consiglio Ecumenico delle Chiese, comitato che annualmente prepara i sussidi che vengono distribuiti e localmente adattati nel mondo intero. Il primo progetto è stato chiesto ad un gruppo ecumenico del Medio Oriente. li Comitato Misto Internazionale, che lo rielaborerà e gli conferirà le caratteristiche per una divulgazione internazionale, si incontrerà nella prima settimana del mese di ottobre 1998.

Che la dimensione ecumenica del giubileo abbia inizio con la preghiera è altamente significativo. Il decreto conciliare sull'ecumenismo aveva incisivamente affermato che la preghiera fa parte di quel nucleo centrale che identifica come "l'anima" dell'intera ricerca della piena unità fra i cristiani.

All'inizio di questa settimana il calendario prevede una caratteristica particolare. L'inizio dell'anno giubilare sarà simboleggiato dall'apertura della Porta Santa nella notte di Natale a S. Pietro. L'indomani la cerimonia sarà ripetuta nelle basiliche di S.Gíovanni in Laterano e di S. Mafia Maggiore. Nella basilica di S. Paolo invece l'apertura avverrà il 18 gennaio in coincidenza con l'inizio della settimana di preghiere. Questo spostamento per una celebrazione comune dell'inizio del Giubileo intende manifestare la dichiarata volontà di dare ali' intera celebrazione del giubileo una dimensione ecumenica come comune riferimento a Gesù Cristo secondo la sua Parola: "Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo " (Gv 10, 9).

Nella storia dell'anno santo - il primo fu indetto da Bonifacio VIII nel 1300 - è stato il papa Martino V (1423) ad introdurre il gesto simbolico dell'apertura della Porta Santa. Per sè l'inizio dell'anno giubilare in realtà avviene con la celebrazione dell'Eucaristia, memoriale della morte e della risurrezione di Cristo, da cui ci proviene il perdono e la grande indulgenza.

2. Commemorazione ecumenica dei "Nuovi martiri"

Nella III Domenica di Pasqua è prevista una commemorazione dei molti cristiani (cattolici, ortodossi, anglicani e protestanti) che hanno reso fedele testimonianza a Cristo nelle persecuzioni- in questo secolo nei vari continenti, alcuni fino all'atto supremo del martirio.

"Per quanto è possibile - afferma il papa Giovanni Paolo Il - non devono andare perdute nella Chiesa le loro testimonianze " (TMA, 37). Egli spiega: "Al termine del secondo millennio, la Chiesa è diventata nuovamente Chiesa di martiri. Le persecuzioni nei riguardi dei credenti - sacerdoti, - religiosi e laici - hanno operato una grande semina di martiri in varie parti del mondo. La testimonianza resa a Cristo sino allo spargimento del sangue è divenuta patrimonio comune di cattolici, ortodossi, anglicani e protestatiti ". E' una testimonianza da non dimenticare, anzi da proporre alla comunità cristiana e al mondo intero con una commemorazione di comune dossologia al Signore.

Si tratta di una intuizione lungimirante della Tertio Millennio Adveniente perchè sottolinea la presenza operante dello Spirito tra tutti coloro che confessano Gesù Cristo come unico salvatore del mondo e, conseguentemente, dimostra come i beni cristiani delle varie Chiese e Comunità ecclesiali possano servire all'edificazione di tutti. A questa prospettiva le varie Comunità cristiane hanno espresso in forme diverse un proprio particolare interesse. Una comune commemorazione sarà una epifania ecumenica dell'efficacia della Grazia.

3. Incontro pan - cristiano

Nella "premessa" al calendario, come si ricordava sopra, si indica la possibilità di un incontro pan -cristiano e si aggiunge che contatti sono aperti con le altre Chiese e Comunità cristiane. E' ovvio che un evento del genere deve essere programmato, preparato e celebrato insieme. La preghiera ecumenica durante la giornata per la pace di Assisi (1986) offre l'esempio del modo di procedere. Il Santo Padre nella TMA, in cui ha proposto l'iniziativa, con lucida attenzione ai problemi soggiacenti, aveva affermato: "La dimensione ecumenica ed universale del Sacro Giubileo, potrà opportunamente essere evidenziata da un significativo incontro pancristiano. Si tratta di un gesto di grande valore e per questo, ad evitare equivoci, esso va proposto correttamente e preparato con cura, - in atteggiamento di fraterna collaboratone con i cristiani di altre confessioni e tradizioni " (TMA, 56). Gli sviluppi del movimento ecumenico nel suo insieme e i progressi registrati nei vari dialoghi teologici offrono la base per una celebrazione comune e densa. All'alba del terzo millennio i cristiani potrebbero dichiarare di fronte al mondo la loro fede in Gesù Cristo, Signore e Salvatore, ed impegnarsi per una più intensa ricerca della piena unità in modo da proclamare, con maggiore efficacia, il kerygma cristiano alle nuove generazioni.

Tanto la commissione ecumenica del Comitato Centrale del Giubileo dell'anno 2000, quanto la sottocommissione mista del Gruppo misto di Lavoro con il Consiglio Ecumenico delle Chiese, hanno espresso la convinzione che un tale evento è possibile e desiderabile. Ma proprie perché comune, esso deve essere deciso e realizzato insieme dalle Chiese e Comunità ecclesiali interessate.

4. Dimensione ecumenica di ogni celebrazione

Nel calendario vi è anche una dimensione nascosta che non appare immediatamente. L'avvenimento stesso del Giubileo dell'anno 2000 ha insita densità ecumenica. Si vuole far memoria della incarnazione del Verbo di Dio "che per noi uomini e per la nostra salvezza" si fece uomo e morì sulla croce per la redenzione di tutti. Questa è una professione di fede comune di tutti i cristiani. Pertanto anche una minuscola celebrazione in uno sperduto villaggio - cattolico, ortodosso, anglicano, protestante - ha una sua dimensione ecumenica. E' ovvio che se questa dimensione si mette in rilievo o con la preghiera per gli altri o con la preghiera comune essa assumerà anche la forma di testimonianza dell'unità esistente e del desiderio della piena unità.

Nel calendario romano è latente la preoccupazione che ogni celebrazione, anche quelle partecipate soltanto dai cattolici, abbia una attenzione agli altri cristiani, tanto per evitare nuove incomprensioni quanto per promuovere la comunione. Non è durante il giubileo che si possono risolvere i problemi ecumenici. E' compito questo del dialogo teologico. Il giubileo però potrà mettere a profitto quelli che Giovanni Paolo Il nella lettera enciclica Ut Unum Sint chiama i frutti dell'ecumenismo.

5. Nelle Chiese locali

Nella "premessa" al calendario si afferma: "Anche le Chiese locali sono invitate a ricercare insieme ai fratelli cristiani possibili forme di celebrazioni comuni nell'Anno Santo, che possono divenire un'occasione di incontro, di preghiera e di dialogo fra tutti i cristiani". Il calendario non si limita a questa affermazione, ma aggiunge in ben otto luoghi che "si prepareranno sussidi anche per le Chiese locali". La celebrazione del Giubileo nelle Chiese locali è una componente essenziale del Grande Giubileo del 2000. Il Santo Padre ha indicato che la celebrazione stessa del Grande Giubileo "avverrà contemporaneamente in Terra Santa, a Roma e nelle Chiese locali" (TMA,55). L'orientamento generale del calendario romano potrà servire alle Chiese locali per elaborare un proprio calendario adeguato alle proprie condizioni e alle proprie tradizioni. Per esempio, il calendario romano indica - e non potrebbe essere molto diversamente - pratiche di pietà tipiche nella Chiesa di occidente, assenti nelle stesse Chiese cattoliche orientali. L'adattamento alle varie situazioni è indispensabile. In più, nelle Chiese locali si presentano con immediatezza aspetti concreti di tensione fra i cristiani o al contrario particolari possibilità di comunione e di cooperazione. La preghiera per l'unità, la commemorazione di testimoni locali, l'incontro di tutte le Chiese e Comunità esistenti in un dato luogo, sono prospettive veramente feconde per una degna celebrazione comune locale.

Osservazione conclusiva

Per la realizzazione degli aspetti ecumenici del Giubileo ci sono contatti tra le Chiese che preciseranno le possibilità e le modalità concrete di eventi comuni ed anche di reciproci inviti. Il patriarca di Costantinopoli ha proposto che per la festa della Trasfigurazione di Nostro Signore (6 agosto del 2000) tutte le Comunità cristiane, ciascuna nel luogo dove si trova, celebri una veglia di preghiera . Questa veglia può avere diverse realizzazioni. Secondo le circostanze, si possono avere veglie fra fedeli di una sola Chiesa e fra fedeli di diverse Chiese presenti in un dato luogo. Ma tutte intendono esprimere la fede e l'appello rivelati nell'episodio della trasfigurazione: "Questi è il figlio mio diletto, nel quale mi sono compiaciuto, ascoltatelo" (Mt 17, 5). E' nell'ascolto della Parola di Dio che si troverà anche la piena comunione. li calendario romano del Giubileo ha accolto la proposta e segnala la veglia tra il 5 ed il 6 agosto come "risposta all'appello del Patriarca di Costantinopoli Bartolomaios I". Inviti reciproci tra le Chiese certamente ci Faranno durante il Giubileo. La Chiesa cattolica è pronta ad invitare e e pronta ugualmente ad accogliere eventuali inviti. Lo scopo rimane quello indicato per i cattolici dalla TMA di mettere insieme tutto ciò che abbiamo in comune. In questo senso anche per l'ecumenismo la celebrazione del giubileo dovrebbe essere occasione di rendimento di grazie a Dio, di gioia per una maggiore comunione ritrovata e di impegno per raggiungere la piena comunione che il Signore vuole per i suoi discepoli.

 

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