La politica come servizio alla persona - Ombretta Fumagalli Carulli
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La politica come servizio alla persona - Ombretta Fumagalli Carulli

Il calendario ufficiale del prossimo Anno Santo annuncia un evento straordinario per tutti i politici del mondo. Accogliendo, infatti, il desiderio di una nutrita rappresentanza di parlamentari italiani che hanno dato vita all'Intergruppo "Parlamentari per il Giubileo" (composto da circa 150 tra senatori e deputati), il Santo Padre Giovanni Paolo Secondo ha fissato per il 5 novembre del 2000 (una domenica) il "Giubileo dei responsabili della cosa pubblica". In altri termini il Giubileo degli eletti dai popoli o dei loro rappresentanti, primi tra tutti i parlamentari che sono la massima espressione della volontà popolare. E’ la prima volta, nella storia della Chiesa, che i politici di tutto il Pianeta sono chiamati a vivere con il Successore di Pietro un loro particolare momento di riflessione e di preghiera nell'ambito di un anno giubilare di per sé dedicato alla riconciliazione, al perdono. Un'occasione unica, quindi, anche per riaffermare il vero ruolo della politica e del fare politica, intesi come servizio a tutti gli uomini e non come prevaricante esercizio di potere personale. In questo senso i politici hanno davvero di che chiedere perdono, non foss'altro per non aver ancora capito che la pace e la prosperità, a cui tutti i popoli aspirano, non si fondano sulle strategie dettate dai rapporti di forza o sugli equilibrismi della diplomazia, ma su atti concreti di giustizia e di comprensione.

Una presa di coscienza che l'Intergruppo italiano "Parlamentari per il Giubileo" ha suggerito, tramite il proprio documento programmatico, a tutti i Parlamenti e a tutti i parlamentari della Terra, indicando anche tre obiettivi di fondo per giungere a scelte di civiltà e a conseguenti atti legislativi comuni a tutte le nazioni, nel momento in cui l'umanità dà inizio a un nuovo millennio della propria storia. Sono: il debito estero, la libertà religiosa e la dignità della persona. Per quanto riguarda il debito estero è certamente giusto il principio che i debiti debbano essere pagati; non è lecito, però, chiedere o pretendere un pagamento quando questo verrebbe ad imporre, di fatto, scelte politiche tali da spingere alla fame o alla disperazione e, molto spesso, alla guerra intere popolazioni. Giovanni Paolo Secondo, all'inizio del suo Pontificato, parlando a Lima, in Perù, ha sottolineato con forza che "il problema del debito internazionale non è solo una questione finanziaria o economica e neppure meramente politica, bensì, innanzitutto, una questione etica e morale. Essa deve essere esaminata e avviata a soluzione alla luce del principio della solidarietà tra popoli e nazioni".

La libertà religiosa oggi ancora limitata e coartata (basti pensare a cosa accade in Pakistan o in altre nazioni mediorientali) è poi la premessa e la garanzia di tutte le libertà. E' un baluardo contro tutti i totalitarismi e impegnando a rifuggire da tentazioni di intolleranza e settarismo, può dare un contributo decisivo all'umana fraternità.

Da ultimo la dignità della persona. "La dignità della persona - dice ancora il Papa - è l'unica solida base di un sistema sociale capace di dare la giusta direzione alle relazioni umane e incoraggiare la comprensione, la cooperazione e il dialogo reciproci". Partendo da questa premessa l'Intergruppo italiano "Parlamentari per il Giubileo" vuol portare tutti i Parlamenti del mondo a discutere e legiferare in comune sulla violenza verso i bambini (oggi sfruttati su molti fronti, come quello del lavoro nero o della pornografia), verso le donne e i più deboli e indifesi; sulla manipolazione genetica e sulle affascinanti e talvolta inquietanti conquiste della scienza; sull'ambiente e la sua salvaguardia; sulla produzione e sull'uso delle droghe; sulla leicità dell'uso indiscriminato del corpo umano; sulla punizione e sul recupero di chi si rende colpevole verso i propri simili e verso la società, con un confronto sereno e ragionato anche in merito alla pena di morte. A questo proposito i "Parlamentari per il Giubileo" hanno chiesto e chiedono a tutti i Paesi in cui è ancora praticata, di sospendere l'applicazione della pena capitale almeno nell'anno in cui, varcando la soglia di un nuovo millennio, gli uomini sono chiamati ad un grande sforzo di comprensione e di riappacificazione. E per favorire il più ampio dialogo, a livello internazionale, sui temi in discussione, si è pensato di organizzare, a partire dalla seconda metà del 1999, cinque convention continentali che si terranno in città tra le più rappresentative di ogni continente.

Dal punto di vista culturale, i "Parlamentari per il Giubileo", in sintonia con la "Tertio Millennio Adveniente", pongono particolare attenzione al problema del dialogo interreligioso e in modo particolare tra le tre religioni monoteistiche. Dialogo che, in ultima analisi, può favorire in maniera determinante la soluzione del problema della libertà religiosa in molti Paesi. A questo fine è sintomatica la scelta di Gerusalemme, città sacra per cristiani, ebrei e musulmani, quale secondo punto di riferimento, insieme a Roma, sede episcopale del Vicario di Cristo, del calendario l'universale" dell'Anno Santo che per la prima volta non si rivolge solo ai cattolici, ma a tutti i cristiani e a tutti gli uomini di buona volontà.

Per questo si e' deciso di cominciare il cammino giubilare di tutti i responsabili della cosa pubblica proprio da Gerusalemme e dalla Terra in cui Gesù nacque, visse, annunciò il Lieto Messaggio, morì e resuscitò. Poi, sulle orme dell’Apostolo Paolo, in nave, il pellegrinaggio vero e proprio verso Roma per l’incontro giubilare con Pietro. Durante il viaggio e nelle città tappa (come Efeso, Corinto, Atene, Malta, Siracusa, Messina e Reggio) ancora momenti di confronto sui tre grandi filoni di riflessione che abbiamo indicato ed eventi che coinvolgeranno le più diverse espressioni della società. Chiamare a raccolta gli eletti dai popoli intorno ai significati e alle motivazioni del Giubileo significa anche riflettere sulle trasformazioni ideologiche, sociali, politiche e culturali che hanno segnato il secolo che si sta chiudendo. La cultura e la politica sono chiamate a rispondere a sfide che ormai mettono in gioco l'uomo "in tutte le dimensioni della sua esistenza, in tutto ciò che caratterizza la sua umanità", per riprendere le parole pronunciate da Giovanni Paolo Secondo all'Unesco. Risposte che, comunque, non possono tagliar fuori o ignorare i bisogni e le aspirazioni dei popoli. Ecco perché sentiamo che il Grande Giubileo del 2000, oltre ad essere un grande evento spirituale per i cattolici, sarà anche e soprattutto un grande evento di popolo e di tutti i popoli. Del resto, anche il primo Giubileo della storia, quello indetto da Bonifacio VIII nel 1300, non fu iniziativa di natura prettamente popolare? Fu la gente a chiedere a gran voce un’indulgenza plenaria per l'inizio del secolo nuovo e benché nelle cronache della Chiesa non fosse mai stato registrato un anno santo, il Papa decise ugualmente di concedere "in questo anno 1300 e per tutti gli anni secolari futuri, non solo il pieno e largo, ma il più pieno perdono del peccati" (Bolla "Antiquorum habet fida relatio").

Un grande evento di fede e di popolo, dunque, anche il prossimo Giubileo del 2000; un appuntamento epocale che quanti sono chiamati a rappresentare e ad interpretare la volontà dei popoli non possono mancare, perché la politica di fine e inizio millennio dovrà essere la politica che rilegge e finalmente capisce la Profezia.

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