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Editoriale

Le Chiese locali verso il Giubileo: un fecondo cammino pastorale
Card. Roger Etchegaray

Una delle grandi novità di questo grande Giubileo riguarda certamente i luoghi della celebrazione. Il Santo Padre, Giovanni Paolo II, ha voluto che tale celebrazione avvenisse “contemporaneamente in Terra Santa, a Roma e nelle Chiese locali del mondo intero” (Tertio Millennio Adveniente n. 55). Finora, nella tradizione giubilare inaugurata da Papa Bonifacio VIII, Roma era l’unico polo indicato: chi pensava al Giubileo pensava a Roma (e senza dubbio i Romani la pensano ancora così, soprattutto vedendo i lavori in corso!) Ma dobbiamo guardare oltre, fino alla Terra Santa e fino a tutte le Chiese locali

Le Chiese locali attraverso il mondo

Si tratta di gettare uno sguardo su queste Chiese locali durante la fase dei tre anni preparatori , attraverso qualche flash, qualche accenno alle loro iniziative. Ciò che mi colpisce è che, fin dall’avvio della preparazione, grazie alla T.M.A. del 10 novembre 1994, le Chiese locali, le Diocesi si sono messe un po’ dovunque in marcia verso l’orizzonte 2000 senza aspettare tutto dal centro...anche se il nostro Comitato Centrale ha potuto offrire loro ogni anno dei sussidi per facilitare il cammino e la riflessione. Per me, la spontaneità e l’alacrità con le quali queste Chiese locali, da più di tre anni, si preparano al Giubileo è uno dei grandi segni della vitalità della Chiesa.

La Chiesa di Roma

Una Chiesa che alcuni rischiano – paradossalmente - di dimenticare, come Chiesa locale, è la Chiesa di Roma. Essa ha fatto molto sotto la guida del suo Pastore e l’aiuto del Vicario. In occasione della chiusura della “Missio cittadina” il cardinal Ruini ha potuto presentare al Vescovo di Roma un primo bilancio di quell’azione missionaria che si è svolta durante più di tre anni. Non si deve neppure dimenticare che la diocesi di Roma porta il peso maggiore dell’organizzazione dei due eventi giubilari più rilevanti per il numero previsto di partecipanti: il Megaraduno dei giovani ed il Congresso Eucaristico Internazionale. Senza contare che lungo tutto l’anno la città di Roma, nelle sue istituzioni religiose e civili, dovrà affrontare l’afflusso dei pellegrini in uno spirito di accoglienza e di solidarietà. È la grazia e la vocazione della Chiesa di Roma di vibrare intensamente al diapason della Chiesa universale.

Chiese locali e Chiesa universale

Il calendario delle celebrazioni “romane” che è stato pubblicato, un anno fa (21 maggio 1998) dal Comitato Centrale del Grande Giubileo svolge una certa funzione di esemplarità e di incitamento per le Chiese locali e lo si vede già dal modo in cui esse organizzano l’Anno Santo: questo calendario diventa uno strumento di comunione universale che sarà tanto più rafforzata dai pellegrini (minoritari rispetto all’insieme delle comunità diocesane) che verranno al seggio di Pietro.

Le Chiese locali sono grate a Papa Giovanni Paolo II di avere valorizzato la loro esistenza in occasione del Giubileo.

Secondo lo spirito degli Apostoli e dei Padri, che il Concilio Vaticano II ha rinvigorito, ogni Chiesa locale, lungi dall’avere un senso cartografico, porta in se stessa la pienezza della “cattolicità” della Chiesa (Lumen Gentium n. 21). Le Chiese locali che entrano gioiosamente nella dinamica giubilare non si addizionano né si giustappongono, ma conservano la loro identità di Chiesa attraverso legami di comunione tra esse e, in maniera privilegiata, con la Chiesa di Roma. L’Anno Santo sarà un tempo eccezionale per rendere più salda la loro unità e per marcare la loro comunione di cui è garante il Papa.

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