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L’approfondimento – Giubileo e cultura

Una scienza impegnata nella lotta contro la fame Francesco Paschino

L'Università di Sassari e la Chiesa locale hanno accolto con gioia la decisione di organizzare un convegno internazionale dal titolo: "Produzioni alimentari e qualità della vita". Tra l'altro, l’Ateneo Turritano, fondato dai Gesuiti tra il 1559 ed il 1605 e nel cui stemma, campeggiano i tre martiri turritani con la scritta "Sacerensis sigillum turritanae universitatis", pur mantenendo una precisa connotazione laica, nelle occasioni importanti, come la visita di Sua Santità Giovanni Paolo II, rinsalda l’antico sodalizio con la Chiesa. Anche stavolta le due istituzioni cittadine si uniscono per la migliore riuscita di un’iniziativa dietro la spinta di presupposti forti. Il diritto all'alimentazione è infatti uno dei principi proclamati nel 1948 dalla “Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo”; la “Dichiarazione sul progresso e lo sviluppo nel settore sociale”, del 1969, sosteneva la necessità di “eliminare la fame e la malnutrizione e di garantire il diritto ad una adeguata alimentazione”; perfino la “Dichiarazione universale per l'eliminazione definitiva della fame e della malnutrizione”, adottata nel 1974, recita che “….ogni individuo ha il diritto inalienabile di essere liberato dalla fame e dalla malnutrizione per potersi sviluppare appieno e conservare le sue facoltà fisiche e mentali” ed infine, nel 1992, la “Dichiarazione mondiale sulla nutrizione” ha riconosciuto anche che “…l'accesso ad alimenti nutrizionalmente adeguati e privi di pericoli è un diritto universale”.

Nonostante queste solenni dichiarazioni, milioni di individui continuano a morire di fame e non perché globalmente la terra non sia in grado di provvedere con le proprie risorse al bisogno di tutti, il cibo disponibile pro capite a livello mondiale è aumentato del 18% circa nel corso degli ultimi anni, ma piuttosto perché i paesi sviluppati, Italia compresa, il nord del mondo, consuma la gran parte delle risorse. Anche il Concilio Vaticano II insistette presso tutti e presso le autorità, affinché, di fronte ad un tal numero di affamati in tutto il mondo, non dimenticasse queste parole: "Nutri colui che è moribondo per fame, perché se non lo avrai nutrito, lo avrai ucciso".

Il tema, l'importanza dell'evento, l'autorevolezza degli studiosi e degli esperti che vi parteciperanno, la consapevolezza dell'impegno hanno particolarmente stimolato i responsabili degli Enti locali che, opportunamente informati, vogliono, attraverso i loro massimi esponenti, contribuire fattivamente all'organizzazione per richiamare l'attenzione della popolazione ad affrontare un problema di così vaste proporzioni.

La Diocesi e l’Ateneo turritano impegnandosi a organizzare e celebrare questo importante Convegno, vogliono contribuire in maniera fattiva ad indicare qualche soluzione a quest’immane problema, sollecitando gli uomini di scienza ad impegnarsi con maggior vigore e con risolutezza nella lotta contro la fame.

L'impegno è grande, ma la vitalità che sorregge il Comitato organizzativo è tale che con passione e spirito di servizio sta affrontando coraggiosamente le difficoltà che emergono pur di portare a buon fine l'incarico assegnatogli. A questo va ad aggiungersi la inesauribile disponibilità dei laici associati che consci di tutto ciò partecipano con proprie proposte e iniziative a sostegno del Convegno.

L'Ateneo ha coinvolto inizialmente alcune Facoltà, quelle maggiormente interessate, per far emergere maggiori e migliori indicazioni a riguardo. Sucessivamente il coinvolgimento sarà sicuramente più ampio e, nonostante l'impegno scientifico, coinvolgerà docenti, ricercatori, tecnici e amministrativi, anche se lontani dall'argomento dibattuto. La sollecitazione interiore, proprio nell'anno del Grande Giubileo, coinvolge tutti convinti che acquisendo "qualcosa" si possa anche dare.

Ecco perchè, l'obiettivo che il Convegno si pone è la sensibilizzazione del maggior numero di persone al problema che verrà trattato e che coinvolge passivamente milioni di persone, particolarmente gli abitanti dei paesi più poveri che per carenza economica non sono in grado di provvedere autonomamente alle loro primarie esigenze, ma anche attivamente.

Tutto ciò crea un'occasione certamente propizia che è quella di stimolare molti docenti ad una riflessione, che va al di là dello specifico tema del Convegno, creando le premesse per una maggiore disponibilità ad accogliere le istanze per un dialogo più stretto e proficuo tra il mondo accademico e la Chiesa.

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