In dialogo per tempi nuovi
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GIUBILEO E INFORMAZIONE

IN DIALOGO PER TEMPI NUOVI

Nei circa 40 anni che separano il Concilio dal Grande Giubileo del Duemila si è praticamete realizzata l'utopia del "villaggio globale", e oggi anche fisicamente il mondo intero è avviluppato in un'unica rete informativa, sulla quale corrono ininterrottamente i più svariati messaggi: scritti, iconografici e anche sonori. Anche alcune pagine della nostra rivista sono reperibili su Internet, a significare che "Tertium Millenium" non è certamente timida di fronte alle sfide del tempo.

La rete tuttavia, così come la grande disponibilità di informazioni raggiungibili con altri mezzi, pone problemi nuovi sia ai giornalisti che agli utenti, sempe più frequentemente, e non a caso, assimilati a passivi consumatori di notizie. Nel suo messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali Giovanni Paolo II indica in particolare due temi: una scelta responsabile fra la gran massa di notizie che pervengono agli utenti, e una particolare attenzione, da parte dei professionisti dell'informazione, a che la generale ma non ancora universare facilità di accesso alle fonti non divenga ulteriore strumento di diseguaglianza e di discriminazione.

Quanto al Giubileo, la premessa è quella che nessun tema, dei tantissimi legati all'evento di fine millennio - così come "illustrato" poi dalla TMA - abbia uno scarso impatto sulla grande opinione pubblica. Anzi è proprio questo uno dei punti di forza; una sfida che, già dal primissimo momento dell'uscita della Lettera Apostolica, è parsa chiara ed estremamente coinvolgente. Guardando oltre, sulla scia della TMA, si può dire che essa contiene proprio l'invito a riportare all'attenzione e alla coscienza del mondo moderno, in questa fase di transizione, i grandi temi sui quali l'umanità si interroga.

Occorre fare in modo da creare un clima nuovo, , sia nel mondo che nella Chiesa, e cogliere quindi l'occasione del Giubileo della forza naturalmente propulsiva di un evento che, sempre più, costringerà la gente a riflettere.

Particolarmente illuminante, anche per gli operatori dei mass-media cattolici è stato il riferimento del Santo Padre - durante il discorso al Comitato Centrale del giugno 1996 - sulla necessità di creare, intorno al Giubileo, il clima che, a suo tempo, caratterizzò lo svolgimento del Concilio.

Si tratta, per chi opera nel settore mass-media, di una straordinaria indicazione operativa. La sfida che si intende portare ha come leva fondamentale la necessità di essere all'altezza di tempi che inevitabilmente, si preparano nuovi; di un clima che renderà sempre più compatibili e in qualche modo ordinari, temi, argomenti, e situazioni che oggi sembrano distanti. Così come è necessario aggiornarsi ed attrezzarsi di fronte alle nuove possibilità della tecnologia, si tratta, allo stesso modo, di prepararsi culturalmente ad accogliere e ad assecondare non già un semplice fatto organizzativo ma un evento totale.

In questo clima occorrerà proporre strumenti comunicativi adeguati, soprattutto nei contenuti; e mettere mano, quindi, a ognuno dei grandi temi e delle grandi questioni che attraversano l'umanità.

Una rilettura della TMA basta per rendere concrete queste osservazioni e per ricavarne veri e propri titoli o trasposizioni di ordine giornalistico.

La stessa struttura organizzativa del Grande Giubileo, indica a sua volta alcuni grandi percorsi tematici. Il grande impegno, largamente sottolineato nella TMA, dell'ecumenismo, le prospettive del Dialogo Interreligioso, il panorama sempre mutevole delle visioni ideologiche e storiche, il fascino e le suggestioni della Liturgia, la conservazione e la tutela del patrimonio artistico, i Nuovi Orizzonti pastorali sulla scia della Nuova evangelizzazione, la testimonianza di straordinarie figure di martiri antichi e moderni, la difficile transizione della società del Duemila: sono altrettanti grandi capitoli che delineano il libro-guida dell'Anno Duemila. Tertium Millennium dovrà avere la funzione di aiutare a sfogliare, di qui al compimento del Giubileo, questo volume fondamentale, preoccupandosi però di dare a questi contributi i caratteri di una leggibilità giornalistica.

Si tratta, in particolare, di rendere concreta una piccola, grande sfida: quella di un Giubileo capace di comunicare e dettare i propri temi più congeniali offrendo all'opinione pubblica e agli stessi mass-media una visione alta e allo stesso tempo accessibile di un grande evento di portata storica, ma anche di vastissimo impatto popolare.

Come si vede, sono chiamati in causa sia i giornalisti che i lettori e i radioteleutenti. Ai primi, ma non solo ad essi, viene chiesto in particolare l'impegno ad un approccio deontologico con la realtà della propria professione, e ad evidenziare, anche nella cronaca quotidiana dei fatti, i temi di più grande rilievo che attraversano questo scorcio di secolo. Il trapasso di un millennio, dopo tutto, sollecita un esame di coscienza collettivo che può svolgersi utilmente anche sulle pagine di un giornale o dagli schermi televisivi. Ad una serie di professionisti del giornalismo, per lo più, ma non esclusivamente, impegnati nel campo dell'informazione religiosa, abbiamo chiesto un'opinione sul grado di consapevolezza con cui loro e i loro colleghi affrontano questi tempi. Il paradigma che abbiamo loro proposto è proprio quello del Concilio, e del grande rinnovamento che l'epoca conciliare portò anche nel settore dell'informazione. Abbiamo chiesto in particolare se il Grande Giubileo del Duemila può aiutare l'informazione a ritrovare se stessa, e se esistono oggi le condizioni per ricreare nei mass media il clima conciliare.

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