Un invito a pensare e a sentire in grande - Gaetano Afeltra
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GIUBILEO E INFORMAZIONE

UN INVITO A PENSARE E A SENTIRE IN GRANDE

Gaetano Afeltra

Giornalista e scrittore

Il Giubileo è un evento planetario che impone a tutti, singoli e collettività, la questione di come affrontarlo, vale a dire di come confrontarsi in modo adeguato con esso. Tale confronto, anche per i non credenti, avviene su una molteplicità di piani: dal piano etico a quello intellettuale, di costume, e perfino al piano pratico, effettuale. La nostra società vive sulla produzione e sul consumo instancabile di "notizie": in ogni suo punto, in ogni istante si affollano delle immagini (cognizioni, finzioni), via via assorbite, rielaborate, sostituite da nuove. Si capisce dunque che cosa voglia dire, per la grande macchina mondiale dell'informazione, l'avvento del Giubileo, che coinvolge corpi e coscienze di milioni di persone.

Le trasmigrazioni di masse umane verso l'Italia e verso Roma, per l'occasione, faranno impallidire "l'esercito molto" dei pellegrini (come lo chiama Dante) nel 1300, anno in cui Bonifazio VIII inaugurò la celebrazione ( e Villani nella "Cronica" scriveva: «al continuo in tutto l'anno durante, avea in Roma, oltre al poppolo romano, duecento mila pellegrini, senza quegli che erano per gli cammini andando e tornando...»). Già a tre anni di distanza dalla data, il Giubileo ha messo in agitazione i mass-media e specialmente i giornali, anche se l'attenzione si è appuntata soprattutto sugli aspetti tecnici, dirò così logistici e economici, di questa sorta di pacifica invasione, con polemiche in cui l'interesse politico aveva molta parte.

In realtà l'evento richiede che la macchina dell'informazione ripensi un poco ai suoi obiettivi, i suoi modi di procedere e non voglio dire e suoi doveri, ma le sue funzioni fondamentali. Non si può dire che negli ultimi decenni la stampa e la TV italiane non abbiano prestato attenzione ai problemi religiosi.

A parte lo scrupolo nell'informare sulle iniziative, sui viaggi, sui pronunciamenti di Giovanni Paolo II, i mass-media toccano spesso aspetti religiosi della vita pubblica e privata e addirittura questioni di fede. Però tale attenzione ha pure qualche cosa di ambiguo: privilegiando volentieri certi lati come dire, più spettacolari e polemici, come le resistenze o le concessioni della Chiesa nel campo della morale sessuale, e gli sforzi per mettersi in sintonia con i mutamenti del costume.

Recentemente è uscito, in francese, un libro intitolato "Dieu dans la pub". Un'analisi teologica dell'elemento religioso nella pubblicità. Si fa un po' fatica a considerare una prova del bisogno del "sacro", questa trovata di servirsi della divinità (o comunque di figure religiose) come testimonial degli spot (chiunque dia un'occhiata alla nostra TV ne troverà esempi).

Il Giubileo, arrivando a una svolta epocale, all'avvento del terzo millennio (anche la data ha una suggestione intrinseca) dovrebbe essere un momento capace di indurci tutti a sentire "più in grande". Non si può pensare, non sarebbe nemmeno desiderabile, che l'informazione, nel suo complesso, assuma una funzione agiografica, predicatoria: ma che aiuti tutti a riprendere possesso dei temi fondamentali del vivere, a ripercorrere criticamente un secolo che è stato fra i più crudeli e travagliati, per aprirlo alla speranza.

Si tratterà dunque non solo di raccontare con scrupolo ciò che avverrà nel mondo, per il Giubileo, che sarà un enorme "spettacolo" (uso il termine nel suo significato più nobile), ma di stimolare la gente, volentieri impigrita e distratta a credere che l'evento abbia più che un'importanza di rito celebrativo. Accrescere le conoscenze, ma insieme approfondire le coscienze.

Dentro la festa dei credenti, anche i non credenti possono trovare lo stimolo a interrogarsi: su che cosa sia davvero la pace, la tolleranza, non solo nelle relazioni internazionali e sociali, ma nell'esistenza quotidiana, nei rapporti del singolo con gli altri e perfino con se stesso; sul senso del destino di ognuno. Io penso, se non è pensiero assurdo, che uno dei compiti che per l'occasione, toccano alla grande macchina dell'informazione, sia di portare, in una società resa demente dal frastuono e dall'accumularsi delle notizie inutili, il bisogno di un attimo di raccoglimento, di ritorno in se stessi. Insomma, di un momento di silenzio. Sarebbe una conquista del Giubileo.

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