Gli uomini sono stanchi di guardare verso il basso - Federico Lombardi
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GIUBILEO E INFORMAZIONE

GLI UOMINI SONO STANCHI DI GUARDARE VERSO IL BASSO

Federico Lombardi

Direttore dei programmi della "Radio Vaticana"

Il Grande Giubileo è una sfida per gli operatori della comunicazione: è anche per loro un'occasione da non perdere, perché un'opportunità così non capita spesso. In questo mondo della rivoluzione tecnologica continua e della globalizzazione di ogni genere di problemi - economici, sociali, ambientali... -, con i contraccolpi del modificarsi degli equilibri fra le grandi potenze mondiali, con le povertà e i conflitti più drammatici, c'è qualcuno che ha avuto il coraggio e l'originalità di dire che l'argomento più importante su cui riflettere guardando al 2000 è Dio, e la pretesa inaudita che Dio si sia incarnato; qualcuno che insiste nel ribadire che gli uomini e i popoli di oggi devono ancora una volta misurarsi sul serio con queste affermazioni, perché non hanno nulla di meglio da fare per trovare il senso e il gusto di entrare nella storia del nuovo Millennio.

La cosa può apparire sconcertante, o suscitare qualche sorriso, ma in realtà nasconde un potenziale liberatorio formidabile. Questa sì che è una notizia; e sarà estremamente interessante verificare che impatto avrà questa proposta sulla Chiesa Cattolica, sui cristiani e sull'umanità in questi anni. E' una proposta alternativa per la massima parte dei comunicatori, rispetto al modo abituale di vedere le cose, e ha delle possibilità di successo.

Credo infatti che ci sia una segreta e sotterranea stanchezza per una presentazione della vita che porta continuamente a guardare verso il basso. Invece quando si alza la mira si comincia a respirare meglio, e quasi ci si sorprende con gioia a riscoprire che esistono il vero, il buono e il bello. C'è nostalgia per una stagione di speranza e di ideali, ma si cerca qualcuno che abbia il coraggio e l'autorità per parlarne. L'invito del Papa al Giubileo offre questa occasione. Proporre ringraziamento, lode, respiro per lo spirito, gioia, riconciliazione, conversione, perdono, pace. Dare notizia che questo è possibile e avviene oggi. Contraddire i luoghi comuni secondo cui l'attenzione è attirata solo da ciò che è conflittuale, mentre è molto più originale la riconciliazione.

Certo, bisognerà evitare di pensare soprattutto ai numeri, all'organizzazione, ai lavori pubblici a Roma, e cercare piuttosto il senso spirituale del cammino giubilare. Ma questo non dipenderà solo dai comunicatori; dipenderà soprattutto da come la Chiesa vivrà il Giubileo. Se spesso i media riducono o addirittura alterano la realtà, non mancano occasioni in cui la realtà si dimostra più forte dei media e li obbliga a cambiare atteggiamento e a riflettere situazioni e atteggiamenti diversi da quelli che forse essi si attendevano.

Esempi chiari sono stati recentemente alcuni viaggi del Papa, come quello in Francia lo scorso autunno, o anche quello in Polonia in giugno. La genuina partecipazione spirituale di una grande assemblea del popolo di Dio ha una sua evidenza che parla attraverso le immagini e i suoni, coinvolge chi vi partecipa attraverso i media e non lascia indifferente l'osservatore e l'informatore obiettivo.

Da questo punto di vista si può essere sicuri che il grande Giubileo, essendo un evento prolungato di mobilitazione del popolo di Dio nella sua interezza, lascerà alla fine l'immagine della sua effettiva densità spirituale e della capacità che la Chiesa avrà dimostrato, ad ogni livello, di rispondere all'invito del Santo Padre: celebrare e annunciare per l'umanità del 2000 il fatto che Cristo è effettivamente il Salvatore del mondo e della storia intera.

Insomma: non si tratta di fare il Giubileo in vista della comunicazione attraverso i media (e attraverso la Televisione in particolare): questo, invece che convertirsi, sarebbe cadere nel tranello della tentazione. Si tratta invece di celebrare bene il Giubileo, secondo il suo senso interiore che si manifesta nella vita e nella testimonianza cristiana rinnovate: prima o dopo i media capiranno di che cosa devono parlare e che cosa devono mostrare.

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