Fecondo contagio per i mass-media - Orazio Petrosillo
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GIUBILEO E INFORMAZIONE

FECONDO CONTAGIO PER I MASS-MEDIA

Orazio Petrosillo

Vaticanista del "Messaggero"

I mass-media nel loro complesso vivono una crisi di identità provocata dal sempre più pesante condizionamento dei poteri economici che li hanno trasformati in un prodotto da vendere o un veicolo di messaggi pubblicitari.

La conseguenza è una perdita di autonomia che si traduce in un drastico calo dell'inventiva e in un decadimento evidente della sensibilità nella scelta dei temi da proporre. In questa aggressione del commerciale, l'informazione religiosa, per la sua alterità, è la prima ad esserne condizionata e … alterata.

C'è da sperare che il prossimo Giubileo, collegato al bimillenario della nascita di Cristo e all'ingresso della nostra società occidentale nel terzo millennio, faccia da traino all'interesse dei mass-media.

Potranno suscitare momenti di riflessione già da questi anni di preparazione, l'esame di coscienza cui il Papa ha invitato la Chiesa e la società nel suo complesso, e, in modo particolare, il "mea culpa" suggerito ai cristiani.

Una volta aperta la porta santa e durante tutto il 2000, il Giubileo offrirà approfondimenti che i mass media non potranno non rilanciare, sulla centralità di Cristo nella storia, sul senso cristiano del tempo, sulla svolta epocale della nostra civiltà. In linea di massima, non sono molto ottimista sulla possibilità di ricreare lo stesso clima che si creò con il Concilio, proprio per il maggior degrado e il minor entusiasmo verso le problematiche spirituali che noto sui mass media di oggi rispetto a quelli di 35 anni fa.

Vi è anche da dire che il Concilio Vaticano II era un fatto nuovo per il nostro secolo e di proporzioni davvero universali. Era la prima volta che un'assemblea così cosmopolita, di oltre 2000 padri conciliari di tutte le nazioni della terra, eppure così unita nella stessa fede e attorno al Capo del loro Collegio, il Papa, si radunava e discuteva. Ciò non poteva non suscitare l'attenzione e la comprensibile curiosità dell'opinione pubblica mondiale.

Anche la dialettica interna dell'assemblea e il rapporto non sempre idilliaco tra Roma ed alcuni episcopati dava argomento per servizi molto articolati, per un dibattito avvincente anche nei giornali laici. Si voleva capire la grande svolta della Chiesa cattolica, il suo aggiornamento, il suo dialogo col mondo contemporaneo e con le altre religioni. Inoltre, il dibattito conciliare riguardava tutte le tematiche della fede cristiana, con un'abbondanza di varietà di argomenti coinvolgente anche interessi extraecclesiali.

Il Giubileo non ha la stessa varietà di temi e di per sé non si propone un aggiornamento, una revisione di atteggiamento della Chiesa, come fu per il Concilio ecumenico. C'è dunque una diversità nella possibilità di coinvolgimento. Tuttavia, la Tertio Millennio Adveniente di Giovanni Paolo II ha dato un tono alto alla scadenza giubilare da prefigurare un parallelo tra l'«aggiornamento conciliare» e la «conversione giubilare». Perciò, alla resa dei conti, il clima del 2000 potrebbe "contagiare" i mass media come avvenne nel quadriennio 1962-65.

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