The Holy See - Vatican web site
Jubilee 2000 Search
back
riga


I TEMI DEL GIUBILEO

Per iniziativa del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e col sostegno della Fondazione Adenauer, si è tenuto a Roma, il 9 e 10 giugno, un seminario che ha visto riuniti i leaders delle Istituzioni finanziarie internazionali (Banca Mondiale, Fondo monetario internazionale, Banca Interamericana per lo sviluppo), la presidenza del Celam e rappresentanti delle Conferenze episcopali degli Stati Uniti e della Germania. L'incontro aveva per obiettivo uno scambio di opinioni sulle priorità, i programmi e le prospettive di uno sviluppo sostenibile per l'America latina alle soglie del Terzo Millennio. Tra i partecipanti, insieme al Cardinale Roger Etchegaray, il presidente della Banca Mondiale James Wolfensohn, il direttore del Fondo monetario internazionale Michel Camdessus, il presidente della Banca Interamericana per lo sviluppo Enrique Iglesias.

Introducendo i lavori, il Cardinale Etchegaray ha ricordato che la modernizzazione economica per essere sostenibile non può prescindere dalla democratizzazione e quindi dalla promozione dei diritti della persona, e dalla giustizia sociale, che comprende l'eliminazione delle maggiori diseguaglianze economiche. In questo quadro, la questione del debito esterno contratto dai paesi poveri assume un ruolo centrale, poiché da un lato il peso del debito condiziona l'indipendenza stessa di molte nazioni, dall'altro impedisce l'adozione dei necessari programmi di sviluppo nazionali. Nell'ottica del Giubileo, poi, il problema del debito rinvia alle precise prescrizioni in tema di remissione e di condono contenute nella Legge. Per questi motivi, tra i documenti presentati al seminario abbiamo scelto un testo sul Debito estero del Consiglio episcopale latinoamericano, ed un altro sulla Riduzione del debito, della Conferenza episcopale degli Stati Uniti.

I VESCOVI DEGLI STATI UNITI: PERCHÉ CI PREOCCUPIAMO DEL DEBITO ESTERO

Perché ci preoccupiamo del debito internazionale?

Il debito internazionale non è come un debito regolare. Quando si fa richiesta di un prestito, la responsabilità sta nel restituirlo. Se si va incontro a un fallimento, si cerca di pagare i creditori il più possibile, cosicché essi cancellano il resto. Gli interessi finanziari sono protetti da un collegio arbitrale. Quando, invece, è un Paese a chiedere un prestito, è la gente che lo paga. Se il Paese dichiara bancarotta, non ha ancora estinto il suo debito.

I 40 paesi più poveri e più fortemente indebitati, hanno dichiarato bancarotta. La maggior parte dei Paesi dell'Africa sahariana, non hanno le risorse per affrontare il loro debito e quindi provvedere all'istruzione, alla salute e all'alimentazione della loro gente. Alcuni di essi, come ad esempio il Mozambico, stanno appena venendo fuori dalla guerra civile che, oltre alla povertà, ha causato anche la distruzione ambientale del Paese. Molti Paesi hanno già pagato la parte principale del loro debito, ma non sono in grado di pagare gli interessi, che crescono di anno in anno.

Ci preoccupiamo del debito perché esso rappresenta un ostacolo allo sviluppo

Nel 1994 la Tanzania ha speso 155 milioni di dollari per la restituzione del debito, più di quanto ha speso per le opere di depurazione dell'acqua e per la sanità. L'Uganda ha speso 3,5 dollari l'anno a persona per la sanità e per l'istruzione e 17 dollari a persona ogni anno per la restituzione del debito. Con chi sono in debito questi Paesi? Con i principali creditori del mondo: le banche commerciali, gli altri governi, conosciuti come creditori bilaterali e le istituzione finanziarie internazionali come per esempio la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale (IMF).

Un'altra ragione per la quale siamo preoccupati, è che la gente più vulnerabile della società, pur non essendo responsabile del debito del proprio Paese, è costretta a pagarne le conseguenze. Alcuni Paesi hanno utilizzato i fondi finanziati per migliorare la situazione di povertà del Paese, per finanziare i loro militari o per beneficiare l'élite. La povera gente, invece, non solo soffre per il dirottamento delle già scarse risorse, destinate allo sviluppo dell'umanità, ma soprattutto perché é costretta a pagare, indirettamente, il debito del proprio Paese.

Iniziative per la riduzione del debito

Un anno fa i principali creditori hanno constatato che la situazione del debito dei Paesi più poveri ha raggiunto un livello allarmante. Essi sono d'accordo con l'Iniziativa per i Paesi Poveri e fortemente indebitati (HIPC) di ridurre una parte del debito dai Paesi poveri che ne hanno diritto. Tuttavia l'Uganda, che é il primo Paese ad aver ottenuto la riduzione, ha ricevuto solamente un 15% della riduzione totale del proprio debito. Crediamo che gli altri Paesi che saranno esaminati, compresi la Bolivia, la Costa d'Avorio, il Guyana, il Mozambico e il Nicaragua, non saranno alla pari dell'Uganda anzi, riceveranno ancora meno.

Abbiamo avuto un incontro a Washington, con i rappresentanti statunitensi della Banca Mondiale, con i membri del Fondo Monetario Internazionale e con molti altri funzionari di queste istituzioni per esprimere il nostro parere sul livello della riduzione. Stiamo lavorando a fianco del Catholic Relief Services e delle Agenzie cattoliche per lo sviluppo, tra queste l'Agenzia CAFOD del Regno Unito, la MISEREOR della Germania, la KOORDINIERUNGSSTELLE dell'Austria, la BILANCE dei Paesi Bassi, la MANOS UNIDAS della Spagna e con la CARITAS INTERNATIONAL; una rete di 250 organizzazioni per lo sviluppo, con lo scopo di sensibilizzare le coscienze sul problema sia in Africa e nell'America Latina.

Campagna sul debito

Nei prossimi due anni, noi pensiamo di lavorare molto sul problema del debito. Continueremo a sollecitare la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e il governo statunitense affinché provvedano alla riduzione del debito nei Paesi che aderiscono alla nuova iniziativa. Lavoreremo con i partners del CRS dell'Africa e dell'America Latina che intendono affrontare questo problema nel loro Paese. Intendiamo anche favorire gli scambi dei Vescovi e del clero dai Paesi che sono fortemente indebitati. Fate attenzione al materiale e alle informazioni sulle diverse campagne e in special modo alla campagna statunitense sul Giubileo del 2000 sulla cancellazione del debito che, tra breve, sarà avviata da una coalizione delle organizzazioni ecumeniche.

top