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NOTIZIARIO

Drammaturgia religiosa per l'Anno Santo

Il primo premio del Concorso Internazionale di Drammaturgia Religiosa per l’Anno Santo 2000 è stato assegnato alla suora carmelitana del Sud Africa, ma d’origine svedese e già luterana, Bridget Edman, per "The roses have thorns". L’opera accomuna nel riscatto attraverso la sofferenza due grandi spiriti dell’Età moderna come Santa Teresina e Nietszche. Al testo dello statunitense Ernest Ferlita, dal titolo "Ma-Fa", ambientato nella Cina del '600, è andato invece il secondo premio, mentre il terzo è stato assegnato al regista-attore polacco Stanislaw Brejdygant, autore de "La dodicesima stazione", storia di prostitute che vivono la tragedia della Shoah nella Varsavia occupata dai tedeschi.

Il Concorso è stato bandito il 28 gennaio dell’anno scorso dalla Commissione Artistico-Culturale per il Grande Giubileo e patrocinato dalla Fondazione delle Casse di Risparmio di Piacenza e Vigevano. La commissione giudicatrice, composta da studiosi di drammaturgia di diverse aree linguistiche e coordinata dal professor  Federico Doglio, ha esaminato ben 309 testi inviati da 241 autori di diversi paesi del mondo. Dall’ultima riunione è uscita la rosa delle nove opere selezionate, tra cui le prime tre classificate, meritevoli di pubblicazione e di segnalazione ai direttori degli stabili e delle compagnie teatrali italiane.

Le altre opere scelte narrano drammi storici come nel testo francese L’ombre des Lumières di Jacques Boncompain e in quello australiano The Secret Rebellion di Doroty M. Clayton in cui si tratta rispettivammente il tema della vocazione religiosa nella corte "dei lumi" e quello della tolleranza religiosa nell'Inghilterra di Giacomo II. Tra gli altri temi: momenti cruciali della storia cristiana, in Ippona assediata dai Vandali ne La Città di Dio di Mario Prosperi (Italia); il riscatto d'un artista innamorato della luce, il Caravaggio de Il Testimone di Roberto Mussapi (Italia); il sogno della riconciliazione fra popoli slavi in Mount salvation di Miroslava Toptchieva (Bulgaria); e, infine, il dramma del conformismo religioso vinto dalla creatività giovanile in The Speech dell’inglese Jeremy Rowe.

I santi e i patroni dell’Occidente

“I santi patroni. Culti e patronati in Occidente”:è il titolo della mostra che è stata allestita presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, nella Sala Dorica di Palazzo Reale (ove sarà visitabile fino al 15 ottobre). L’esposizione napoletana, che rientra tra le manifestazioni per le celebrazioni del Giubileo, intende illustrare i momenti più significativi della religiosità cristiana. Circa un centinaio di preziosi volumi provenienti da tredici importanti istituti culturali italiani: manoscritti miniati, volumi dall’XI al XVI secolo, incunaboli, testi a stampa fino al ‘700 e testimonianze iconografiche. Si tratta di documenti preziosi che ripercorrono l’itinerario di santi particolarmente venerati, cui i fedeli si sono da sempre rivolti eleggendoli a patroni, o per chiedere particolari protezioni. La mostra è incentrata soprattutto sul Medioevo, ovvero in un epoca in cui si diffonde il culto di figure esemplari quali quelle di S. Benedetto, S. Gregorio Magno, S.Francesco e S. Chiara, S. Domenico , S. Bernardo, S. Antonio e S.Rita.  La mostra si avvale del contributo della Biblioteca Apostolica Vaticana, nella quale, nell’anno 2000, si concluderà il ciclo celebrativo con una grande esposizione dedicata ai Vangeli dei Popoli.

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