Il Giubileo dei giovani a Parigi - Card. Roger Etchegaray
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EDITORIALE

IL GIUBILEO DEI GIOVANI A PARIGI

Card. Roger Etchegaray

La grande nave dei giovani, che segue in ogni angolo del mondo la rotta del Papa, ha ancora una volta divelto gli ormeggi. Niente ha potuto fermarla: né i calcoli, né le prudenze della vigilia. Né tantomeno i timori di una sfida da portare nel cuore di una delle grandi capitali di un mondo occidentale, considerato sempre più estraneo ai problemi di fede.

Parigi, la città dei Lumi, non sembrava forse un azzardo, una bastiglia inespugnabile, o almeno troppo impegnativa, anche per l'entusiasmo di giovani provenienti dai quattro angoli della terra? Entusiasmo. Ma si trattava, in realtà, solo di quello? Davvero no, perché dalla Torre Eiffel al Trocadero, e soprattutto nella veglia e nella messa di Longchamp, Parigi ha visto affollare le sue strade da una fiumana di giovani, ma ancora più, ha sentito scorrere nelle sue vene il soffio vitale di una grande e corale preghiera.

Anche a una metropoli può toccare di vivere emozioni forti. E nel susseguirsi di eventi, sull'onda dell'incanto di fronte ai giovani, Parigi ha visto elevare un nuovo altare per un laico, apostolo della carità, Federico Ozanam, e ha sentito ancora più sua una Santa - Teresa del Bambino Gesù - che il Papa ha proclamato dottore della Chiesa, portando i giovani a testimoni dell'entusiasmo di fede che l'umile giovane di Lisieux è sempre capace di suscitare.

Dall'alto della sua storia, la città ha saputo destarsi dalla sorpresa e partecipare fino in fondo a quell'autentica esperienza di fede, vissuta e fatta vivere dalla rappresentanza scelta di un'umanità ansiosa di ritrovare i segni del sorriso di Dio sul mondo.

È accaduto allora che - come già durante il pellegrinaggio dello scorso anno - la Francia si è svelata a se stessa ed è rimasta stupita dei suoi stessi tesori e delle sue stesse ricchezze. In questa nuova luce, tutto lo svolgersi della «Giornata» - fino a l'arrivederci a Roma - è stata ancora più chiaramente un preludio al Grande Giubileo dell'Anno 2000.

Un primo tratto di cammino, dal quale è stato già possibile scorgere, come un punto d'orizzonte, la Porta Santa che s'apre al nuovo millennio di Cristo. I giovani hanno aperto la strada. Da Roma, a Buenos Aires, a Santiago de Compostela, a Czestochowa, a Denver, a Manila e, infine, a Parigi hanno tracciato un lungo e commovente itinerario di fede. E davanti a loro, in ogni parte del mondo, hanno trovato il Padre e Pastore della loro gioventù nel segno di Cristo. «Maestro, dove abiti? Venite e vedrete».

Giovanni Paolo II continua ad accompagnare i giovani - e ogni uomo, ogni donna - sulla strada di Cristo. È lui che idealmente ha preso per mano l'umanità per accompagnarla oltre la soglia del Terzo Millennio cristiano. Anche Parigi ha saputo dirgli il suo grazie.

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Ancora immersi nel clima di intensa fede della «Giornata Mondiale della Gioventù» ecco la triste notizia della morte di Madre Teresa di Calcutta. Il dolore per questa perdita è grande, ma ancor più grande - e per certi versi misteriosa - è la serenità che essa ispira. Sentiamo tutti che Madre Teresa continuerà a vivere nel cuore dell'umanità intera.

Tertium Millennium ha avuto il privilegio di ospitare, nel suo primo numero, uno scritto della "madre dei poveri". Parlava di Cristo, del Tutto che ha ispirato e accompagnato la sua straordinaria esperienza di fede accanto agli ultimi fra gli ultimi. Quella di Madre Teresa è davvero una testimonianza senza confini di tempo e di spazio. Attraverso l' incessante esercizio della carità, l'umile suora di Calcutta, ci ha indicato uno dei grandi orizzonti per il terzo millennio di Cristo.

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