Giovanni Paolo II e il Giubileo
Jubilee 2000 Search
back
riga


LA PAROLA DEL PAPA

GIOVANNI PAOLO II E IL GIUBILEO

Ai partecipanti alla Riunione per le Opere per l'aiuto alle Chiese orientali (ROACO). 19 giugno 1997

«Su di un altro aspetto mi piace attirare l'attenzione della ROACO e della Congregazione per le Chiese Orientali. Nella Lettera Apostolica Tertio Millennio adveniente, a varie riprese, in ordine alle diverse scansioni temporali del Grande Giubileo, ho richiamato la Terra Santa. Essa è sempre stata oggetto di predilezione singolare in tutta la Chiesa».

Ai Vescovi della Conferenza Episcopale della Namibia. 14 giugno 1997

«Vi invito a unirvi a tutta la Chiesa che si prepara a varcare la soglia del terzo millennio cristiano. Vi esorto a "elevare insistenti preghiere e per ottenere i lumi e gli aiuti necessari nella preparazione e nella celebrazione del Giubileo ormai prossimo...(lo Spirito) non mancherà di muovere gli animi perchè si dispongano a celebrare con fede rinnovata e generosa partecipazione il grande evento giubilare" (Tertio Millennio Adveniente, n.59)».

Dal discorso al Pontificio Collegio S.Pietro Apostolo. 14 giugno 1997

«Oggi, guardando a questi cinquant'anni che costituiscono la seconda metà del ventesimo secolo, viene spontaneo pensare: quanti cambiamenti nel mondo e nella Chiesa! Al tempo stesso, alle soglie del terzo millennio, mentre l'umanità appare più che mai bisognosa di verità, di giustizia e di speranza, la Chiesa rinnova il suo immutabile messaggio: "Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre!"».

Ai fedeli di lingua croata nel corso dell'Udienza Generale del Mercoledì. 18 giugno 1997

«Il rinvigorimento della fede e della testimonianza dei cristiani, che è l'obiettivo prioritario del Giubileo a cui ci stiamo preparando (cfr. Lettera Ap. Tertio Millennio Adveniente, 42), mira soprattutto ad offrire a tutti i nostri contemporanei ragioni per credere e per sperare, come pure per costruire un presente e un futuro dell'uomo, conforme all'originario progetto di Dio sull'umanità».

Ai pellegrini di lingua croata nel corso dell' Udienza Generale del Mercoledì. 25 giugno 1997

«La preparazione alla celebrazione del Grande Giubileo deve coinvolgere ogni persona, ogni famiglia e l'intera comunità ecclesiale, facendo si che il vivere e l'operare del battezzato sia conforme al credere in Cristo, unico Salvatore dell'uomo. È necessario, pertanto, ritornare alle origini della propria fede, e dare nuova vitalità alla speranza che supera gli orizzonti di questo mondo, e alla carità che non conosce limiti».

Al Sinodo dei Vescovi della Chiesa armena cattolica. 23 giugno 1997

«Una comune origine non può non portare ad un comune impegno per una comune testimonianza. Più dunque si rinsalderà l'unità mediante la memoria storica e religiosa, più forte e convincente sarà l'annuncio di Cristo, morto e risorto, che voi siete chiamati a rinnovare nel nostro tempo, guardando già al Grande Giubileo del 2000».

Ai membri dell'Associazione San Pietro e Paolo in occasione del venticinquesimo anniversario di istituzione. 28 giugno 1997

«Carissimi Fratelli e Sorelle! Continuate nel vostro generoso lavoro con la dedizione di sempre. L'approssimarsi del Grande Giubileo aumenti in voi l'entusiasmo, giacché la celebrazione giubilare vi chiederà un impegno ancor più grande, specialmente per quanto concerne la "custodia" della Porta Santa della Basilica Vaticana».

Dal Messaggio ai fedeli per la Giornata Mondiale del Malato che avrà luogo il prossimo 11 febbraio 1998. 29 giugno 1997

«Il mistero dell'Incarnazione è opera dello Spirito, che nella Trinità è "la Persona-amore, il dono increato... fonte eterna di ogni elargizione proveniente da Dio nell'ordine della creazione, il principio diretto e , in certo senso, il soggetto dell'autocomunicazione di Dio nell'ordine della grazia" (Lett. Enc. Dominum et vivificantem, 50). A lui è dedicato il 1998 secondo anno di preparazione immediata al Giubileo del Duemila.

In questo secondo anno di preparazione al Giubileo, Maria deve essere contemplata e imitata "soprattutto come la donna docile alla voce dello Spirito, donna del silenzio e dell'ascolto, donna di speranza, che seppe accogliere come Abramo la volontà di Dio "sperando contro ogni speranza" (Rm 4,18)" (Esort. Ap. Tertio Millennio adveniente, 48). Dichiarandosi serva del Signore, Maria sa di mettersi anche al servizio del suo amore verso gli uomini.

In un mondo lacerato da sofferenze, contraddizioni, egoismi e violenze, il credente vive nella consapevolezza che "tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto" (Rm 8, 22) e s'assume l'impegno di essere, con la parola e con la vita, un testimone del Cristo risuscitato.

Per tale motivo, nell'Esortazione apostolica Tertio Millennio Adveniente ho invitato i credenti a valorizzare "i segni di speranza presenti in questo ultimo scorcio di secolo, nonostante le ombre che spesso li nascondono ai nostri occhi", e a riservare particolare attenzione ai "progressi realizzati dalla scienza, dalla tecnica e soprattutto dalla medicina a servizio della vita umana" (n. 46). Tuttavia, i successi ottenuti nel debellare le malattie ed alleviare le sofferenze non possono far dimenticare le tante situazioni in cui sono misconosciute e calpestate la centralità e la dignità della persona umana, come accade quando la Sanità è considerata in termini di lucro e non di servizio solidale, quando la famiglia è lasciata sola davanti ai problemi della salute o quando le fasce più deboli della società sono costrette a sopportare le conseguenze di ingiuste disattenzioni e discriminazioni .

(...) Ricorda san Paolo ai cristiani di Corinto: "Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme" (1 Cor 12, 26). Mentre si prepara al grande Giubileo del 2000, la Chiesa è chiamata ad intensificare gli sforzi per tradurre in progetti concreti la comunione suggerita dalle parole dell'Apostolo. Le diocesi, le parrocchie e tutte le Comunità ecclesiali si impegnino a presentare i temi della salute e della malattia alla luce del vangelo; incoraggino la promozione e la difesa della vita e della dignità della persona umana, dal concepimento fino al suo termine naturale; rendano concreta e visibile l'opzione preferenziale per i poveri e gli emarginati; tra questi, circondino di amorevole attenzione le vittime delle nuove malattie sociali, i disabili, i malati cronici, i morenti e quanti dai disordini politici e sociali sono costretti a lasciare la loro terra e a vivere in condizioni precarie o addirittura disumane».

Ai Soci del Circolo San Pietro. 21 giugno 1997

«Come sapete, durante la scorsa Quaresima è iniziata la consegna del Vangelo di Marco a tutte le famiglie romane, nell'ambito della grande Missione cittadina. Essa costituisce un pressante invito al rinnovamento spirituale, culturale e sociale, che si rivolge a tutti gli ambiti di vita della Metropoli, per preparare degnamente il Grande Giubileo dell'Anno Duemila...

... Carissimi Soci del Circolo San Pietro, vi esorto ad offrire la vostra qualificata collaborazione a questo primario impegno dell'intera Comunità diocesana di Roma in vista del Giubileo».

A un gruppo di fedeli della Diocesi dell'Erzegovina. 27 giugno 1997

«Uno stimolo particolare all'azione apostolica vostra, oltre che dei vostri sacerdoti, sempre in sintonia col Vescovo, proviene dalla prospettiva del Grande Giubileo dell'Anno 2000. Gli anni di preparazione a quello storico evento sono per voi segnati anche dall'impegno della ricostruzione, materiale e spirituale, della vostra terra dalle rovine causate dalla guerra di recente terminata e dalla dittatura comunista degli ultimi cinque decenni».

Ai fedeli di lingua croata nel corso dell'Udienza Generale del Mercoledì. 2 luglio 1997

«Perché la vita e le opere dei cristiani siano sempre di più conformi al Vangelo, occorre dare un nuovo slancio alla catechesi dei fanciulli, dei giovani e degli adulti. Essa, infatti, come educazione alla fede, tende a portare i battezzati alla pienezza dell'esistenza cristiana nel tempo e nell'ambiente in cui ciascuno si trova a vivere. E'questa una costante esigenza della Chiesa, oggi posta maggiormente in evidenza anche dalla preparazione alle prossime celebrazioni giubilari».

Dal Messaggio per la chiusura del secondo Incontro Internazionale dei Sacerdoti a Yamoussoukro. 13 luglio 1997

«Secondo lo spirito della Lettera Tertio Millennio Adveniente le giornate di Yamoussoukro si svolgono in un contesto cristologico: è grazie all'unione intima del prete con il Cristo che si diffonde nel mondo attraverso la parola e i sacramenti la misericordia divina».

Dal Messaggio a Monsignor Giulio Nicolini in occasione dell'Anno di sant'Omobono indetto dalla Diocesi di Cremona, nell'ottavo centenario della morte del Patrono. 16 luglio 1997

«...ho appreso con vivo compiacimento che Ella, venerato Fratello, ha stabilito di dedicare alla sua memoria il percorso di tempo che va dal 13 novembre 1997 al 12 gennaio 1999, denominandolo "Anno di sant'Omobono", da celebrarsi con peculiari iniziative spirituali, pastorali e culturali, articolate nel cammino di preparazione al Grande Giubileo dell'Anno Duemila e nello spirito di comunione creato dal Sinodo che la Diocesi ha recentemente celebrato».

Dalla riflessione prima della preghiera mariana nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo. 20 luglio 1997

«In questo anno di preparazione al Grande Giubileo, nel quale siamo invitati a "tornare con rinnovato interesse alla Bibbia" per "conoscere la vera identità di Cristo" (Tertio Millennio adveniente, 40), preghiamo perché ogni cristiano, e chiunque cerca la verità, si faccia "pellegrino delle Sacre Scritture", imparando a camminare nutrendosi ogni giorno del pane della Parola di vita».

top