"Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra"
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ATTIVITÀ DELLE COMMISSIONI

Commissione Teologico - Storica

"DEL TUO SPIRITO, SIGNORE, È PIENA LA TERRA"

"Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra" è il titolo del nuovo Sussidio preparato a cura della Commissione Teologico storica. Del volume, edito dalle Edizioni Paoline, pubblichiamo l'introduzione.

«Il 1998, "secondo anno" della fase preparatoria, sarà dedicato in modo particolare allo "Spirito Santo" ed alla sua presenza santificatrice all'interno della Comunità dei discepoli di Cristo»(TMA, 44). È quanto Giovanni Paolo II scrive, riferendosi alla preparazione immediata al Giubileo. Un anno dedicato allo Spirito appare assolutamente necessario perché, come afferma lo stesso Pontefice, «la Chiesa non può prepararsi alla scadenza bimillenaria in nessun altro modo, se non nello Spirito Santo» (DeV, 51). Il Grande Giubileo, infatti, oltre ad avere una connotazione cristologica, «ha un "profilo pneumatologico", poiché il mistero dell'incarnazione si è compiuto "per opera dello Spirito Santo"» (DeV, 50). Per questo motivo «rientra negli impegni primari della preparazione al Giubileo "la riscoperta della presenza e dell'azione dello Spirito", che agisce nella Chiesa sia sacramentalmente, soprattutto mediante la "Confermazione", sia attraverso molteplici carismi, compiti e ministeri da Lui suscitati per il bene di essa»(TMA, 45).

Il magistero attuale «vuole suscitare una particolare sensibilità per tutto ciò che lo Spirito dice alla Chiesa e alle Chiese (cf. Ap 2,7ss.), come pure alle singole persone, attraverso i carismi a servizio dell'intera comunità. Si intende sottolineare ciò che lo Spirito suggerisce alle varie comunità, dalle più piccole, come la famiglia, sino alle più grandi, come le nazioni e le organizzazioni internazionali, senza trascurare le culture, le civiltà e le sane tradizioni. l'umanità, nonostante le apparenze, continua ad attendere la rivelazione dei figli di Dio e vive di tale speranza come nel travaglio del parto, secondo l'immagine utilizzata con tanta forza da S. Paolo nella Lettera ai Romani (cf. 8,19-22)» (TMA, 23).

Lo scopo delle pagine seguenti è quello di offrire un percorso di riflessione e approfondimento dell'insegnamento del Santo Padre, più che presentare una dottrina completa sullo Spirito Santo. Vogliono essere solo uno strumento di meditazione e, nello stesso tempo, un aiuto per la catechesi. Parlare dello Spirito Santo, si sa, non è facile. Mentre, infatti, i termini "Padre" e "Figlio", applicati alle due prime Persone della SS. Trinità, richiamano qualcosa di "personale" e molto familiare, la parola "Spirito", invece, allude, soprattutto nel linguaggio biblico, al "soffio" e al "vento".

Si dice, e lo si vedrà in queste pagine, che lo Spirito svela le profondità di Dio, ma, per quanto riguarda la sua natura egli rimane nascosto. È colui che svela, eppure rimane nell'ombra; concretizza la Parola, ma rimane assolutamente altro; storicizza il piano di Dio, ma non si fa storia; rende possibile l'incarnazione del Verbo, ma rimane assolutamente "Signore" Egli è nel cuore stesso di ogni creatura e vivifica ogni vivente, ma rimane "Spirito". È talmente nascosta la sua natura che di Lui si può parlare solo indirettamente, a partire dalla sua azione e nella misura in cui si fa sperimentare nei suoi effetti. Anzi, si può dire che non si può parlare dello Spirito se non nello Spirito stesso, senza correre il rischio di considerarlo come una semplice "forza" di Dio. Egli è una "Persona" distinta dal Padre e dal Figlio.

Per questo, più che preoccuparsi di dire "chi" è lo Spirito Santo, si esporrà "cosa Egli fa per noi". Si tenterà di esplicitare i temi centrali della dottrina cristiana a partire dall'esperienza dello Spirito, ovvero come "discorso in virtù dello Spirito".

Nel presentare il mistero della Terza Persona divina, oltre a fare ricorso alla rivelazione biblica e ai documenti del Magistero, si vuole attingere a piene mani all'insegnamento dei Padri della Chiesa i quali, avendo avuto un'esperienza unica e irripetibile dello Spirito, ne hanno parlato in modo insuperabile. Nell'arco della nostra rifessione si è tenuto maggiormente presente i Padri di tradizione orientale, senza trascurare quelli latini: ciò è dovuto al fatto che i Padri greci, si son trovati nella necessità di occuparsi più frequentemente dello Spirito. E ciò vuole essere anche una scelta "ecumenica", nel senso che si è voluto esporre la dottrina dello Spirito Santo calcando le orme dei fratelli cristiani dell'Oriente, affinché l'inno allo Spirito sia elevato all'unisono in Oriente e Occidente.

Questo testo, pertanto, vuole essere uno strumento per riflettere e pregare, affinché il dono dello Spirito penetri la vita di ogni credente. Secondo le parole di Gesù, infatti, se il padre terreno esaudisce le preghiere dei propri figli «quanto più il Padre del Cielo darà lo Spirito a coloro che lo pregano» (Lc 11,13). È così importante la preghiera per il dono dello Spirito che esiste una variante nel Padre Nostro, seguita da molti Padri della Chiesa, dove, al posto dell'invocazione «Venga il tuo Regno», si legge «Venga il tuo Spirito su di noi e ci purifichi» (cf. Gregorio di Nissa, Omelie sul Padre nostro, III,6). In questa prospettiva si possono capire, allora, le parole di un santo russo del secolo scorso, Serafino di Sarov (1833): «Il vero fine della vita cristiana è l'acquisizione dello Spirito Santo. Quanto alla preghiera, il digiuno, le veglie, l'elemosina e ogni altra buona azione fatta in nome del Cristo, sono solo mezzi per acquistare lo Spirito Santo».

Il Grande Giubileo assolverà la sua funzione solo se sarà impregnato totalmente della presenza e dell'azione dello Spirito. Del resto "l'anno di grazia" non ha altra finalità che creare le condizioni più favorevoli per la Chiesa, corpo di Cristo, affinché lo Spirito ancora una volta la rinnovi e la purifichi riattualizzando nel tempo giubilare quell'opera di liberazione e di guarigione che aveva attuato attraverso la Persona di Gesù di Nazareth venti secoli fa: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore » (Lc 4, 18-19).

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