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ATTIVITÀ DELLE COMMISSIONI

Commissione Liturgica

MARIA, ICONA DELLA CHIESA CHE BATTEZZA IN GESÙ CRISTO

Corrado Maggioni

La Vergine Madre, non solo rivela ai credenti il mistero del Figlio, ma perennemente lo dona loro: la sua maternità è infatti ordinata alla continua presenza di Cristo tra gli uomini. Ora, poiché Cristo è presente tra noi in modo del tutto speciale nella liturgia (cf SC, n. 7), è nell'economia sacramentale che acquista senso anche la materna mediazione di Maria.

In quest'ottica, san Cirillo d'Alessandria (+ 444) ha esclamato: «Per te Maria, i credenti arrivano alla grazia del Battesimo» (Homilia 4). Se non si vuol restare nello spiritualismo o cadere nel sentimentalismo, bisogna convenire che l'azione materna di Maria nella vita dei fedeli si esprime in modo eccellente nelle azioni liturgiche: è qui che si esplica e si approfondisce la relazione tra la Madre e i figli, voluta per testamento da Gesù in croce (cf Gv 19,25-27).

L'indispensabile presenza di Maria nell'evento storico professato nella fede battesimale (Credi in Gesù Cristo, che nacque da Maria Vergine?), ha portato a riflettere sulla memoria di lei nell'evento sacramentale. In effetti, la riflessione sulla rinascita battesimale si è sviluppata, fin dai primi secoli, alla luce del concepimento di Cristo, per opera dello Spirito Santo. Nella comprensione del Battesimo, la Chiesa si è naturalmente orientata al mistero della generazione di Cristo dalla Vergine credente: la nascita umana del Figlio di Dio, tesa alla rinascita degli uomini a figli di Dio, ha suscitato uno spontaneo collegamento tra i misteri.

In questa linea già sant'Ireneo, nel sec. II, trattando dell'Incarnazione, loda l'opera del Figlio di Dio, il «Puro che, in modo puro, avrebbe aperto quel puro grembo che rigenera gli uomini in Dio» (Adversus haereses IV, 33,11). Il grembo della Vergine viene a coincidere misticamente col grembo battesimale della Chiesa. In ragione di Cristo che ri-vive nel battezzato, si può dire che, in certo senso, la maternità di Maria ri-vive nella maternità della Chiesa.

Dal motivo cristologico del ricordo della Vergine nella professione battesimale, si perviene alla dimensione ecclesiale della sua memoria nella celebrazione del Battesimo: Maria è l'icona della Chiesa vergine e madre che, per la potenza dello Spirito, rigenera Cristo nei fedeli. Così recita l'iscrizione del battistero di san Giovanni in Laterano: «A questa sorgente, la Chiesa, nostra madre, genera dal suo grembo verginale i figli che essa ha concepito per la potenza dello Spirito Santo».

La testimonianza patristica

Il rapporto tipologico tra il concepimento di Cristo nel grembo di Maria e quello dei cristiani nel fonte battesimale, fu rilevato sapientemente dai Padri della Chiesa: lo Spirito che ha generato Cristo nella Vergine, genera Cristo nei fedeli, rendendoli suo Corpo. Così sant'Ambrogio (+ 397) commenta ai neofiti il mistero del santo lavacro: «Scendendo su Maria, lo Spirito Santo operò il concepimento e compì la redenzione; similmente, posandosi sul fonte battesimale e su quelli che ricevono il battesimo, il medesimo Spirito opera la realtà della rigenerazione» (De mysteriis, 53,59).

Anche sant'Agostino (+ 430), introducendo i neobattezzati al mistero della maternità della Chiesa, sente il bisogno di richiamarsi alla Madre del Signore: «Maria ha partorito il vostro capo, la Chiesa ha partorito voi. Anche la Chiesa è madre e vergine: madre per le viscere di carità, vergine per l'integrità della fede e della pietà. Partorisce popoli, ma sono membra di uno solo, di cui essa è corpo e sposa. Anche in questo è paragonabile alla Vergine, perché, pur partorendone molti, è madre di unità» (Sermo 195,2).

Nelle sue celebri omelie natalizie, san Leone Magno (+ 461) spiega che la nascita di Cristo è il principio della ri-nascita dei cristiani, mostrando al riguardo il ruolo singolare di Maria: «Nel sacramento della rinascita conseguiamo la spirituale origine di Cristo, dal momento che, per ogni uomo che viene rigenerato, l'acqua del battesimo è un po' quello che fu il grembo della Vergine, nel senso che lo stesso Spirito che riempì la Vergine riempie l'acqua del fonte; il peccato che là fu reso nullo dal santo concepimento, qui è cancellato dal mistico lavacro» (Tractatus 24, 3). E ancora: «L'origine che Gesù assunse nel grembo della Vergine, l'ha posta nel fonte battesimale: dà all'acqua quel che diede alla madre; la potenza dell'Altissimo e l'ombra dello Spirito Santo che fece di Maria la Madre del Salvatore, ora fa sì che dall'acqua rinasca il fedele» (Tractatus 25, 5).

Il tema continua anche nella tradizione successiva, come testimonia ad esempio il beato Isacco della Stella (+ 1178), che presenta, in complementarietà, la fecondità della Vergine e della Chiesa: «Maria senza alcun peccato ha generato al corpo il Capo; la Chiesa nella remissione di tutti i peccati ha partorito al Capo il corpo. Tutt'e due sono madri di Cristo, ma nessuna delle due genera il tutto senza l'altra» (Sermo 51).

La preghiera liturgica

La mistica connessione tra Maria e la Chiesa trova riscontro anche nell'antica liturgia romana della notte di Pasqua, tempo battesimale per antonomasia. È significativo che, nel Sacramentario Gelasiano, il prefazio di questa notte ricordi il parto verginale di Maria, immagine esemplare della maternità della Chiesa che, nel Battesimo, genera figli al Padre: «O mistici e venerandi scambi di questa notte! O pii benefici eterni della santa madre Chiesa! (...). Esultò Maria nel sacratissimo (tipo di) parto, esulta la Chiesa in questa generazione dei suoi figli». L'aggettivo sacratissimo evoca l'opera dello Spirito, il medesimo sia per il concepimento di Cristo dalla Vergine che per il concepimento delle membra del suo Corpo nel fonte battesimale. È da notare anche il verbo esultò, relativo al parto di Maria, allusivo al fatto che fu senza dolori perché verginale: la gioia della Vergine nella notte di Natale è la gioia della Chiesa nella notte di Pasqua.

Anche nel Sacramentario Gregoriano Supplemento il prefazio della notte pasquale sviluppa, sul modello del parto verginale e gioioso di Maria, il mistero della generazione della Chiesa nelle acque del Battesimo. Ecco il testo: «O notte che pone fine alle tenebre e apre la via della luce eterna. O notte che meritò di vedere il diavolo sconfitto e Cristo risorgere. O notte in cui fu spogliato l'inferno, liberati i santi dagli inferi, aperto l'adito alla patria celeste. In essa perisce nel battesimo la moltitudine di delitti e nascono i figli della luce. Come la Madre del Signore, la santa madre Chiesa li concepisce senza corruzione, li partorisce senza dolore, e li conduce con gioia a realtà sublimi».

La relazione tra Maria e la Chiesa delineata dai Padri ed esposta in antichi testi liturgici, la troviamo oggi nella preghiera di benedizione di un fonte battesimale: «Dio... ci doni la gioia di inaugurare con solenne rito questo fonte di salvezza che scaturisce dal grembo della Chiesa madre (...). Manda, o Padre, su queste acque lo Spirito Santo, che adombrò la Vergine Maria, perché desse alla luce il Primogenito; il tuo soffio creatore fecondi il grembo della Chiesa, sposa del Cristo, perché generi a te una nuova progenie di candidati alla patria celeste» (Benedizionale, n. 1187). Nella Chiesa che battezza è ravvisabile l'immagine misterica della maternità della Vergine, nel cui grembo è stato intessuto il corpo di Cristo, "primogenito tra molti fratelli" (Rm 8,29).

Infine, il rapporto tra Maria e il Battesimo è espresso, in forma orante, nel formulario n. 16 delle Messe della beata Vergine Maria, intitolato "Maria Vergine, fonte di luce e di vita". Ecco il testo dell'antifona d'ingresso: «Salve, Madre della luce: vergine hai generato il Cristo e sei divenuta l'immagine della Chiesa madre, che nell'onda pura del Battesimo rigenera i popoli credenti». È un saluto rivolto alla Vergine Madre, acclamata quale specchio della madre Chiesa, che dà vita ai credenti. Per comprendere la propria spirituale maternità, la Chiesa volge lo sguardo a Colei che ha irradiato sul mondo la Luce eterna: alla rinascita dei figli della luce non può mancare Maria che, col suo assenso, ha reso possibile l'avvento di Cristo, e in Lui, del suo Corpo.

Madre dei battezzati in Cristo

Il prodigio dello Spirito nell'incarnazione di Cristo, si rinnova in certo senso nella generazione del suo mistico Corpo: Maria è la Madre di Cristo Capo e delle membra del suo Corpo (cf Lumen Gentium, n. 53). Scrive S. Luigi M. da Montfort che «se Gesù Cristo è nato da Maria, anche gli eletti, che sono membra di questo Capo, debbono per necessaria conseguenza nascere da lei» (Trattato della vera devozione a Maria, n. 32).

L'argomento è stato richiamato anche da Giovanni Paolo II all'Angelus del 12 febbraio 1984: «La beata Vergine è intima sia a Cristo, sia alla Chiesa, e inseparabile dall'uno e dall'altra. Essa quindi è a loro unita in ciò che costituisce l'essenza stessa della liturgia: la celebrazione sacramentale della salvezza a gloria di Dio e per la santificazione dell'uomo. Maria è presente nel memoriale - l'azione liturgica - perché fu presente nell'evento salvifico. È presso ogni fonte battesimale, dove nella fede e nello Spirito nascono alla vita divina le membra del Corpo mistico, perché con la fede e con l'energia dello Spirito, ne concepì il divin Capo, Cristo» (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VII,1, p. 377).

L'invito del Santo Padre, per quest'anno, alla "riscoperta del Battesimo" e al "rinvigorimento della fede" (cf TMA, n. 41-42), ben si associa con l'altro: contemplare Maria "nel mistero della sua divina Maternità" e quale "modello di fede vissuta" (cf TMA, n. 43). La fede della Vergine Madre rivive nella fede della Chiesa che battezza ed è modello per i cristiani nel vivere il dono dell'innesto battesimale in Gesù Cristo. Lo stesso Rito del Battesimo dei bambini contiene significativi riferimenti mariani, che aiutano a cogliere e valorizzare la presenza della Madre accanto ai figli, rinati dall'acqua e dallo Spirito: l'invocazione a Maria nelle litanie; la menzione della Vergine nella professione di fede; l'invito a cantare il Magnificat come ringraziamento dei genitori e della comunità; il discreto suggerimento a portare il battezzato "all'altare della Madonna"; il ricordo della Madre del Signore nella formula di benedizione finale.

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