Jubilee 2000 Search
back
riga

L’Appello

L’intervento del Cardinale Roger Etchegaray all’incontro nazionale degli stati Uniti su Giubileo e Giustizia

Ricordiamoci di Lazzaro che bussa alla nostra porta

Giubileo e giustizia. Non si può immaginare un matrimonio più giusto, più felice, di queste due parole e il nostro incontro testimonierà della forza di questa verità. Giovanni Paolo II ci esorta: “Si deve anzi dire che l’impegno per la giustizia e per la pace in un mondo come il nostro, segnato da tanti conflitti e da intollerabili disuguaglianze sociali ed economiche, è un aspetto qualificante della preparazione e della celebrazione del Giubileo” (T.M.A.51).

La Chiesa negli Stati Uniti ha una lunga e bella storia al servizio dei poveri e dei deboli. Tutti i progressi verso una maggiore umanità sono stati realizzati, nel corso dei secoli, a partire da un ritorno verso i poveri. Trascinati dalle correnti della globalizzazione, siamo oggi più inclini a pensare ai poveri degli altri continenti, tanto meno ingombranti quanto più lontani, e rischiamo di dimenticare il povero Lazzaro sdraiato davanti alla nostra porta, nella nostra strada o città. Ma solo un certo stile di vita povera può garantire la nostra apertura ad una solidarietà universale: chi non conosce il morso della povertà nella propria carne si sopisce in un conforto solitario e non può destarsi “alle nuove povertà” che anche un paese ricco secerne nel proprio seno, proprio perché ricco.

La battaglia per la giustizia sociale che voi conducete, raggiunge Dio nel suo riconoscere l’eguale dignità di tutti. Mi piace citare Sant’Agostino: "Tu dai del pane a chi ha fame, ma sarebbe meglio che nessuno avesse fame, e che tu non dovessi dare. È più autentico l’amore che porti ad un uomo felice, che non sa che farsene dei tuoi doni. Per il fatto che dai, hai l’aria di essere superiore rispetto a colui a cui doni. Augurati che egli ti sia eguale, affinchè vi troviate entrambi in dipendenza di Colui al quale non si può dare nulla.”      

La battaglia per la giustizia sociale che portate avanti non è un  giocattolo tra le mani di cortesi altruisti. È come una guerra di logoramento. Non si deve mai mollare ma non potete resistere se non battendovi insieme. Auguro che questo incontro sia per tutti voi l’occasione di sentirvi più uniti in un servizio di Chiesa che esige molta solidarietà, molta coerenza nel profondo di compiti multiformi. Concedetevi il tempo di riconoscervi nelle vostre sensibilità differenti e nella complementarietà dei vostri impegni: è il momento di contemplare - come in un parco californiano - i meravigliosi geyser che lo Spirito di Dio continua a far zampillare nella vostra Chiesa.  

La battaglia per la giustizia sociale che fate vi chiama a promuovere una giustizia che si rivesta del mantello della misericordia. Ma l’uomo moderno, così assetato di giustizia, fa fatica a sopportare  il bruciore del bacio dato per misericordia. E tuttavia deve capire che, in un mondo che trabocca di ingiustizia  e violenza, il male non può essere vinto dal male, nè dalla sola giustizia, ma dal perdono che non ha nulla a che vedere con la debolezza complice o il calcolo interessato.

Beata Chiesa degli Stati Uniti che non è turbata dalla sfida di nessun Golia e la cui bisaccia - come quella di Davide - è piena soltanto di sassolini levigati dal torrente dello Spirito di Dio!

Beata Chiesa degli Stati Uniti che non cerca di attirare clientela alcuna  in nessun supermercato e che dice semplicemente come Pietro: “Non ho nè oro nè argento, ma ti dò quello che ho: in nome di Gesù. Cristo, alzati e cammina! (Act 3,6). Essa offre con tutta semplicità l’incontro del Risorto, di Colui che allo stesso tempo stimola e appaga una fame di giustizia più liberatrice di quella degli uomini. Come il Buon Pastore, essa va nel più lontano dell’uomo smarrito. Come il Buon Samaritano, essa va nel più profondo dell’uomo ferito.

Cristiano americano, chiunque tu sia, dovunque tu venga per celebrare un Giubileo di giustizia, che la tua porta sia spalancata al Cristo e sarà allora aperta a tutti i tuoi fratelli. Un proverbio africano dice che il suolo non è calpestato che attorno ai buoni alberi. Se porti frutti, non sarai solo! In questo stesso momento, milioni di esseri umani, nostri simili, abbattuti o ribelli, si aggirano attorno a noi, ci aspettano, te e me!

top