Udienze - Solennità Liturgiche
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Udienze - Solennità Liturgiche

"Alba del Nuovo Millennio", tappa storica che può "segnare una straordinaria primavera di speranza per i credenti e l’umanità", il Grande Giubileo del Duemila ha un "voce" instancabile: Giovanni Paolo II. Alle Udienze o nelle festività solenni, il Giubileo è al centro di una preghiera appassionata alla Vergine, di un Messaggio da meditare, di un semplice saluto ai pellegrini, di un’esortazione ad aprire il cuore alla speranza e all’impegno.

Anche in queste occasioni, il Giubileo "s’avvicina a grandi passi". E’ una frase ricorrente che tradisce l’ansia del Pastore di condurre al passaggio millenario una Chiesa rinnovata, riconciliata, più unita, pronta per le sfide che la Nuova Evangelizzazione le porrà di fronte nel terzo millennio cristiano.

Il Papa si rivolge a tutti, credenti e non, certo dell’importanza che i duemila anni dalla nascita di Cristo rappresentano non soltanto per i cristiani, "ma indirettamente per l’intera umanità" (Tertio Millennio adveniente, 15). Si rivolge in particolare ai giovani. Li esorta a scegliere la Croce di Cristo e li incoraggia ad ascoltare il Vento dello Spirito. L’invito è pressante, caloroso, alla Giornata mondiale della gioventù del 2000.

Costante è il richiamo alla Lettera apostolica Tertio Millennio adveniente. Il panorama delle citazioni dimostra come il Santo Padre tiene ben fermo il timone della Chiesa sui grandi temi proposti nella Carta fondamentale del Giubileo. Il cammino triennale e trinitario verso la Porta Santa è affidato sempre all’intercessione di Maria. "Resta con noi, Madre immacolata, nel cuore della nostra preparazione al Grande Giubileo del Duemila", è la Preghiera del Papa in questo tempo di conversione.

Dall'Omelia nel corso della Solennità dell'Epifania. 6 gennaio 1997

E' l'Agnello di Dio, il Pastore dei Pastori, che vi domanda di prolungare e diffondere la sua carità nel mirabile corpo della Chiesa e in ogni parte del mondo, in questi anni di preparazione al Grande Giubileo del Duemila. Forti del suo aiuto, andate senza esitazione; siate apostoli fedeli e coraggiosi di Cristo, annunciando e testimoniando il Vangelo, luce che illumina tutti i popoli. Non temete! Cristo è con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo.

Al Clero della Diocesi di Roma all'inizio della Quaresima. 13 febbraio 1997

Su questo tema della formazione sacerdotale vorrei soffermarmi brevemente con voi nella prospettiva della preparazione al Grande Giubileo e quindi della Missione cittadina, ricordando anche che questo è l'anno dedicato a Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo, ieri, oggi e sempre (cfr Eb 13,8), e rifacendomi al dono che ho ricevuto di vivere il cinquantesimo anniversario della mia ordinazione sacerdotale.

In questo anno cristologico, ma anche in tutta la preparazione all'Anno Santo e alla Missione cittadina, Cristo deve stare al centro. La perdita di senso morale, il materialismo pratico, la sfiducia di poter raggiungere la verità, ma anche una ricerca di spiritualità troppo vaga e indeterminata, concorrono a formare quelle correnti di scristianizzazione che tendono a far perdere al nostro popolo la genuina fede in Cristo come Figlio di Dio e nostro unico Salvatore. Noi stessi dobbiamo stare in guardia di fronte all'insidia sottile che proviene da un simile ambiente di vita e che rischia di indebolire la certezza della nostra fede e lo slancio della nostra speranza cristiana e sacerdotale.

Maria ci avvicina a Cristo, invitandoci a vivere il suo mistero di Vergine fedele e di Madre. In Lei, nel suo grembo e nella sua umile e libera dedizione, si è compiuto il grande mistero che è il cuore dell'anno 2000 e di tutta la storia umana: l'incarnazione del Verbo di Dio (Gv 1,14).

Ai fedeli del Brasile per la Campagna di Fraternità per la Quaresima 1997. 13 febbraio 1997

Per una felice coincidenza il 1997, dedicato alla riflessione su Gesù Cristo, segna l’inizio della fase preparatoria del Grande Giubileo della Redenzione dell’anno 2000. Il motivo che mi ha portato a scrivere la Lettera Apostolica Tertio Millennio adveniente esortava a suscitare "in ogni fedele un vero anelito alla santità, un desiderio forte di conversione e di rinnovamento personale in un clima di sempre più intensa preghiera e di solidale accoglienza del prossimo, specialmente quello più bisognoso" (n.42).

In tal senso, la fratellanza, illuminata dall’ "amore" che "è di Dio" (1Gv 4,7), vi esorta a collaborare con il divino proposito di unire ciò che è diviso, di indirizzare ciò che è sviato, di ristabilire la divina concordia in tutto il creato. Tutti i nostri fratelli sottoposti alle più diverse forme di prigionia , in particolare dal giogo del peccato, attendono un gesto di pace e di solidarietà, ma soprattutto di giustizia cristiana, che possa ricondurli al cammino del bene e della speranza.

Dal Messaggio per la Quaresima 1998. 9 settembre 1997

In questo anno la Chiesa, preparandosi al Grande Giubileo del 2000, contempla il mistero dello Spirito Santo. Da esso si lascia guidare "nel deserto" per provare con Gesù la fragilità della creatura, ma anche la vicinanza di Dio che salva. Il profeta Osea scrive: "La attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore" (Os 2, 16). La Quaresima è dunque un cammino di conversione nello Spirito Santo, per incontrare Dio nella nostra vita.

Nell’anno che la Chiesa, in preparazione al Giubileo del 2000, dedica alla virtù della speranza, ripeto a tutti gli uomini, ma specialmente a chi più si sente povero, solo, sofferente, emarginato, le parole della Sequenza pasquale: "Cristo, mia speranza, è risorto". Ha vinto il male che costringe l’uomo all’abbrutimento, il peccato che gli chiude il cuore nell’egoismo, la paura della morte che lo minaccia.

Dal Messaggio per la 13.esima Giornata mondiale della gioventù, reso noto il 22 dicembre. La Giornata è stata celebrata a livello diocesano il 5 aprile 1998, Domenica delle Palme.

Come sapete, il secondo anno della fase preparatoria al Grande Giubileo ha inizio con la prima domenica di Avvento ed è dedicato "in modo particolare allo Spirito Santo ed alla sua presenza santificatrice all’interno della comunità dei discepoli di Cristo" (Tertio millennio adveniente, 44). In vista della celebrazione della prossima Giornata Mondiale della Gioventù, vi invito a guardare, in comunione con tutta la Chiesa, allo Spirito del Signore, che rinnova la faccia della terra (cfr Sal 104 [103], 30).

La Chiesa - infatti - non può prepararsi alla scadenza bimillenaria in nessun altro modo se non nello Spirito Santo. Ciò che ‘nella pienezza del tempo’ si è compiuto per opera dello Spirito Santo, solo per opera sua può ora emergere dalla memoria della Chiesa. Lo Spirito, infatti, attualizza nella Chiesa di tutti i tempi e di tutti i luoghi l’unica Rivelazione portata da Cristo agli uomini, rendendola viva ed efficace nell’animo di ciascuno" (Tertio millennio adveniente, 44).

Per la prossima Giornata Mondiale, ritengo opportuno proporre alla vostra riflessione e alla vostra preghiera queste parole di Gesù: "Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa" (cfr Gv 14,26). Il nostro tempo appare disorientato e confuso; talora sembra addirittura non conoscere più il confine tra il bene e il male; Dio è apparentemente rifiutato, perché sconosciuto o misconosciuto.

In questa situazione, è importante recarsi idealmente al Cenacolo per rivivere il mistero della Pentecoste (cfr At 2,1-11) e "lasciarsi ammaestrare" dallo Spirito di Dio, mettendosi docilmente ed umilmente alla sua scuola, sì da imparare quella "sapienza del cuore" (Sal 90[89], 12) che sostiene e alimenta la nostra vita.

Credere è vedere le cose come le vede Dio, partecipare della visione che Dio ha del mondo e dell'uomo, secondo la parola del Salmo: "Alla tua luce vediamo la luce" (Sal 35[34], 10). Questa "luce della fede" in noi è un raggio della luce dello Spirito Santo. Nella sequenza di Pentecoste, preghiamo così: "O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli".

Gesù ha tenuto a sottolineare fortemente il carattere misterioso dello Spirito Santo: "Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito" (Gv 3,8). Bisogna allora rinunciare a capire? Gesù pensava esattamente il contrario, giacché ci assicura che lo Spirito Santo stesso è capace di guidarci "alla verità tutta intera" (Gv 16,13).

Dall’omelia nel corso della Celebrazione per la Solennità della Cattedra di San Pietro. 22 febbraio 1998

E come non sottolineare che questo compito di pascere il gregge di Cristo viene a voi affidato in un momento particolare della storia della Chiesa e dell’umanità? Stiamo vivendo un passaggio epocale dal secondo al terzo millennio, del quale vediamo approssimarsi ormai, a grandi passi, l’alba: ci avviamo verso il Grande Giubileo dell’Anno Duemila. In ogni parte del mondo fervono iniziative apostoliche e missionarie per rendere questo appuntamento occasione di interiore rinnovamento per tutti i credenti. Possa tale storica tappa segnare una straordinaria primavera di speranza per i credenti e per tutta l’umanità!

Affidiamo questi nostri auspici alla Vergine Maria, sempre presente nella Comunità cristiana sin dalle sue origini, mentre raccolta in preghiera o dedita a proclamare a tutti il Vangelo, attende e prepara la venuta di Cristo, Signore della Storia. A Lei affidiamo il vostro nuovo servizio ecclesiale, venerati Fratelli, nella prospettiva del grande evento giubilare; nelle sue mani materne poniamo le attese e le speranze di ogni credente e dell’intera umanità.

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