Jubilee 2000 Search
back
riga

Le religioni verso il terzo millennio

Il dialogo della Chiesa con la altre tradizioni religiose

Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso

La Chiesa desidera prendere nella giusta considerazione le altre tradizioni religiose, rispettarle profondamente e collaborare con esse per il bene dell’umanità, perché è profondamente convinta che nulla di ciò che è vero, bello, buono e santo sia indipendente da Cristo, l’eterna Parola di Dio. La Chiesa concepisce tutto l’universo in base alla straordinaria persona di Cristo, manifestatosi pienamente e definitivamente nel mistero dell’Incarnazione e sempre presente, anche se riflesso in modo incompleto, attraverso i “semi del Verbo” nelle altre tradizioni religiose dell’umanità.

Nell’incontro con altre tradizioni, i cristiani sono esortati a rimanere fermi e fiduciosi nella loro identità di discepoli di Gesù, a cui essi sono chiamati a dare testimonianza, senza scendere ad alcun compromesso. Lungi dall’essere un pretesto per indebolire o compromettere l’essenza della fede cristiana, l’impegno e la pratica del dialogo interreligioso costituisce un incentivo affinché il seguace di Cristo diventi un cristiano migliore.

L’impegno nel dialogo interreligioso non significa ignorare, o minimizzare, le particolarità e le diversità essenziali di ogni religione. In questo senso, le parole di Papa Giovanni Paolo II costituiscono un richiamo significativo per ogni cristiano. Parlando del carattere particolare e diverso della fede cristiana, il Papa si è così espresso: “... Egli infatti non si limita a parlare ‘a nome di Dio’ come i profeti, ma è Dio stesso che parla nel suo Verbo eterno fatto carne. Tocchiamo qui il punto essenziale per cui il cristianesimo si differenzia dalle altre religioni, nelle quali s’è espressa sin dall’inizio la ricerca di Dio da parte dell’uomo. Nel cristianesimo, l’avvio è dato dall’incarnazione del Verbo. Qui non è soltanto l’uomo a cercare Dio, ma è Dio che viene in Persona a parlare di sé all’uomo e a mostrargli la via sulla quale è possibile raggiungerlo. È quanto proclama il prologo del Vangelo di Giovanni: 

Gesù non parla soltanto in ‘nome di Dio’, come i profeti, ma Egli è Dio stesso che parla attraverso l’eterna Parola fatta carne. Qui tocchiamo il punto essenziale in cui il cristianesimo differisce da tutte le altre religione, attraverso il quale la ricerca di Dio da parte dell’uomo ha trovato espressione sin dal primo momento. Il cristianesimo ha il suo punto di partenza nell’Incarnazione della Parola. Qui non è il semplice caso dell’uomo alla ricerca di Dio, ma di Dio che viene di persona a parlare di se stesso con l’uomo e a mostrargli la via da percorrere per arrivare a Lui. Questo è ciò che proclama il Prologo del Vangelo di Giovanni: “Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il figlio unigenito che è nel seno del Padre, lui lo ha rilevato (1, 18). Il Verbo Incarnato è dunque il compimento dell’anelito presente in tutte le religioni dell’umanità: questo compimento è opera di Dio e va al di là di ogni attesa umana. È mistero di grazia”.La Parola incarnata, dunque, costituisce la risposta al desiderio di Dio presente in tutte le religioni dell’umanità: e questa risposta è data da Dio stesso e trascende ogni aspettativa umana. Questo è il Mistero della Grazia”.

Il Papa chiarisce ulteriormente: “In Cristo, la religione non è più ‘un cercare Dio come a tentoni’ (cf. At 17 ,27), ma risposta di fede a Dio che si rivela: risposta nella quale l’uomo parla a Dio come al suo Creatore e Padre; risposta resa possibile da quell’Uomo unico, che è al tempo stesso il Verbo consustanziale al Padre, nel quale Dio parla a ogni uomo e ogni uomo è reso capace di rispondere a Dio. Più ancora, in quest’Uomo risponde a Dio l’intera creazione. Gesù Cristo è il nuovo inizio di tutto: tutto in lui si ritrova, viene accolto e restituito al Creatore dal quale ha preso origene. In tal modo, Cristo è il compimento dell’anelito di tutte le religioni del mondo e, per ciò stesso, ne è l’unico e definitivo approdo” (Papa Giovanni Paolo II, Tertio Millennio Adveniente, nn. 6 e 7). Per questo motivo il dialogo interreligioso non va minimamente a inficiare il dovere dei cristiani di condividere la propria fede in Cristo con gli altri.

Esistono diverse forme di dialogo interreligioso: a) Il dialogo di vita, in cui le persone si sforzano di vivere in uno spirito di apertura e di cordialità nei confronti del prossimo, condividendo le proprie gioie e i propri dolori, i problemi e le preoccupazioni; b) Il dialogo attivo, in cui i cristiani e i credenti di altre fedi collaborano per lo sviluppo e la liberazione di tutti i popoli; c) Il dialogo dello scambio teologico, in cui gli specialisti cercano di approfondire la loro comprensione delle rispettive tradizioni religiose e di apprezzare i reciproci valori spirituali,  sempre tenendo conto della necessità della ricerca della verità ultima; d) Il dialogo dell’esperienza religiosa, nel quale le persone, radicate nelle proprie tradizioni religiose, condividono le ricchezze spirituali, per esempio per quanto riguarda la preghiera e la contemplazione, la fede e i vari modi di cercare Dio o l’Assoluto.

L’approccio della Chiesa nei confronti delle altre tradizioni religiose non è monolitico; tuttavia, essa reputa importante prestare attenzione al fatto che le differenze non esistono soltanto fra le varie religioni, ma anche una stessa tradizione religiosa può essere praticata in modo diverso secondo il luogo.

La Chiesa incoraggia e sostiene il dialogo interreligioso non solo fra se stessa e le altre tradizioni religiose, ma anche fra le tradizioni tra loro. Questo è un modo di svolgere il suo ruolo di “sacramento o segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (Lumen gentium, 1). La Chiesa ritiene che lo Spirito Santo la solleciti a incoraggiare tutte le istituzioni e i movimenti religiosi a incontrarsi, a collaborare e a purificarsi al fine di promuovere la verità, la vita, la santità, la giustizia, l’amore e la pace, ossia tutte dimensioni del Regno che, alla fine dei tempi, Cristo consegnerà al Padre.

Infine, la Chiesa è convinta che il dialogo interreligioso possa aiutare chi vi partecipa a crescere nella propria fede poiché, incontrando qualcuno che abbia altre convinzioni religiose, si troverà impegnato in un tranquillo confronto fra credenze, pratiche e valori religiosi differenti È esperienza di molti cristiani che una convinzione religiosa, quando viene messa a confronto con altri punti di vista, viene apprezzata, studiata, approfondita, capita e vissuta con maggiore impegno. Non sono solo gli individui che vengono a contatto con altre religioni che risultano arricchiti dai rapporti interreligiosi, ma le stesse tradizioni religiose che essi professano.

top