Jubilee 2000 Search
back
riga

San Pietro: lo splendore della fede, il fasto dell’arte

Una festa seicentesca per un restauro moderno: questa in sintesi la gioiosa cerimonia di inaugurazione della “nuova” facciata della Basilica di San Pietro, svoltasi in piazza la sera del 30 settembre. Pubblichiamo in queste pagine brani del discorso pronunciato dal Santo Padre e il saluto del cardinale Virgilio Noè, Presidente della Fabbrica di San Pietro

Il Papa: “Lo sguardo ammirato…”

“Lo sguardo ammirato che noi leviamo stasera alle strutture architettoniche della facciata anticipa quello degli innumerevoli pellegrini, che qui giungeranno da ogni parte del mondo durante l’Anno Santo ormai imminente. Essi potranno rivivere le esperienze degli antichi pellegrini estasiati dinanzi alla magnificenza e alla solidità delle strutture di questa imponente Basilica, che la fede degli avi ha elevato “in honorem Principis Apostolorum”, come recita l’iscrizione dedicativa, posta dal papa Paolo V nel 1614.

Per Pietro e per il suo sepolcro glorioso è stato edificato il Tempio, coronato dalla cupola michelangiolesca, che Papa Clemente VIII, interpretando il pensiero del predecessore Sisto V, dedicava “sancti Petri gloriae”, alla gloria di San Pietro. Lo confermano le numerose raffigurazioni dell’Apostolo, che compaiono in ogni parte dell’edificio. Anche su questa facciata non manca, nell’altorilievo del milanese Ambrogio Bonvicino, l’immagine di Pietro che riceve le chiavi dal Cristo”.

“Accogliamo, carissimi Fratelli e Sorelle, questo invito ad essere pietre vive, membra attive dell’edificio spirituale che è la Chiesa. L’imminente Giubileo ci trovi pronti ad annunziare e testimoniare la nostra fede con più generosa dedizione. I lavori di restauro ci ricordano che ogni credente, ciascuno di noi, è chiamato ad una continua conversione ed a una coraggiosa revisione di vita per poter incontrare Cristo in maniera profonda e beneficiare appieno dei frutti dell’Anno Santo”.

Il Cardinale Noè: “si è concluso un grande impegno”

Siamo oramai prossimi all'appuntamento del grande Giubileo dell'anno 2000. I lavori di restauro della Facciata di San Pietro giungono al loro termine. Lo si era preso tale impegno quasi per mostrare ai pellegrini che arriveranno a Roma, il più bel biglietto da visita che li potesse accogliere: la Facciata riportata al suo splendore d'inizio. L'estesa superficie architettonica, che tutti abbiamo nella memoria per le sue oscure e difformi campiture cromatiche, è stata restituita alla sua bellezza d'inizio, così come all'epoca l'avevano voluta gli architetti che vi avevano operato. I pellegrini e i fedeli che arriveranno a Roma per questo momento importante di fede e cattolicità, avranno pertanto una nuova visione. Essi diranno se è stato esaudito il desiderio, affiorato da varie parti, di ritrovare la rinnovata bellezza della Basilica. Il desiderio è divenuto realtà. Lo stupore e la meraviglia manifestate già durate le prime fasi di smontaggio delle impalcature, sono la prova concreta che il lavoro svolto sul cantiere ha raggiunto i traguardi prefissati. Questo lo si e potuto ottenere in grazia di quella collaborazione, che si e stabilita negli anni del restauro, tra i responsabili di studio e di ricerca e tutti coloro che hanno tradotto in concreto i risultati di un lavoro minuzioso e paziente. All'Eni, compagno generoso e partner scientifico e tecnologico non può che essere espresso un ringraziamento senza limiti. Si pensi a tutte le persone che hanno cooperato alla realizzazione dell'impresa: sono innumerevoli. Essi sono stati i protagonisti, a diverso livello ma sempre con eguale impegno personale, artefici di questo grande risultato. Il frutto di questo lavoro non si esaurirà nel giro di poco tempo. Tutte le informazioni acquisite, grazie alle indagini e alla ricerca, diventeranno, come già sono diventate, un patrimonio di alto valore per il mondo scientifico e artistico. C'è da pensare che il lavoro materiale sia stato sostenuto da un sottofondo spirituale: chi lavorava, sapeva di farlo non per un edificio qualsiasi, ma per la casa di Dio, per la più splendida casa del Signore che esista nel mondo cattolico. Viene alla mente un testo della Liturgia che, dinanzi alla riuscita meravigliosa di un tempio, passato dalle mani degli uomini ad esclusivo uso del culto del Signore, si esprimeva cosi: "Confessio et pulchritudo in cospectu eius... " (lode e bellezza sono al suo cospetto). Lo splendore di questa casa diventa una professione di fede e di amore a Dio. Il lavoro fatto dalla Fabbrica di S. Pietro in collaborazione con l'Eni restituisce al mondo intero la Facciata della Basilica Vaticana nella sua originaria bellezza e nel suo misterioso decoro. Questi sentimenti di bellezza e di serenità di spirito possano accrescersi in tutti coloro che, nel primo anno dopo il restauro, coincidente con la celebrazione del grande Giubileo, giungeranno a Roma per rendere omaggio alla tomba di Pietro ed acquistare l'indulgenza del Giubileo.

top