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BIBLIOTECA

Aprono la nostra “biblioteca” di oggi due guide alla città giubilare, la prima presenta l’itinerario classico del giro delle sette Chiese secondo l’invenzione di San Filippo Neri, l’altra si apre alla scoperta di molteplici intinerari d’arte e bellezza. Troveremo anche spunti per la costruzione della “civiltà dell'Amore” e altre riflessioni teologiche e liturgiche per l’Anno del Padre.

Anche se non è più necessario visitare tutte le sette tradizionali basiliche giubilari romane per ottenere l’indulgenza dell’Anno Santo (basta recitare il credo e le preghiere di rito - debitamente confessati - in una sola di queste), non v’è dubbio che buona parte dei pellegrini cercherà di rispettare la tradizione. Sia per assistere alle varie cerimonie religiose del calendario del giubileo, sia per ammirare i tesori artistici delle più importanti chiese della cristianità.

Per facilitare tale visita alle “Sette Chiese”, le Edizioni San Paolo hanno pubblicato la guida “Le 7 basiliche di Roma” (1999, pp. 94, Lit. 20.000), redatta dal giornalista Fabrizio Contessa. L’agile volume, ampiamente illustrato, raccoglie le essenziali notizie storico-artistiche su San Pietro in Vaticano, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le mura, Santa Maria Maggiore, Santa Croce in Gerusalemme, San Lorenzo e San Sebastiano, insieme con l’indicazione delle corrispondenti memorie dei martiri, delle devozioni popolari e di qualche curiosità o leggenda. Il tutto, naturalmente, secondo una prospettiva che privilegia gli aspetti religiosi dei luoghi giubilari, per non far mancare nulla di utile allo spirito del pellegrino.

La Roma del Giubileo non si esaurisce solo nelle tradizionali basiliche visitate dai pellegrini. In realtà, tutta la storia e l'arte di questa città, così legata alle vicende della Chiesa universale, può essere letta e vissuta alla luce dello spirito e degli scopi dell'anno santo. Naturalmente, per imparare a conoscere le memorie cristiane del Colosseo o l'importanza della Via Appia per il culto delle reliquie degli apostoli Pietro e Paolo, occorre disporre di una guida adatta. Scritta, cioè, con attenzione al significato religioso dei monumenti, sufficientemente dettagliata e dal formato tascabile adatto al turista-pellegrino.

Ce ne offre una la Società Cattolica di Assicurazione, che quest'anno ha voluto offrire ai propri clienti una pubblicazione ispirata al Giubileo: "Roma, Anno Santo 2000". Questa guida è composta da cinque volumetti di sole ottanta pagine ciascuno, raccolti in un pratico cofanetto ed illustrati dai disegni di Daniela de Liguoro. Gli autori, due giornalisti esperti di cose romane quali Renato Filizzola e Ornella Serra, affiancati dal vaticanista della RAI Giampietro Olivetto, hanno diviso la materia in itinerari di sicura presa sul pubblico: la Roma imperiale, il Colosseo, la Via Appia e le Catacombe, la Roma dei Papi, le basiliche giubilari ed il Vaticano.

Giovanni Paolo II ha recentemente affermato che il motivo conduttore dell’itinerario di preparazione al Grande Giubileo è: “Dio è padre, Dio è amore”. Nell’imminenza dell’evento giubilare i cristiani sono chiamati a ricercare l’amore nella sua autenticità e a farne professione nel quotidiano.

Può risultare quindi molto utile la lettura di un saggio che parla esplicitamente dell’avvento di una ''civiltà dell’amore''. Ha il titolo suggestivo di ''Amo dunque sono'' (Edizioni Paoline, 1999, pp.258, Lit.22000) e lo ha scritto Sabino Palumbieri, professore di antropologia filosofica all’Università Salesiana di Roma, nonché ideatore e promotore della Via Lucis, una nuova forma di devozione popolare che sarà praticata più volte nel corso dell’anno giubilare.

Palumbieri avverte l’esigenza di scavare nel discorso dell’amore perché, pur essendo un tema che riguarda tutti, oggi si registra una sorta di analfabetismo di fondo sull’argomento. Il mercantilismo dei rapporti induce infatti a guardare all’altro solo in termini strumentali. L’introduzione al volume è un vero manifesto di quella che dovrà essere la civiltà dell’amore, perché ''la civiltà o sarà dell’amore o non sarà'', e ''la misura dell’amore è amare senza misura''.

All’opera di Mons. Enzo Lodi dobbiamo una bella ed originale lettura liturgica della preparazione all’anno santo. In “Il Padre di Gesù Cristo nella liturgia” (Edizioni Dehoniane, 1998, pp. 111, Lit. 15.000), egli ripercorre i libri liturgici alla ricerca del volto del Signore. Compiendo un ottimo lavoro di sintesi, se consideriamo che, di per sé, tutta la nostra liturgia è una preghiera rivolta a Dio Padre. L’autore però ha navigato in questo oceano di testi orientandosi con la bussola dei tempi dell’anno liturgico. In cui vede lo svolgersi di una vera e propria teologia del Padre. Descritto come regnante e rivelatore nell’Avvento, generatore nel Natale e nell’Epifania, riconciliatore in Quaresima, immolato e risuscitatore a Pasqua ed infine creatore e santificatore nel tempo ordinario.

Un film di successo uscito pochi anni fa si intitolava, significativamente, “Figli di un Dio minore”, alludendo alla sorte delle persone venute al mondo in situazioni meno fortunate di altre. Tale pellicola deve aver ispirato il teologo Michele Giulio Masciarelli, che però ha rovesciato completamente il titolo del film chiamando il suo libro: “Figli di un Dio maggiore. Il Padre è più grande del nostro cuore” (Libreria Editrice Vaticana, 1999, pp. 106, Lit. 15.000).

L’autore vuol dire che se il Dio cristiano, per certi versi, sembra un “Dio minore”, essendosi chinato sull’uomo fino ad assumere su di sé l’esperienza del dolore e della morte, in realtà, proprio per questo e perché - lo sappiamo da Cristo - è un Padre di perdono e di misericordia, si rivela come “Dio maggiore”. I minori, in quanto peccatori, siamo noi, non il nostro creatore. Che tuttavia ci eleva dalla minorità scegliendo da sempre ciò che umanamente si direbbe minore per farlo diventare maggiore con la sua grazia.

Dario Busolini

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