Giovanni Paolo II e il Giubileo
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LA PAROLA DEL PAPA

GIOVANNI PAOLO II E IL GIUBILEO

Ai fedeli di lingua croata nel corso dell'Udienza Generale del Mercoledì. 2 luglio 1997

«Perché la vita e le opere dei cristiani siano sempre di più conformi al Vangelo, occorre dare un nuovo slancio alla catechesi dei fanciulli, dei giovani e degli adulti. Essa, infatti, come educazione alla fede, tende a portare i battezzati alla pienezza dell'esistenza cristiana nel tempo e nell'ambiente in cui ciascuno si trova a vivere. E' questa una costante esigenza della Chiesa, oggi posta maggiormente in evidenza anche dalla preparazione alle prossime celebrazioni giubilari».

Dal Messaggio per la chiusura del secondo Incontro Internazionale dei Sacerdoti a Yamoussoukro. 13 luglio 1997

«Secondo lo spirito della Lettera Tertio Millennio Adveniente le giornate di Yamoussoukro si svolgono in un contesto cristologico: è grazie all'unione intima del prete con il Cristo che si diffonde nel mondo attraverso la parola e i sacramenti la misericordia divina».

Dal Messaggio a Monsignor Giulio Nicolini in occasione dell'Anno di sant'Omobono indetto dalla Diocesi di Cremona, nell'ottavo centenario della morte del Patrono. 16 luglio 1997

«...ho appreso con vivo compiacimento che Ella, venerato Fratello, ha stabilito di dedicare alla sua memoria il percorso di tempo che va dal 13 novembre 1997 al 12 gennaio 1999, denominandolo "Anno di sant'Omobono", da celebrarsi con peculiari iniziative spirituali, pastorali e culturali, articolate nel cammino di preparazione al Grande Giubileo dell'Anno Duemila e nello spirito di comunione creato dal Sinodo che la Diocesi ha recentemente celebrato».

Dalla riflessione prima della preghiera mariana nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo. 20 luglio 1997

«In questo anno di preparazione al Grande Giubileo, nel quale siamo invitati a "tornare con rinnovato interesse alla Bibbia" per "conoscere la vera identità di Cristo" (Tertio Millennio Adveniente, 40), preghiamo perché ogni cristiano, e chiunque cerca la verità, si faccia "pellegrino delle Sacre Scritture", imparando a camminare nutrendosi ogni giorno del pane della Parola di vita».

All'Angelus Domini di Domenica 10 agosto 1997

«Proseguiamo il nostro ideale itinerario verso la Giornata Mondiale della Gioventù, che si svolgerà a Parigi dal 18 al 24 agosto. Essa sarà, come ho già avuto modo di dire, uno straordinario e provvidenziale appuntamento per i giovani del mondo intero, in questo periodo di preparazione immediata al Grande Giubileo del 2000».

Ai partecipanti alla Maratona caritativa ciclistica internazionale della pace "Chernobyl-2000". 10 agosto 1997

«Sono molto lieto di accogliere tutti voi, che avete preso parte alla Maratona ciclistica Internazionale della Pace "Chernobyl-2000". Saluto i promotori e gli organizzatori, come pure gli atleti e quanti, a vario titolo, hanno contribuito alla realizzazione di questa benefica competizione, che pone bene in luce il grande valore dello sport messo a servizio della solidarietà e della pace. Possa questa vostra manifestazione sportiva segnare una tappa di avvicinamento fra i popoli in questo tempo che ci conduce a grandi passi verso il terzo millennio».

Dall'esortazione ai Giovani in occasione dell'Angelus per la Solennità dell'Assunzione.15 agosto 1997

«La solennità dell'Assunta costituisce in tale prospettiva uno stimolo provvidenziale a meditare sull'altissima dignità di ogni essere umano anche nella sua dimensione corporea. Si tratta di una riflessione che ben si inserisce nella preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù ormai imminente. Soprattutto ai giovani, speranza di un mondo nuovo all'alba del terzo millennio cristiano, vorrei rivolgere l'esortazione dell'Apostolo "ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio", non conformandovi alla mentalità di questo secolo (cfr Rm 12, 1-2)».

Ai fedeli di lingua rumena nel corso dell'Udienza generale del Mercoledì. 20 agosto 1997

«Saluto cordialmente il gruppo di fedeli greco-cattolici della Romania. Il pellegrinaggio al santuario della Madre del Signore di Fatima e alle tombe dei Santi Apostoli Pietro e Paolo a Roma sia per voi e per le vostre famiglie una tappa di crescita nella fede nel cammino verso i Grande Giubileo dell'anno 2000».

Dal Discorso nel corso dell'Udienza Generale del Mercoledì. 27 agosto 1997

«Il tema centrale, che ha guidato la riflessione nelle diverse tappe dell'incontro, è stata la domanda che due discepoli posero un giorno a Gesù: "Maestro dove abiti?", ricevendone la risposta: "Venite e vedete" (Gv 1, 38 s.). Con essa il Signore li invitava ad entrare in diretto rapporto con Lui, per condividere il suo cammino ("venite") e conoscere a fondo la sua persona ("vedete").

Era chiaro il messaggio: per capire Cristo, non basta ascoltarne l'insegnamento; bisogna condividerne la vita, fare in qualche modo esperienza della sua presenza viva. Il tema della Giornata Mondiale della Gioventù si è inserito così nella preparazione al Grande Giubileo del Duemila che intende riproporre, all'uomo di oggi Cristo Gesù, unico Salvatore del mondo ieri, oggi e sempre.

Ciò che abbiamo vissuto insieme a Parigi nei giorni scorsi è stato uno straordinario evento di speranza, una speranza che dal cuore dei giovani è rimbalzata nel mondo. Preghiamo affinché lo slancio di tanti ragazzi e ragazze, provenienti dai quattro angoli della terra, continui e porti frutti abbondanti nella Chiesa sempre giovane del nuovo millennio».

Ai fedeli di lingua slovena nel corso dell'Udienza generale del Mercoledì. 27 agosto 1997

«Cari giovani da Prekmurje in Slovenia, il vostro pellegrinaggio nella Città Eterna è la continuazione del pellegrinaggio dei giovani, del Popolo di Dio e di tutta l'umanità verso il Grande Giubileo del 2000. A Parigi ho raccomandato ai giovani di portare la speranza alla generazione attuale. Lo stesso ripeto anche a voi e desidero che in questi giorni rafforziate la vostra fede in Gesù Cristo. È Lui, il Redentore del mondo, che dà pieno senso alla vita dell'uomo. Con Cristo incamminatevi coraggiosamente verso il terzo millennio cristiano, di cui dovrete essere i protagonisti!»

Ai fedeli di lingua croata nel corso dell'Udienza Generale del Mercoledì. 3 settembre 1997

«Carissimi, la preparazione al Grande Giubileo esige anche la riscoperta della vocazione dei cristiani alla santità. È necessario, pertanto, suscitare in ogni fedele un vero anelito alla santità, che è una delle caratteristiche tipiche del vivere e dell'agire dei cristiani, e che manifesta la natura della chiesa».

Al nuovo Ambasciatore italiano presso la Santa Sede. 4 settembre 1997

«L'anima dell'Italia è anima cattolica, e grandi sono in questo senso le attese per quanto essa può esprimere tra le Nazioni sorelle, finalmente pacificate. Attese destinate ulteriormente ad inverarsi nell'esaltante prospettiva, carica di speranza, della celebrazione del Grande Giubileo del 2000, a cui Ella ha fatto opportunamente cenno. Tale evento è destinato a rappresentare un momento di crescita umana, civile e spirituale pure per la diletta Nazione italiana. Possa la collaborazione in atto tra la Santa Sede e l'Italia contribuire a favorirne la piena riuscita».

Agli aderenti al "Centro Volontari della Sofferenza", nel cinquantesimo di fondazione. 6 settembre 1997

«Carissimi Fratelli e Sorelle, la vostra Responsabile, interpretando l'atteggiamento che avrebbe oggi il Fondatore, ha espresso la promessa di collaborare intensamente con la preghiera e il sacrificio alla preparazione del Grande Giubileo dell'Anno Duemila. La Parola Giubileo suggerisce l'idea di gioia, di esultanza, e pertanto potrebbe, a prima vista, apparire in contrasto con la condizione di chi soffre. In realtà sarebbe così, se ci si limitasse ad una considerazione puramente umana. Ma, nell'ottica della fede, si capisce che non vi è Risurrezione senza la Croce. Si comprende allora non solo che la sofferenza può accordarsi con la gioia, ma, anzi, che solo nel segno della Croce si può giungere alla vera e consolante gioia cristiana. Non vi può esser autentica preparazione al Giubileo se non si assume nell'itinerario spirituale anche l'esperienza del soffrire, nelle sue varie forme.

I grandi obiettivi che la Chiesa ci propone in questi tre anni di cammino verso il grande evento giubilare non si possono raggiungere senza il sacrificio personale e comunitario dei cristiani, in unione con l'unico Sacrificio redentivo di Cristo. In proposito, la vostra Associazione può offrire un proprio specifico apporto, aiutando i fedeli che si trovano nella prova a non sentirsi esclusi dal pellegrinaggio spirituale verso l'Anno Duemila, ma, al contrario, a camminare in prima linea, portando la Croce gloriosa di Cristo, unica speranza di vita per l'umanità di ogni tempo».

In occasione della cerimonia nel giorno della Festa della Natività di Maria Santissima. 8 settembre 1997

«Invito clero e fedeli ad un contatto frequente e intenso con questo catechismo, che affido in modo speciale a Maria santissima della cui Natività celebriamo oggi la festa. E prego perché, come la nascita della Vergine costituì, all'inizio della nuova era, un momento fondamentale nel piano predisposto da Dio per l'incarnazione del suo Figlio, così questo Catechismo, preparato alle soglie del terzo millennio, possa diventare un utile strumento per introdurre la Chiesa ed ogni singolo fedele nella contemplazione sempre più profonda del mistero del Verbo di Dio fatto Uomo».

Dalla Lettera ai "Carissimi giovani di Roma" in occasione della Missione Cittadina e del Giubileo dei Giovani dell'estate del 2000. 8 settembre 1997

«Al termine della Celebrazione Eucaristica nell'Ippodromo di Longchamp, che ha chiuso quell'indimenticabile incontro, ho dato appuntamento ai giovani del mondo intero a Roma, nell'estate dell'Anno 2000, per il Giubileo dei Giovani. Voi giovani di Roma, siete fin d'ora interessati a così importante evento, che richiede una intensa preparazione organizzativa, ma prima ancora e soprattutto spirituale».

Dall'Omelia alla Celebrazione dello Statio Nationis a conclusione del XXIII Congresso Eucaristico Nazionale. 28 settembre 1997

«Nel pellegrinaggio spirituale che ci conduce al Grande Giubileo dell'anno 2000, questo Congresso Eucaristico costituisce una tappa importante per le Chiese che sono in Italia. Lo attesta anche il grande numero di Vescovi che oggi sono qui a celebrare con me l'Eucaristia e i tanti fedeli giunti da ogni parte del Paese. A ciascuno di loro rivolgo il mio cordiale saluto».

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