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Testimonianze

Andrea Riccardi
Comunità di S. Egidio

"Ogni anno, un grande pellegrinaggio di pace si è dato appuntamento in diversi da luoghi del mondo: Roma, Varsavia, Bari, Malta, Bruxelles, Maputo, Milano, Assisi, Gerusalemme, Firenze, Padova, Venezia, Bucarest. Ricordo nel 1989 Varsavia, allora trepidante per il cinquantesimo anniversario dell'inizio della seconda guerra mondiale e per il futuro. Ricordo Bucarest, nell'estate scorsa, dove si è operato un profondo disgelo ecumenico. Perché questo movimento ha anche un forte significato ecumenico. Oggi portiamo, in Piazza S. Pietro, il lungo cammino, le preghiere, i sentimenti di migliaia di leader religiosi, di popoli e Chiese che vi hanno partecipato.

Il fiume sgorgato da Assisi ha ristorato tanti religiosi inariditi nell'isolamento, dove si sentono le tentazioni a diffidare o a combattersi. Questo fiume ha liberato energie di pace, capaci di dare la pace nei conflitti. Lo abbiamo visto nel 1989 con la pace e la libertà dopo la guerra fredda. Non abbiamo pregato invano nel 1986 e successivamente. Lo abbiamo visto nella terribile guerra del Mozambico con un milione di morti e nella pace firmata a S. Egidio il 4 ottobre 1992. Dal fiume sono emerse tante energie di pace, invocazioni di pace, testimonianze di riconciliazione. Questa corrente ha spinto uomini e donne di religione a rientrare pensosi in se stessi, a ritrovare la regola d'oro : 'ciò che volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro".

Brian Pearce
Anglicano, Londra

"Abbiamo scoperto quanto possiamo guadagnare dalle relazioni interreligiose senza diminuire le nostre identità religiose. Nel cercare sempre una base comune, abbiamo imparate ad essere onesti anche sui punti che ci differenziano. Abbiamo imparato che ogni vero rapporto è reciproco, che offre opportunità per domande reciproche, reciproco incoraggiamento e mutuo arricchimento.

Per l'entrata nel nuovo millennio  ci saranno grandi celebrazioni cristiane in Gran Bretagna. Membri delle diverse fedi si troveranno insieme a celebrare i valori fondamentali che essi condividono, di giustizia, compassione e rispetto reciproco. I leader delle comunità affermeranno il desiderio di lavorare insieme per il bene comune e per aiutare a costruire una società migliore nel futuro. L'evento sarà il simbolo del progresso che in questi ultimi anni abbiamo fatto in Gran Bretagna nelle relazioni interreligiose".

Gran Rabbino René-Samuel Sirat
Parigi

“Quando si ripercorre il cammino del dialogo interreligioso durante l’ultimo quarto di secolo, siamo assaliti da sentimenti contrastanti: perché così tardi? Perché così lentamente?

Poi giunse il Vaticano II, nel quale i Cardinali Bèa e Koening, Mons. Elchinger, ed altri ancora riuscirono a convincere i loro pari con la benedizione del buon Papa Giovanni ... A ciò è seguita l’iniziativa del Papa Giovanni Paolo II che, a dieci anni da Assisi, ha voluto una preghiera, non comune – la profezia di Sofonia (III, 9) non si è ancora realizzata – ma che converge verso il rispetto delle tradizioni liturgiche e le specificità degli atti di fede e di adorazione. Dopo di Assisi, gli incontri si sono moltiplicati. I rappresentanti delle religioni mondiali vanno affermando i valori di tolleranza, il rispetto dell’altro, della volontà di coesistenza fraterna dei quali sono portatori”.

Usha Mehta, Indù, discepola di Gandhi

Poiché la vera religione considera tutti gli esseri viventi come figli dello stesso Padre divino, deve sentire l’urgenza di servire l’umanità che soffre, credendo che “prega bene chi ama bene non solo tutti gli esseri umani, ma anche gli uccelli, gli animali e tutto”.

L’impegno per l’integrazione delle diverse comunità religiose in una società armoniosa fu molto caro a Ghandi. Per realizzare questo obiettivo, Ghandi non solo lesse molto dai libri sacri delle altre religioni come l’Islam, il Cristianesimo, il Jainismo e il Buddismo, ma praticò digiuni rigorosi in diverse occasioni per rendere cosciente la gente che nessuno deve agire secondo l’istinto animale e sotto l’impulso del fanatismo. Difatti, egli è vissuto ed è morto per la causa della comune armonia.

Mahatma Gandhi desiderava appassionatamente l’unione dei cuori e delle menti di coloro che desiderano la pace. Secondo Gandhi uno dei modi migliori di raggiungere questo lodevole obiettivo è quello di unire persone che rettamente pensano attraverso l’amicizia interreligiosa, il dialogo e il rispetto reciproco, cercando di stabilire un nuovo mondo dove tutti i popoli vivano come fratelli e sorelle, come figli di un unico Padre.

Augustine Tiydze
Movimento dei Focolari, Camerun

Nella vita di ogni giorno al lavoro, nei momenti di incontro, ho sperimentato come veramente l’amore è la strada per arrivare all’unità e per superare ogni difficoltà. Infatti, anche se normalmente il rapporto con le persone del luogo, che sono per la maggioranza di religione tradizionale, è ottimo, a volte capitavano delle situazioni in cui non ci si capiva o c’erano critiche. Ho capito allora che l’amore mi chiedeva di ascoltare l’altro, di mettere da parte le mie idee per capire quelle dell’altro, di prendere su di me i suoi pesi e di condividere le gioie. E critiche o diffidenze piano piano svanivano. Ma non solo. Ho visto come in questo modo vengono in luce i valori della società africana: la sacralità della vita, il senso della famiglia, della solidarietà.

In questi anni ho conosciuto molti giovani di paesi e religioni diverse che si impegnano per i grandi ideali dell’unità e della pace. Ma ho anche capito che l’unità si costruisce ogni giorno con chi ci passa vicino e che solo l’amore di chi è pronto a dare la vita per il suo prossimo può cambiare il mondo attorno a noi.

Dice un proverbio del mio Paese: “Una mano sola non può legare un pacco”. Ognuno di noi, da solo, non può costruire qualcosa di grande… solo così, essendo un’unica famiglia, supereremo ogni difficoltà e costruiremo insieme un mondo più unito.

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