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L'ANNO DELLO SPIRITO SANTO

Ecimenismo

LO SPIRITO SANTO VIENE IN AIUTO ALLA NOSTRA DEBOLEZZA

Eleuterio F. Fortino

Nel programma triennale di preparazione al Giubileo, il 1998 «sarà dedicato in modo particolare allo Spirito Santo ed alla sua presenza santificatrice all'interno della Comunità dei discepoli di Cristo»(TMA 44). Questa ultima espressione dell'affermazione del Santo Padre abbraccia tutti i cristiani battezzati «nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». Anche il tema della preghiera per l'unità dei cristiani del prossimo anno sarà, di proposito, incentrato sullo Spirito Santo. Il Comitato Misto Internazionale fra rappresentanti della Chiesa cattolica e del Consiglio Ecumenico delle Chiese, che annualmente prepara i sussidi che vengono divulgati nel mondo intero, subito dopo la pubblicazione della lettera apostolica Tertio Millennio Adveniente, su proposta dei membri cattolici, ha concordato di assumere per il triennio di preparazione temi analoghi a quelli proposti dal Santo Padre. Nel Comitato Misto Internazionale sono presenti due membri della Commissione Ecumenica del Comitato Centrale del Grande Giubileo dell'anno 2000.

La preghiera per l'unità dei cristiani del prossimo anno avrà per tema Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza ed ha come sfondo una pericope (Rom 8, 14-27) della lettera ai primi cristiani di Roma. Nell'introduzione ai sussidi si dà questa indicazione: «Queste preghiere, queste riflessioni saranno in armonia con le altre intenzioni particolari che stanno a cuore ai cristiani durante il 1998. I membri della Chiesa cattolica si preparano a celebrare il Grande Giubileo dell'anno 2000. Si è loro chiesto durante quest'anno di prendere lo Spirito come soggetto della loro preghiera e in particolare di implorare lo Spirito per ottenerci la grazia dell'unità cristiana, tanto necessaria al fine di rendere al mondo una testimonianza convincente dell' Evangelo». Attraverso questa iniziativa l'informazione sulla preparazione al giubileo giunge, in spirito positivo e in atteggiamento di preghiera, anche a tutte le altre Chiese e Comunità ecclesiali. Ciò, per sua natura, è orientata a sollecitare comunione di intenti e coinvolgimento spirituale.

1. Lo Spirito Santo e gli altri Cristiani

Lo sviluppo del tema negli otto giorni di preghiera per l'unità dei cristiani (18-25 gennaio per l'Emisfero Nord e attorno a Pentecoste nell'Emisfero Sud) presenta questi momenti teologici: i figli di Dio sono condotti dallo Spinto di Dio, lo Spinto li rende figli adottivi tanto da potersi rivolgere a Dio chiamandolo «Abba - Padre», lo Spirito li rende così eredi di Dio e coeredi di Cristo-, tuttavia la condizione umana resta debole; e l'uomo geme interiormente assieme alla stessa creazione; infatti noi siamo stati salvati, ma nella speranza, lo spirito viene in soccorso dell'uomo; lo Spirito intercede per i santi; la gloria dovrà essere rivelata in noi.

La Costituzione Dogmatica sulla Chiesa del Concilio Vaticano Il descrivendo gli elementi comuni che gli altri cristiani hanno con la Chiesa cattolica, segnala «una vera unione nello Spirito Santo, poichè anche in loro con la sua virtù santificante opera per mezzo di doni e grazie». Questa presenza dello Spirito tra gli altri cristiani è efficace, «ha fortificato alcuni di loro fino allo spargimento del sangue»(LG 15).

Nella lettera TMA e nell'enciclica sull'impegno ecumenico Ut Unum Sint il Santo Padre ha indicato una dimensione fondamentale dell'unità dei cristiani, quando ha parlato di un martirologio comune, nel senso che in questo secolo, cristiani provenienti da Chiese diverse e divise hanno reso testimonianza di fede a Cristo. «La testimonianza resa a Cristo sino allo spargimento del sangue è divenuta patrimonio comune di cattolici, ortodossi, anglicani e protestanti»(TMA 37). Questa comunione nella testimonianza cristiana, o comunione dei santi, si situa nelle dimensioni più profonde dell'essere stesso cristiano. «Questi santi vengono da tutte le Chiese e Comunità ecclesiali, che hanno aperto loro l'ingresso nella comunione della salvezza»(Ut Unum Sint, 84).

La testimonianza comune data in nome di Cristo sta per ricevere sempre maggiore attenzione nelle altre Chiese. Nella Chiesa ortodossa di Romania, con il patrocinio dell'arcivescovado ortodosso di Cluj, S.E. Bartolomeu Anania, è stata curata una pubblicazione sui martiri durante il regime comunista (Marturisitori de dupa Gratii, Slujitori ai Bisericii in temnitele comuniste, Cluj - Napoca, 1995). Nell'introduzione l'arcivescovo informa che la pubblicazione è stata fatta chiedendo a ciascuna diocesi o distretto ecclesiastico di tutte le Chiese presenti nel paese informazioni su persone della propria comunità che hanno subìto persecuzione. Vi sono segnalati quindi i testimoni ortodossi, cattolici (latini e greco-cattolici), protestanti. Lo stile delle informazioni è stringato con chiari intenti di precisione. I vari personaggi vengono elencati in ordine alfabetico. Per esempio il quarto nome è così presentato: «Aftenie Vasile, vescovo ausiliare della metropoli greco-cattolica di Blaj e vicario generale di Bucarest. Nato nel 1899, arrestato nel 1948, chiuso in una cella del Ministero dell'Interno e poi a Varest. Muore in una cella del ministero dell'Interno nel dicembre del 1950». Questa scarna descrizione viene fatta in una pubblicazione sui nuovi martiri. Lo stile secco delle parole copre la violenza della situazione. Quelle parole tuttavia sono sufficienti a spiegare la venerazione che il popolo ha del vescovo Aftenie. La sua tomba è meta di un pellegrinaggio ininterrotto. Egli, alunno del Pontificio Collegio Greco, aveva studiato a Roma.

Noi cattolici - fin dal Concilio Vaticano Il - siamo invitati a stimare i valori veramente cristiani, promananti dal comune patrimonio e che si trovano tra gli altri cristiani. Provengono dallo stesso Spirito. Inoltre «non si deve dimenticare che quanto dalla grazia dello Spirito Santo viene fatto nei fratelli separati, può contribuire alla nostra edificazione»(UR 4).

Va ricordato che non si tratta solo degli altri cristiani come singoli battezzati, ma riuniti in Comunioni. Le altre Chiese e Comunità ecclesiali nel mistero della salvezza hanno un proprio ruolo: «Poichè lo Spirito di Cristo non ricusa di servirsi di esse come di strumenti di salvezza»(UR 3).

2. Lo Spirito viene in soccorso alla nostra debolezza

A quest'aspetto positivo corrisponde un secondo che esprime la debolezza della condizione umana e della situazione anomala della comunità cristiana divisa. L'uomo è legato alla «caducità» a cui il mondo stesso è sottomesso. Il creato «soffre e geme fino ad oggi», così come «anche noi gemiamo interiormente» (Rom 8, 19-23). Si è in attesa della liberazione. E l'attesa comprende una rnistura di sentimenti, di sofferenza e di speranza. La stessa situazione dell'uomo è di incompiutezza e di aspirazioni. «Poichè nella speranza siamo stati salvati»(Rom 8, 24).

Per quanto riguarda la ricerca della piena unità del cristiani, il Concilio Vaticano Il aveva esplicitamente ricordato la incapacità umana di porvi rimedio. Questo proposito di riconciliare tutti i cristiani «supera le forze e le doti umane». Perciò il Concilio «ripone tutta la sua speranza nell'orazione di Cristo per la Chiesa, nell'amore del Padre per noi e nella forza dello Spirito Santo»(UR 24). Proprio alla nostra debolezza e alla nostra incapacità viene in soccorso lo Spirito. «Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza» (Rom 8, 26). Viene in soccorso innanzitutto perchè noi possiamo chiedere al Padre ciò che conviene alla nostra salvezza, per il raggiungimento della piena unità e per il nostro stesso bene «perchè noi nemmeno sappiamo che cosa conviene domandare»(Rom 8, 26).In vari modi si esplica il soccorso dello Spirito:

  1. Gesù ha detto ai suoi discepoli: «Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto»(Gv 14, 26). La piena comunione non sarà trovata in qualche accordo compromissorio, ma attorno alla Parola di Dio, attorno a quanto «ci ha detto» il Signore. La si troverà nella scia della grande Tradizione ecclesiale continuamente ispirata dalla presenza dello Spirito. Questa funzione anamnetica dello Spirito è una sicurezza per i cristiani per non disperdersi in vane ricerche di insufficiente modelli di unità. Lo Spirito insegnerà ogni cosa.
  2. In secondo luogo lo Spirito assolverà ad una funzione pedagogica, orientativa, epifanica. «Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera»(Gv 16, 18). Questa promessa di funzione mistagogica è una garanzia per il dialogo ecumenico orientato al superamento delle divergenze nell'affermazione della verità rivelata. La verità tutta interacollocherà nella giusta prospettiva - forse in una nuova sintesi organica di affermazioni complementari - delle formulazioni teologiche parziali, ma non esclusive di altri aspetti possibili e veri.
  3. Infine lo Spirito - Spirito di consiglio e di fortezza - sosterrà l'intelligenza e fortificherà la volontà per proseguire la ricerca dell'unità che si dimostra sempre più chiaramente come fondata sull'Evangelo.
  4. Per tutto questo la lettera TMA può affermare che «l'unità, in definitiva, è dono dello Spirito Santo»(TMA 34).

Osservazione conclusiva

La settimana di preghiere per l'unità dei cristiani secondo il decreto sull'ecumenismo è «l'anima dell'intero movimento ecumenico» (UR 8). La TMA (n. 37) domanda una intensificazione della preghiera. «In quest'ultimo scorcio di millennio, la Chiesa deve rivolgersi con più accorata supplica allo Spirito Santo per implorare da Dio la grazia dell'unità dei cristiani. È questo un problema cruciale per la testimonianza evangelica nel mondo».

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