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SINODO DEI VESCOVI PER L'AMERICA

IL GIUBILEO APRE A UN "MONDO NUOVO"

Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga S.D.B.
Arcivescovo di Tegucigalpa e Presidente del CELAM

Il Duemila è alle porte delle nostre vite personali e della nostra esistenza come società. Per alcuni, il suo arrivo non è importante; vale a dire per coloro che non hanno un piano di vita, per coloro che non hanno la capacità di sognare, non c'è data che spezzi la routine che è l'espressione più dolorosa della morte. Invece - per noi, per noi cristiani, per noi che ci sentiamo e siamo la Chiesa - l'Anno Giubilare è grande, ha un senso di per sé, è il ricordo dell'Incarnazione, è vita redentrice e, nel contempo, è una sfida d'amore inevitabile. Il Giubileo del 2000 rinnova quei sogni, quelle utopie che, nel richiedere da noi il meglio, rendono evidente che vi è una storia che dobbiamo concludere perché ci è stato dato il privilegio di costruirla insieme a Lui.

È per questo che grazie alla saggezza di Giovanni Paolo II si sta celebrando questo Sinodo per l'America per «comunicarci» i nostri sogni, per promuovere intorno ad essi la «comunicazione» del bene più prezioso che è quello di «sapere verso dove andiamo» e di quello non meno decisivo del «sapere con chi andiamo» e proprio intorno a ciò forgiare l'evidenza della «comunione» (comune-unione) che ci rende comunità di figli di Dio. Questo Sinodo è trascendentale. Tutta l'intelligenza ma soprattutto, tutta la fede della Chiesa, sono state messe in comune per costruire, innalzare e collocare in luoghi visibili «le caratteristiche» di coloro che seguono Gesù Cristo ed hanno assunto il compito di annunciare Lui ed il suo Vangelo.

L'essenza del cristiano è quella di essere portatore della «Buona Novella» cosa che fa che egli stesso sia una Buona Novella. Questo Sinodo per l'anno giubilare ha voluto ricordare questa buona novella, la didattica che deve accompagnarla, la metodologia che deve avvicinarla agli altri, vale a dire la verità di qualcuno - Gesù Cristo - che propone attraverso i suoi discepoli un cammino di salvezza.

Ma il Sinodo non si limita soltanto alla revisione di «ciò che bisogna dire in nome del Signore»; vuole anche studiare con intelligenza ed affetto, coloro ai quali vuole parlare. È proprio per questo che abbiamo meditato sull'essere umano, sui suoi bisogni, sui suoi dolori e sulle sue gioie, così come sul mondo e le sue utopie, i suoi malesseri e quelle speranze che gli consentono di sopravvivere malgrado se stesso. Allo stesso tempo si è pensato a «quell'essere umano che si trova nel mondo» e «a quel mondo che si trova nelle mani dell'essere umano», che invoca un segno (segni dei tempi) che gli consenta di sconfiggere la sfiducia, lo sconcerto, l'incertezza e l'inquietudine.

Perciò in vista del Giubileo il Sinodo è un generoso atto d'amore verso l'umanità e verso il mondo. Com'è vero che si salva soltanto quello che si ama! L'Incarnazione di Gesù Cristo è una dimostrazione dell'amore di Dio, così come lo è anche la redenzione. La Chiesa ama umanità ed ama il mondo abitato proprio da quell'umanità, ed è perciò che evangelizza ed annuncia che è successo qualcosa di straordinario. Noi che partecipiamo a questo Sinodo abbiamo la comune certezza che ciò che è successo con la venuta del Signore è qualcosa di straordinario; non si può stare nella Chiesa pensando che Dio fra noi è semplicemente una banalità. Ciò che è grande nel Papa, nei presbiteri, nelle religiose, nei religiosi, nei laici che vi partecipano è la certezza della fede in Dio e nel suo «straordinario agire» nella storia.

Duemila anni dopo continuiamo a credere che il Vangelo è la «buona novella», sappiamo che per l'ingresso nel Terzo Millennio il suo vigore non è diminuito, ma anzi si è accresciuto, e che quel «tesoro» non si può lasciare nel vuoto, o nascosto, oppure in mani che non sappiano apprezzarlo. Dio si manifesta di per sé, ma ama che sia l'essere umano a manifestarlo attraverso la «predicazione», quel meraviglioso strumento che trova il doppio canale privilegiato della parola e dell'esempio che costituiscono i meravigliosi strumenti dell'impegno e della testimonianza.

Il compito che ci attende è smisurato, enorme; ma proprio per questo, richiede generosità ed entusiasmo (l'essere incoraggiati da Dio) e sapere, inoltre, che colui che a nome del Signore è al timone della barca vigile, ha grande coraggio e polso fermo. È per questo che il Papa ha detto con grande chiarezza: «non abbiate paura». Questo Sinodo e l'Anno Giubilare che prepara sono la certezza manifestata nella gioia di coloro che orientati dal Successore di Pietro camminiamo con ottimismo verso la Nuova Evangelizzazione.

L'ottimismo, la gioia e la speranza non indicano che le azioni da compiere siano facili. È per questo che siamo chiamati a farci a carico dell'«evangelizzazione» come Missione e non come compito. Il modo nel quale affronteremo l'Anno Giubilare segnerà i nostri passi «attraverso la soglia del Terzo Millennio» e la condotta che terremo determinerà la possibilità di essere ascoltati. Globalizzazione, Integrazione, Partecipazione, Solidarietà, Ecologia Umana, sono tendenze che stimolano l'ottimismo in noi che cerchiamo una convivenza capace di sradicare il «cainismo» culturale e politico di tutti coloro che sono sempre pronti a rispondere: «Sono forse il guardiano di mio fratello?

Debito estero, corruzione, consumismo, neoliberalismo, edonismo, sono temi che richiedono l'ardore delle nostre convinzioni, la prima delle quali ci insegna che per noi la via è l'essere umano. Conversione, Evangelizzazione, Chiesa, Presenza di Dio, Comunione, sono certezze che dobbiamo riaffermare e che pongono l'impegno e la meta nell'«essere sempre più» in Gesù Cristo. Occorre che in questo Sinodo ed in vista del Giubileo prendiamo coscienza del fatto che stiamo collaborando a far venire alla luce «un mondo nuovo»

Dall'intervento del Card. Roger Etchegaray all'assemblea speciale per l'America del Sinodo dei Vescovi

Il problema del debito internazionale (tanto fortemente e frequentemente sottolineato in questa sede) preoccupa il nostro dicastero da undici anni. In vista del prossimo Giubileo, moltiplichiamo i contatti ai più alti livelli di responsabilità nel campo della politica e delle finanze, in un settore tanto complesso per far maturare soluzioni adeguate. Infine, vorrei testimoniare che le Chiese locali, soprattutto in America, si sono messe gioiosamente in cammino verso l'Anno 2000 grazie alla Tertio Millennio Adveniente di Giovanni Paolo II. Leggo in questo un grande segno della vitalità delle Chiese che l'anno dello Spirito Santo verrà ora a rafforzare per la gioia, il giubilo di tutti.

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