I SANTUARI DI TERRA SANTA
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COSÌ I SANTUARI DI TERRA SANTA SI PREPARANO AL GIUBILEO

San Pietro accanto a un fuoco, due donne e un soldato romano gli sono vicini. Dall'alto di una colonna un gallo canta. La scena è quella del suo triplice rinnegamento che gli Evangelisti tutti ci hanno tramandato (Mt 26, 69-75, Mc 14, 66-72, Lc 22, 54-62, Gv 18, 15-18 e 25-27) e che dall'inizio di giugno vediamo raffigurata da un gruppo statuario in bronzo — le figure a misura d'uomo — collocato su uno spiazzo adiacente alla Chiesa di San Pietro in Gallicantu. Sulle pendici del Monte Sion, owero nello stesso posto accreditato da un'antica, tradizione come quello in cui sorgeva la Casa del Sommo Sacerdote Caifa. Da qui si ha una delle vedute più ampie e più affascinanti della parte occidentale della Città Santa, delle sue mura, delle due celebri Moschee erette sulla spianata del Tempio, dei suoi monti e delle sue valli. All'orizzonte i monti di Moab, a valle il villaggio di Siloe con la sua famosa piscina. Da qui passa la via a scalini che si pensa Gesù percorse il Giovedì Santo discendendo dal vicino Cenacolo per il Getsemani e che verosimilmente gli fu fatta ripercorrere, dopo la cattura, per essere giudicato da Caifa.

Saranno certamente molti i pellegrini che per il Giubileo verranno qui; l'anno scorso il loro numero è stato di 175 mila, turisti compresi. I1 via vai dei pullman sarà intenso, oggi un grande parcheggio è appena sufficiente per le manovre, la strada privata di accesso sta per essere allargata. La chiesa è stata appena restaurata, i lavori hanno richiesto alcuni anni interessando le fondamenta, le strutture murarie, il tetto, i mosaici, gli impianti elettrico e di riscaldamento, l'arredo. È il monumento cristiano che di notte si noterà nel panorama di Gerusalemme, perchè illuminato come la Moschea dorata e il cimitero ebraico sul Monte degli Ulivi. L'inaugurazione era prevista per il 5 maggio scorso ma è slittata di mesi per il blocco dei Territori autonomi imposto da Israele dopo gli attentati di fine febbraio-inizi di marzo che ha impedito l'arrivo dei muratori pendolari palestinesi.

Intanto stanno per essere collocate all'esterno una grande statua, sempre in bronzo, del Servo sofferente (Is 53, 11b); e all'interno, nel piano mediano della Chiesa, fra la cripta e il piano superiore, tre mega-icone (alte fino a 1 metro e 80) commissionate appositamente all'iconografo russo Evgeni Kisets, un cristiano-ortodosso che vive in Israele. Lo scultore del gruppo del Rinnegamento di Pietro, del Servo sofferente, e che ha realizzato pure per la Chiesa un Crocifisso e le porte di bronzo, è Richard Shilon, un artista ebreo; come Shadmi Machshon che ha realizzato le vetrate in un kibbutz. Entro l'anno, sempre sotto la direzione dell'architetto palestinese Samir Kandah cominceranno i lavori per un anfiteatro destinato a delle celebrazioni liturgiche all'aperto (potrà accogliere circa 700 persone) e per predisporre l'area dove è prevista la ricostruzione in rilievo, naturalmente in scala, di Gerusalemme dell'epoca bizantina, in particolare delle sue Chiese nel momento più splendido della sua vita cristiana.

Le anticipazioni su San Pietro in Gallicantu — sono una primizia giornalistica riservata a "Tertium Millennium" — testimoniano del fervore di preparativi per l'anno giubilare dei responsabili dei Santuari, in questo caso dei Padri della Congregazione degli Assunzionisti e del suo superiore a Gerusalemme P. Robert Fortin. Ma naturalmente l'impegno maggiore è quello dell'Ordine dei Frati Minori, mandatario della Santa Sede — come ci ricorda in una intervista esclusiva il Custode di Terra Santa P. Giuseppe Nazzaro — «della custodia della maggior parte dei Santuari che ricordano i principali eventi salvifici della nostra Redenzione».

La mobilitazione per il Giubileo, ci dice, gli è stata data l'anno scorso a maggio da Malta, ove era in corso una riunione del Consiglio plenario dell'Ordine, quando col consenso del Ministro Generale, ho inviato un messaggio a tutti i frati sparsi nel mondo dicendogli:« i confratelli che sono in servizio nei santuari di Nazaret, Monte Tabor, Cana, Cafarnao, Tabgha (Primato di Pietro), Ain Karen (Visitazione e S. Giovanni Battista), Santo Sepolcro, Getsemani, Betlemme, Emmaus, ecc. non sono sufficienti. Abbiamo bisogno di confratelli che esercitino il ministero della Riconciliazione nelle diverse lingue, di animatori liturgici, di guide, di pellegrini o semplicemente di religiosi disposti a servire nei differenti Santuari per l'accoglienza dei pellegrini». Un appello rinnovato in una riunione al vertice dei Frati Minori svoltasi a Roma, anche se nel frattempo il primo ha avuto una buona risposta. Il che porta il discorso sull'azione spirituale e pastorale nei Luoghi Santi, un problema seguito con attenzione e nella sua globalità dal «Comitato di Gerusalemme» per il Giubileo, del quale ci occuperemo in altra occasione meritando per la sua importanza uno speciale approfondimento. Il presidente del Comitato Mons. Kamal-Hanna Bathish ha intanto espresso compiacimento per le iniziative e i lavori in corso nei Santuari.

Per tornare al tema dell'accoglienza, la Custodia di Terra Santa ha per prima cosa compiuto nei Santuari un'indagine sulla capienza degli edifici, necessaria per programmare le possibili celebrazioni, e sui lavori da compiere per restauri, adattamenti, ampliamenti. Ha deciso quindi i primi lavori a Cana e a Betlemme, per approntare delle vaste «aree coperte» rispettivamente per la Galilea e per la zona di Gerusalemme. Sarà così costruita nelle adiacenze del Santuario del Primo Miracolo una sala polivalente per sei-settecento persone che sarà adibita a funzioni liturgiche della parrocchia per tutto il tempo in cui vi si compirà il livellamento della navata, per abbassare cioè la parte finale e dell'abside (occasione per compiere uno scavo affidato a padre Eugenio Alliata docente di archeologia neo-testamentaria nello «Studium Biblicum Franciscanum»). Ultimati i lavori nel santuario, la sala polivalente sarà a disposizione per il Giubileo.

Analogo il discorso per Betlemme ove sta per essere restaurato una vasto salone dell'epoca crociata, senza colonne, sottostante il convento francescano. In grado di accogliere piu di seicento persone, soddisferà le esigenze della parrocchia per il periodo necessario al rifacimento del pavimento della Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria (adiacente alla Basilica della Natività), per essere poi disponibile durante il periodo giubilare.

Il problema di grandi sale per riunioni, celebrazioni, convegni, servite da adeguati parcheggi, è molto awertito dai cristiani di Terra Santa, specialmente nella zona di Gerusalemme.

Nella parte occidentale la città ha un grande palazzo dei congressi (gestito da un'organizzazione ebraica, che ha ospitato due anni fa l'incontro tra esponenti religiosi del cristianesimo e del giudaismo); nella parte orientale il «Centro Notre Dame di Gerusalemme» ha avviato la costruzione — appunto in vista del Giubileo — di un «auditorium» in grado di accogliere più di 500 persone. Il Centro, che è un Istituto di diritto pontificio ed è molto noto come casa di accoglienza per religiosi e pellegrini, vi potrà così svolgere le sue attività istituzionali che sono religiose, culturali ed educative.

Altrettanto marcata la carenza di aree per grandi manifestazioni o celebrazioni all'aperto, a cui nel programma della Custodia francescana dovrebbe supplire il Campo dei Pastori. Anche per l'apertura del Sinodo di Gerusalemme la comunità cattolica di Terra Santa ha dovuto «ripiegare» nella zona di Betlemme, la cerimonia si è svolta infatti nel cortile del Seminario patriarcale di Beit Jala, ove si sono affollate circa cinquemila persone. A Gerusalemme il progettato anfiteatro a San Pietro in Gallicantu, di cui si è accennato prima, potrà servire a cerimonie per le quali non è tuttavia prevista una grande affluenza di persone. In tema di servizi all'aperto per il Giubileo, ecco l'iniziativa della Custodia di Terra Santa per i giovani che non potranno trovare ospitalità nelle «Casanove» francescane: due campeggi, rispettivamente nella bellissima areagiardino del Santuario del Primato di Pietro a Tabgha, sulle rive del lago di Tiberiade; e nell'area del Santuario del Campo dei Pastori sotto Betlemme. Due località abbastanza vicine a Nazaret e a Gerusalemme, tradizionali poli dei pellegrinaggi in Terra Santa.

Importante infine il programma della Custodia di valorizzare il Romitaggio al Getsemani. Da alcuni anni, per l'iniziativa e la dedizione di P. Giorgio Colombini OFM, accoglie in piccole celle attrezzate e ombrate, ai margini del vasto giardino, smgo pellegrini o mini-gruppi desiderosi di vivere in silenzio e preghiera l'esperienza dell'incontro con la Città Santa. In previsione del Giubileo saranno completati dei lavori di sistemazione e costruite alcune altre celle. Non ci sarà posto naturalmente che per pochi, che dovranno prenotarsi in tempo.

Davanti alla Basilica del Getsemani le autorità municipali israeliane, d'intesa con quelle del neo costituito Parco archeologico detto della «Valle dei re», stanno facendo costruire una vasta area di parcheggio e ampliare la strada che scorre sotto le mura meridionali fino alla deviazione per il villaggio di Siloe.

La sistemazione del Parco, avviata in occasione delle celebrazioni ebraiche «Gerusalemme 3000», cioè per Davide che ne fece la capitale del suo regno, sarà conclusa fra qualche anno, costituirà dunque un'attrattiva per molti pellegrini che vorranno andare alla scoperta o completare la conoscenza d luoghi famosi soprattutto dell'Antico Testamento e anche del Nuovo, inglobando il Getsemani, la zona di Siloe e il Monte Sion.

E a proposito del Sion, i Benedettini hanno in programma una migliore organizzazione dell'afflusso dei pellegrinaggi al Santuario della Dormizione, il più frequentato a Gerusalemme dopo il Santo Sepolcro e il Getsemani, anche per la sua vicinanza al Cenacolo. Purtroppo il luogo ove Gesù si fece Eucarestia, istituì il Sacerdozio e nacque la Chiesa, non è più Santuario cristiano dall'epoca in cui, nel 1551, i Frati Minori francescani furono estromessi con la forza dalle autorità ottomane dalla loro proprietà e, nonostante le continue rivendicazioni non hanno fino a oggi potuto recuperarla. Dei restauri sono stati compiuti di recente, non senza suscitare riserve e proteste, su iniziativa delle autorità israeliane che ne regolano l'accesso.

Problema questo, divenuto indilazionabile per la Basilica del Santo Sepolcro, e aggravato dalla mancanza di rispetto da parte di guide, turisti e pellegrini chiassosi e che si spera venga prestissimo risolto dalle tre autorità religiose responsabili, cioè, dai Patriarchi greco-ortodosso e armeno-ortodosso e dal Custode francescano di Terra Santa. Padre Nazzaro anticipa a "Tertium Millennium": «C'è un progetto allo studio: prevede che all'esterno, nel piazzale antistante l'ingresso sia sistemata una grande pianta in scala della Basilica, con spiegazioni in varie lingue; qui le guide saranno libere di dare spiegazioni ai gruppi. All'interno del Tempio sarà imposto il silenzio per la preghiera. Abbiamo proposto, aggiunge, che dei laici riconoscibili da una divisa cristiani di Gerusalemme, accompagnino gruppi e singoli visitatori in un giro silenzioso seguendo un percorso obbligato». In tal modo si acquieterebbero anche le preoccupazioni relative alla sicurezza espresse dalle autorità israeliane.

Di auspicio è la ripresa collaborazione fra i due Patriarcati e la custodia per il restauro della Basilica, concretizzatasi con l'approvazione, nell'agosto di due anni fa, di un progetto di restauro della cupola che sovrasta l'Edicola della Resurrezione. La nuova decorazione, su progetto dell'artista statunitense Ara Normart, consisterà in 12 raggi dorati su un fondo bianco perla. La luce che si irradierà dalla lanterna e da lampade invisibili dovrebbe aggiungere splendore alla superficie, per ricordare quella che sprigionò Gesù resuscitato. I raggi intendono evocare i 12 Apostoli e l'espandersi della Chiesa nel mondo. Ogni raggio è tripartito, simbolo di Dio uno e trino. I lavori finanziati da un anonimo donatore cattolico americano, attraverso la «Pontifical Mission» degli Stati Uniti, dovrebbero essere completati entro la fine di quest'anno. Altri lavori vengono nel frattempo compiuti dal Patriarcato greco-ortodosso: di abbellimento del muro di fronte all'ingresso con il Mosaico della Deposizione e decorazioni con marmo traforato e di restauro del «katholicon» cioè della parte centrale del Tempio.

GRAZIANO MOTTA

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